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Cambiamento climatico, ecco come può essere mitigato con l’impegno collettivo internazionale #finsubito prestito immediato


Il cambiamento climatico è un fattore determinante nell’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi che stanno colpendo il nostro Pianeta, inclusi gli episodi che interessano anche l’Italia. La relazione tra cause ed effetti è ormai scientificamente dimostrata, rendendo difficile ignorare o contestare questa evidenza.

Gli effetti più evidenti del cambiamento climatico si manifestano in fenomeni come le ondate di calore estive che rendono quasi insopportabile la vita nelle grandi metropoli, aumentando i rischi per la salute e il benessere delle persone. A ciò si aggiungono la siccità e la mancanza di precipitazioni, che stanno colpendo in maniera particolarmente grave aree come la Sicilia. La scarsità d’acqua ha messo in crisi le risorse agricole e idriche, con pesanti conseguenze sociali ed economiche, tanto da diventare una priorità assoluta nelle agende politiche locali e nazionali.

Le alluvioni, un altro fenomeno sempre più frequente, stanno provocando danni enormi in termini di vittime e distruzione di beni materiali. Eventi tragici come quello di Valencia, dove le inondazioni hanno causato gravi perdite di vite umane, sono un chiaro segnale della crescente intensità di tali disastri.

La comunità scientifica internazionale è unanime nel riconoscere che i fenomeni climatici avversi stanno aumentando sia in frequenza che in gravità. A supporto di questa affermazione c’è la World Weather Attribution (Wwa), una rete accademica che si occupa di analizzare e calcolare l’impatto del cambiamento climatico sugli eventi meteorologici estremi. I suoi studi offrono una fotografia accurata della situazione attuale, evidenziando l’importanza di un forte impegno internazionale per ridurre le emissioni di gas serra, una condizione imprescindibile per limitare i danni derivanti dal cambiamento climatico.

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L’impatto del cambiamento climatico sulle ondate di calore

Secondo numerosi ricercatori, anche un piccolo aumento delle temperature medie globali può portare a cambiamenti significativi nei modelli climatici, con effetti diretti sul verificarsi di eventi estremi come le ondate di calore. Questi eventi, sempre più frequenti e intensi, sono una delle manifestazioni più evidenti del cambiamento climatico causato dall’attività umana. La modellistica climatica offre uno strumento fondamentale per comprendere la relazione tra il riscaldamento globale e l’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi come il caldo eccessivo. In particolare, le ondate di calore sono legate alla formazione delle cosiddette cupole di calore, che si verificano quando un’area di alta pressione persiste per giorni o addirittura settimane, “intrappolando” l’aria calda in una determinata zona e impedendo il suo naturale ricambio.

I ricercatori utilizzano due principali scenari per analizzare l’impatto del cambiamento climatico:

  • Reale, che prende in considerazione l’effetto delle attività umane sul riscaldamento globale
  • Ipotetico, in cui l’uomo non esercita alcuna influenza sul clima

Nel primo scenario, ad esempio, l’aumento delle temperature globali è stimato in circa 1,2 °C, mentre nel secondo scenario non si registra alcun riscaldamento. I modelli climatici usati per esaminare questi scenari hanno permesso al gruppo di ricerca della World Weather Attribution di stabilire che eventi estremi come i picchi di temperatura registrati in Mali lo scorso aprile, che hanno superato i 48 °C nella regione del Sahel, non sarebbero stati possibili senza il cambiamento climatico causato dalle attività umane. La temperatura elevata ha provocato un significativo aumento dei ricoveri ospedalieri e delle morti, mettendo in evidenza le gravi conseguenze socio-sanitarie del riscaldamento globale.

Inoltre, gli scenari previsionali suggeriscono che episodi di caldo estremo come quello del 2022 nel Regno Unito, dove per la prima volta le temperature hanno superato i 40 °C a luglio, potrebbero diventare sempre più frequenti in futuro. La World Weather Attribution ha sottolineato che senza il cambiamento climatico, tali temperature sarebbero state “estremamente improbabili”, mettendo in evidenza il legame tra il riscaldamento globale e il verificarsi di temperature record.

In parallelo, i ricercatori stanno indagando anche le influenze dirette che l’innalzamento delle temperature nell’Artico potrebbe avere sul clima globale. L’Artico si sta riscaldando infatti quattro volte più velocemente rispetto al resto del mondo, un fenomeno che ha effetti a cascata su molte dinamiche atmosferiche globali. Una delle teorie principali è che il riscaldamento dell’Artico stia influenzando i venti veloci che si muovono nell’alta atmosfera, conosciuti come il jet stream. Il cambiamento di velocità e direzione di questi venti potrebbe essere una delle cause principali della formazione delle cupole di calore, accentuando ulteriormente gli eventi climatici estremi in diverse parti del mondo. Questo fenomeno dimostra come il cambiamento climatico, agendo a livello globale, possa alterare equilibri climatici locali e portare a effetti sempre più imprevedibili.

Riscaldamento globale e piogge torrenziali: un legame sempre più evidente

Il rapporto tra il riscaldamento globale e l’intensificazione delle piogge torrenziali è ormai chiaro e scientificamente comprovato. Con ogni aumento di un grado della temperatura media globale, si verifica un aumento potenziale dell’umidità nell’atmosfera pari al 7%. Questo incremento di umidità ha effetti diretti sul clima, poiché una maggiore presenza di vapore acqueo nell’atmosfera aumenta significativamente la possibilità di precipitazioni intense. La Wwa ha evidenziato che la probabilità di eventi pluviometrici estremi raddoppia con l’aumento della temperatura, facendo crescere in modo esponenziale il rischio di alluvioni e fenomeni climatici estremi.

Nel corso dell’anno, eventi alluvionali devastanti sono stati registrati in numerosi paesi, tra cui Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Austria e Italia. A settembre, queste inondazioni hanno messo in ginocchio intere comunità, causando danni significativi alle infrastrutture e alla vita quotidiana dei cittadini. Ma i fenomeni estremi non si sono limitati a quell’occasione: ad ottobre, forti piogge hanno colpito ancora una volta Emilia-Romagna e Valencia, le cui immagini, drammatiche e di forte impatto, hanno fatto il giro del mondo, sollevando una crescente consapevolezza globale sull’urgenza di affrontare le sfide legate al cambiamento climatico.

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l’organizzazione scientifica internazionale creata nel 1988 dalle Nazioni Unite, ha recentemente ribadito in uno dei suoi rapporti che la maggiore frequenza e l’intensità delle piogge forti che stanno interessando la maggior parte delle regioni terrestri sono una conseguenza diretta delle attività umane. Il cambiamento delle condizioni atmosferiche, dovuto principalmente all’emissione di gas serra, sta alterando i modelli climatici, con un impatto devastante sugli ecosistemi e sulle popolazioni vulnerabili.

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L’intensificarsi di questi eventi meteorologici estremi, come le piogge torrenziali, non è più una previsione per il futuro, ma una realtà attuale, che richiede un’azione urgente per mitigare gli effetti del riscaldamento globale. La scienza del clima continua a dimostrare che la riduzione delle emissioni di gas serra è essenziale per limitare l’aumento delle temperature globali e contrastare l’acuirsi di fenomeni atmosferici sempre più distruttivi.

Polarizzazione climatica, l’alternarsi di umidità e siccità

Il Pianeta sta vivendo una chiara polarizzazione climatica, con alcune aree che diventano progressivamente più umide e altre che, al contrario, stanno sperimentando periodi di crescente secchezza. Questo cambiamento ha conseguenze dirette sulla frequenza e sulla gravità dei fenomeni climatici estremi, tra cui la siccità, che sta diventando una condizione sempre più comune in molte regioni del mondo. La causa di questo fenomeno è da ricercarsi nell’aumento delle temperature medie, che sta intensificando i cicli di evaporazione. Con temperature più elevate e più persistenti, l’evaporazione dall’acqua presente nel suolo e nelle superfici idriche aumenta significativamente, creando un circolo vizioso. L’aria calda fa evaporare più rapidamente l’acqua, ma allo stesso tempo aumenta anche la richiesta di risorse idriche, soprattutto nel settore agricolo, che è particolarmente vulnerabile a questa dinamica.

Un esempio lampante di come questi cambiamenti si manifestano in modo drammatico si trova in Africa orientale. Tra il 2020 e il 2022, questa regione ha visto la perdita di ben cinque stagioni delle piogge, un fenomeno che ha portato a una delle peggiori siccità degli ultimi 40 anni. Le conseguenze sono state devastanti: oltre un milione di persone sono state costrette a fuggire, in particolare dalla Somalia, un paese che ha sofferto enormemente per l’assenza di piogge e la scarsità d’acqua. Questo fenomeno ha dato origine a una nuova categoria di migranti: i migranti climatici, una realtà che non è più un’ipotesi per il futuro, ma una condizione già esistente e che continua a crescere con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici.

Un altro caso emblematico si è verificato nella foresta pluviale dell’Amazzonia nella seconda metà del 2023, quando si è registrata la peggiore siccità mai documentata in quella regione. La foresta, uno degli ecosistemi più cruciali per la regolazione del clima globale, ha sofferto per l’assenza prolungata di piogge, un segno che anche le zone più ricche di biodiversità sono vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Secondo la Wwa, eventi di questo tipo sono diventati cento volte più probabili rispetto al passato, proprio a causa dell’impulso del cambiamento climatico, che sta alterando il normale andamento delle stagioni e degli equilibri climatici.

Cambiamento climatico e incendi boschivi

Gli incendi boschivi stanno diventando un fenomeno sempre più frequente e devastante, alimentati da una combinazione di fattori climatici e di cambiamenti nell’uso del suolo. Come evidenziato dall’Ipcc, il cambiamento climatico sta estendendo e aggravando le condizioni meteorologiche che favoriscono la diffusione dei roghi. I picchi di calore estremo, spesso prolungati, inaridiscono il terreno e la vegetazione, trasformandoli in un vero e proprio combustibile per gli incendi. A ciò si aggiunge il ruolo dei venti forti, che contribuiscono a propagare le fiamme su vaste aree, rendendo difficili le operazioni di contenimento.

Un esempio emblematico è rappresentato dalla stagione degli incendi boschivi del Canada nel 2023, la peggiore mai registrata nella storia del Paese. Milioni di ettari di foresta sono stati distrutti, provocando danni ambientali irreparabili e un significativo aumento delle emissioni di gas serra. Gli studi condotti dalla Wwa hanno dimostrato che le probabilità di incendi in Canada sono più che raddoppiate a causa del cambiamento climatico. Questo fenomeno non è isolato, ma rappresenta una tendenza globale che minaccia ecosistemi, comunità e biodiversità.

Oltre al riscaldamento globale, anche il cambiamento nell’uso del suolo contribuisce all’aumento degli incendi boschivi. L’espansione agricola, la deforestazione e l’urbanizzazione riducono la capacità naturale delle foreste di resistere agli incendi, rendendo alcune aree ancora più vulnerabili. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), gli effetti combinati del cambiamento climatico e delle trasformazioni del territorio porteranno a una maggiore frequenza e intensità degli incendi boschivi a livello globale. I modelli sviluppati dai ricercatori prevedono un incremento del rischio fino al 50% entro il 2100, una prospettiva allarmante che richiede interventi urgenti e mirati.

Gli incendi non sono solo un problema ambientale, ma anche una questione di salute pubblica e sicurezza. Le particelle di fumo rilasciate durante i roghi aumentano l’inquinamento atmosferico, con gravi conseguenze per la salute umana, specialmente nelle popolazioni più vulnerabili. Inoltre, il danno economico provocato dagli incendi, che include la distruzione di foreste, infrastrutture e abitazioni, è immenso, e la ricostruzione richiede anni.





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