- L’INPS offre la possibilità ai lavoratori di integrare periodi di attività non coperti da contribuzione obbligatoria tramite versamenti facoltativi.
- Gli importi versati serviranno a raggiungere i requisiti minimi per la pensione o ad aumentare l’ammontare dell’assegno.
- Ogni tipologia di contribuente segue un calcolo diverso, che siano lavoratori dipendenti, professionisti, artigiani e commercianti, coltivatori diretti e lavoratori autonomi.
Il riscatto dei contributi, da non confondere con la ricongiunzione dei contributi, è una possibilità preziosa offerta dall’INPS e da altre casse previdenziali, pensata per i lavoratori e i professionisti che desiderano valorizzare periodi scoperti da contribuzione ai fini pensionistici.
Consente infatti di recuperare anni di attività lavorativa, di studio o di altre esperienze non retribuite, incrementando l’anzianità contributiva necessaria per anticipare i requisiti pensionistici o aumentare l’importo della pensione di vecchiaia futura.
Vediamo nel dettaglio come funziona il riscatto dei contributi e quali sono i costi previsti per ciascuna tipologia di contribuente, dai dipendenti agli autonomi, fino ai coltivatori diretti.
Riscatto dei contributi: cos’è e come funziona
Il riscatto dei contributi consente dunque di integrare periodi di attività non coperti da contribuzione obbligatoria, grazie a versamenti volontari da parte del lavoratore o del professionista. I periodi riscattabili variano e comprendono situazioni specifiche, come:
- congedi per motivi di formazione e studio;
- anni accademici per il conseguimento di diplomi universitari o altri titoli equivalenti;
- periodi di maternità e puerperio senza rapporto di lavoro;
- congedi familiari per eventi gravi;
- attività parasubordinate anteriori al 1996;
- esperienze di lavoro all’estero non coperte da accordi di previdenza sociale con l’Italia.
I contributi facoltativi versati vengono accreditati retroattivamente sui periodi scoperti, ossia in cui il lavoratore non ha versato contributi IVS obbligatori. Per esempio, se un lavoratore decide di riscattare gli anni di scoperto tra il 1991 e il 1993, il versamento avviene oggi, ma viene conteggiato come contributo per quegli specifici anni, incrementando la sua anzianità previdenziale per il calcolo della pensione.
Quanto costa riscattare i contributi per un lavoratore dipendente
Per i lavoratori dipendenti, il calcolo del riscatto dei contributi si basa sul salario dell’ultimo anno lavorativo, applicando un’aliquota del 33% secondo il minimale contributivo stabilito annualmente dall’INPS.
Supponendo, ad esempio, un minimale settimanale di 227,18€ per il 2023, il costo per una settimana di riscatto sarà di 74,97€. Qui vediamo una panoramica secondo i minimali contributivi dal 2002 in poi.
Questo importo viene quindi moltiplicato per il numero di settimane che si intende riscattare: per due anni (104 settimane), il costo totale sarà circa 7.797€. Anche i lavoratori che al momento non hanno un’occupazione possono riscattare i contributi, utilizzando come base di calcolo l’ultimo stipendio percepito.
Riscatto dei contributi per professionisti autonomi con Albo
I professionisti appartenenti a categorie regolamentate, come avvocati, ingegneri o architetti, devono invece fare riferimento alle proprie casse previdenziali private per riscattare i contributi. Ogni cassa applica criteri specifici e aliquote diverse per il calcolo dell’importo dovuto e i costi sono quindi molto variabili a seconda della professione.
Quanto costa riscattare i contributi per Artigiani e Commercianti
Gli artigiani e i commercianti iscritti alla gestione INPS possono riscattare i contributi basandosi sul reddito medio degli ultimi 36 mesi, con un’aliquota rispettivamente del:
- 24% per gli artigiani;
- 24,48% per i commercianti.
Questo calcolo stabilisce l’importo annuo da versare, che può poi essere moltiplicato per il numero di anni da riscattare. Per gli anni in cui il lavoratore aveva un’età inferiore a 21 anni, vengono applicate aliquote più vantaggiose, al 23,70% per gli artigiani e al 24,18% per i commercianti secondo le attuali disposizioni.
Quanto costa riscattare i contributi con Gestione Separata INPS
I lavoratori autonomi che operano sotto la Gestione Separata dell’INPS calcolano il riscatto dei contributi sui compensi medi dell’anno precedente, con un’aliquota del 25%. Per il 2023, il minimale contributivo era di 17.504€, il che porta il costo per un anno di riscatto a 4.376€.
Va evidenziato che ogni anno tali percentuali e minimali possono variare in base alle disposizioni INPS, per cui per un conteggio ottimale bisogna tenere conto delle aliquote stabilite nell’anno a cui si fa riferimento.
Riscatto dei contributi per i coltivatori diretti
I coltivatori diretti hanno la possibilità di riscattare i contributi volontari utilizzando la media dei redditi degli ultimi tre anni. Tuttavia, l’importo non può essere inferiore a quello previsto per i lavoratori dipendenti: ad esempio, per riscattare un anno, un coltivatore diretto dovrà versare almeno 3.898,50€, cifra che corrisponde al minimo stabilito per i lavoratori dipendenti.
Riscatto della laurea: cos’è e quanto costa
Esiste anche un’ulteriore opzione specifica per valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi universitari, a condizione che sia stato conseguito il relativo titolo. Il riscatto della laurea si rivolge a tutti coloro che hanno conseguito:
- diplomi universitari di varia durata;
- titoli di specializzazione o dottorati di ricerca;
- percorsi di laurea triennale, specialistica e magistrale.
Possono essere riscattati solo i periodi non già coperti da altre forme di contribuzione previdenziale, obbligatoria o figurativa e il richiedente deve avere almeno un contributo obbligatorio nel sistema pensionistico di riferimento, salvo i casi di soggetti inoccupati. Il costo del riscatto varia in base al periodo di riferimento:
- per gli anni che rientrano nel sistema retributivo, ossia quelli fino al 31 dicembre 1995, l’onere viene calcolato in base alla retribuzione media degli ultimi anni di lavoro;
- per i periodi successivi il costo è determinato applicando l’aliquota contributiva vigente al reddito lordo dell’ultimo anno.
Per chi cerca una soluzione meno onerosa, esiste anche il riscatto agevolato per lavoratori autonomi, in cui il calcolo si basa sul minimale contributivo degli artigiani e commercianti.
Ad ogni modo, l’INPS offre un servizio online1 che permette di simulare il costo del riscatto, la sua rateizzazione e l’impatto sulla futura pensione. Il simulatore è accessibile a chiunque, senza necessità di autenticarsi e consente di ottenere una stima personalizzata basata sui dati inseriti.
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