Il dipinto è da riferirsi all’ultimo, fecondo momento dell’attività del Ferrari, dopo il suo definitivo ritorno a Padova, fra il 1650 (data degli affreschi di Villa Selvatico) ed il 1654, anno della morte.
Quest’ultimo periodo è fra l’altro caratterizzato dal grande successo di certe sue “invenzioni”, talune replicate dallo stesso Ferrari, magari con l’aiuto dei collaboratori, per far fronte alle richieste ed esigenze collezionistiche delle più importanti famiglie venete del tempo.
E’ il caso di questo fortunato soggetto devozionale: con la tela qui esaminata arriviamo infatti a cinque versioni sul tema.
Nella monografia dedicata all’artista dal prof. Pirondini si individua un prototipo, attualmente presso la Fondazione Manodori di Reggio Emilia (allora Cassa di Risparmio; Pirondini, 1999, pp. 200 – 201; cm 78 x 63).
Altrettanto convincente si palesava poi la replica, di maggiori dimensioni (cm 90 x 67) vista sul mercato antiquario dopo l’edizione della monografia (e perciò non catalogata), mentre nella medesima il professore schedava fra le opere dubbie tre versioni:
una venduta presso Christie’s nel 1991 (cm 93 x 67), l’altra conservata presso la Galleria Fontanesi di Reggio (cm 75 x 63,5) e la terza versione, qui presentata, un tempo nella collezione Palazzi, che allora figurava dispersa ma già conosciuta dal professore sulla base di una fotografia di archivio in bianco e nero dai valori chiaroscurali alterati. Quest’ultima, recentemente ricomparsa, è stata correttamente restituita al Corpus del Maestro dal professore.
Questo San Giovanni Battista è altresi impotante per la storia del collezionismo, essendo appartenuto, in passato, alla prestigiosa raccolta dei conti Palazzi Trivelli di Reggio Emilia.
Ce lo testimonia il Catalogo della Esposizione d’Arte antica di Reggio nell’Emilia, mostra in cui i maggiorenti locali esibivano le loro opere d’arte: qui la contessa Leocadia Palazzi, oltre ad un grande Ritratto di Francesco IV Gonzaga ascritto a Pourbus ed il Bacco, Venere e Cerere di Luca Ferrari esponeva pure il nostro dipinto, con l’errata attribuzione a Luca Giordano.
Il prof. Pirondini si riserva perciò la possibilità di pubblicare, con la sua giusta paternità, il San Giovanni Battista in oggetto in un prossimo volume dal titolo Palazzo Palazzi Trivelli a Reggio Emilia.
Expertise a cura del Prof. Massimo Pirondini datata novembre 2024.
Provenienza :
contessa Leocadia Palazzi Trivelli (1846 – 1917)
Roma, collezione privata
Esposizioni :
Esposizione d’Arte antica di Reggio nell’Emilia, 1899, p.33.
Bibliografia :
M. Pirondini, Luca Ferrari, Reggio Emilia, 1999, tavola ? p. ?
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