Roma, 20 novembre 2024 – Nonostante esista da oltre un decennio, e abbia rappresentato per molte persone un canale per differenziare i propri investimenti, è ancora forte la diffidenza degli italiani nei confronti del crowdfunding, una pratica di finanziamento collettivo.
L’indagine di Opstart e Bva Doxa L’Italia è stato il primo Paese in Europa a dotarsi di una disciplina specifica sul tema del crowdinvesting già nel lontano 2013, ma nonostante ciò tra gli investitori c’è ancora oggi molta diffidenza verso questi strumenti. La motivazione è da ricercare soprattutto in una scarsa educazione finanziaria degli italiani. A sottolinearlo è l’Indagine Crowdfunding 2024 di Opstart, fintech hub che in Italia offre ad aziende e investitori gli strumenti di finanza alternativa che si basano sul crowdfunding: equity, lending e debt crowdfunding. Il 54% degli intervistati nel sondaggio condotto con Bva Doxa ha dichiarato di investire, mentre il restante 46% si tiene ancora lontano dal mondo degli investimenti. Il crowdfunding, sebbene sia conosciuto da quasi la metà degli intervistati (44%), viene effettivamente utilizzato solo dal 6%. Sebbene sia considerato dal 25% come strumento di semplice utilizzo, il 18% lo ritiene un investimento ad alto rischio. Il 16% lo valuta poco affidabile, ma un altro 16% lo percepisce potenzialmente redditizio. Tra le caratteristiche del crowdfunding più apprezzate, c’è l’essere uno strumento di finanziamento dal basso (40%), che permette a piccoli investitori di contribuire a progetti in fase di avvio. Un terzo degli intervistati (36%) trova interessante la diversificazione dei progetti oggetto di finanziamento, che consente di investire in una vasta gamma di iniziative, da quelle tecnologiche a quelle sostenibili.
L’identikit dell’investitore Ma chi è l’investitore in crowdfunding in Italia? Uomo, laureato, tra i 30 e i 50 anni, residente nel Nord Italia. Ricopre una posizione lavorativa che non è necessariamente legata a un’educazione in ambito finanziario, eppure negli ultimi 2 anni ha concluso fino a 10 operazioni per un valore compreso tra 10mila e 50mila euro, e punta ad investire in crowdfunding ulteriormente nei prossimi 12 mesi. Obiettivo? Ottenere una rendita con interessi o dividendi. Solo il 15% degli investitore è donna, mentre la fascia d’età più presente è quella fra i 30 e i 50 anni (48%), seguita dagli over 50 (41%). Nel 54,9% dei casi è in possesso di un titolo di laurea e dispone di una conoscenza finanziaria di base (23,1%) o approfondita (14,4%). Tra chi investe in crowdfunding, il 53,6% ha effettuato fino a 10 operazioni negli ultimi due anni, il 23% tra 11 e 50, l’11,6% più di 50, dimostrando una partecipazione attiva e costante nel mercato degli investimenti alternativi. Questi investitori non solo guardano al presente, ma nutrono un forte ottimismo verso il futuro: il 77,9% è infatti convinto che la propria situazione finanziaria migliorerà.
Dove si investe di più Le regioni dove si investe di più sono al Nord, in particolare la Lombardia raccoglie il 42% delle adesioni, seguita da Emilia-Romagna con l’11%, Piemonte e Veneto col 10%. Al Centro guidano il Lazio col 6%, la Toscana col 3%, Marche 2% e Umbria 1%. Al Sud, primo posto per la Campania col 3%, davanti a Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia tutte all’1%. Secondo l’Indagine di Opstart e i dati elaborati dal sondaggio condotto con Bva Doxa, i principali freni allo sviluppo del crowdfunding in Italia restano la diffidenza (33%), e la percezione che ci si trovi dinanzi ad un rischio troppo alto di perdere il capitale investito (25%). Seguono poi, nella classifica dei timori principali per gli italiani, quello di guadagnare troppo poco a fronte del rischio (16%), la mancanza di adeguata regolamentazione (15%), i costi associati all’investimento (10%), i costi di ingresso troppo alti (10%), la scarsa diversificazione (9%) e una pessima, precedente esperienza (4%).
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