Un atto di generosità nei confronti di Napoli che pochi imprenditori privati avrebbero fatto. Un atto di cessione a titolo gratuito di 70mila metri quadrati, l’area ex Cementir di Bagnoli, a Invitalia da parte di “Basi 15”, società della Cementir Holding, multinazionale guidata da Francesco Caltagirone jr. Si tratta di un lotto strategico per il programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana che è ora tutto nelle mani di Invitalia, soggetto attuatore della bonifica di Bagnoli. Perché proprio in quelle proprietà regalate passano opere viarie e idrauliche cruciali per restituire ai napoletani un pezzo di futuro atteso da decenni che porta in dote turismo, benessere, recupero del mare. Perché solo grazie a questo atto di cessione gratuita Invitalia può procedere operativamente al fine di rompere la storica cesura tra il lungomare di Napoli e i Campi Flegrei e realizzare così la indispensabile cerniera di congiunzione urbana con il polo Ovest in una logica di allargamento della città e degli spazi.
Siamo di fronte a qualcosa che va oltre il pragmatismo della collaborazione tra pubblico e privato, di per sé positiva e tipica delle grandi trasformazioni, per entrare in una sfera che appartiene al senso di responsabilità collettivo che una parte del mondo dell’impresa privata ha mostrato in stagioni felici come quelle del Dopoguerra e in altre fasi cruciali successive, non certo di sovente e in modo diffuso. Sono scelte, per capirci, che antepongono l’interesse della comunità a quello individuale in una logica condivisa di azione che distingue i ruoli delle parti in causa, favorisce lo sviluppo, elimina le controversie, e rappresenta a tutti gli effetti l’esatto contrario di mire speculative, espressione di una cultura prenditrice che tanto male ha fatto a Napoli e al Mezzogiorno. Si chiude nel migliore dei modi, perché si mette al centro l’interesse generale, un capitolo di trent’anni di strumentalizzazioni e rimpalli di responsabilità che ha coinvolto a tutti i livelli il sistema politico nazionale e locale. Con un’azienda, come la Cementir, che ha avuto, forse, una sola colpa: rilevare dall’Iri un impianto già chiuso. Si è attuato finalmente un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini che garantisce la coesistenza sostenibile di industria e territorio. È un passo fondamentale per la realizzazione del progetto di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana di Bagnoli. È stato questo il commento del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, alla cessione a titolo gratuito dell’area ex Cementir. Sottolinea lo spirito nuovo di chi ha fatto questa scelta perché è quello che rende possibile il raggiungimento di risultati concreti. Ora si può lavorare per trasformare Bagnoli in un modello esemplare di rigenerazione territoriale. Ora si possono realizzare infrastrutture collegate al nuovo tracciato dell’Arena Sant’Antonio, un impianto per il trattamento delle acque di falda e due parcheggi a servizio del parco e del waterfront. Soprattutto, sarà possibile integrare la maggior parte di quest’area strategica nel grande parco urbano che si estenderà per oltre 100 ettari sull’intera piana.
Questo spirito nuovo a cui spesso Manfredi fa riferimento quando parla della grande trasformazione in atto a Napoli è quello di un’imprenditoria privata che si mette in gioco e scommette sul futuro della città. Questo spirito nuovo invoca sostegno dal mondo privato, non vecchie o nuove richieste di aiuto. Perché i territori che hanno cambiato faccia e sono cresciuti stabilmente sono quelli dove i privati non hanno chiesto per sé, ma hanno fatto per gli altri. L’atto di generosità compiuto dalla Cementir Holding a Bagnoli regalando fabbricati e terreni a Invitalia, rientra, di diritto, in questo tipo di comportamenti. Fa parte di quelle azioni di responsabilità collettiva dell’impresa privata di cui si ha oggi vitale bisogno se si vuole cambiare smettendo di fingere di farlo.
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