La sanità lombarda “bastonata” dalla Corte dei Conti, e in particolare dall’ultimo aggiornamento del monitoraggio relativo ai fondi del Pnrr per l’assistenza sanitaria territoriale. Le famose case di comunità e ospedali di comunità, da realizzare entro il 2026. Per il programma dovrebbero arrivare ad essere, rispettivamente, 187 e 60. La stessa Regione Lombardia ne dichiara attive rispettivamente 125 e 20.
Ma, secondo l’analisi dei magistrati contabili, è emersa “una ridotta operatività – si legge in una nota – per effetto della carenza di personale medico e di forti limitazioni sull’orario di apertura e sulla gamma di servizi previsti, oltre che per la contestuale sussistenza di cantieri per lavori di adeguamento”. Insomma, non ci sono ancora tutte le strutture e, quelle che ci sono, non se la passano eccellentemente.
Nel dettaglio, 49 case di comunità sulle 125 attive offrono attualmente servizio sanitario per meno di 12 ore al giorno e meno di 6 giorni alla settimana. Altre 15 strutture sono state accreditate come ‘spoke’, cioè non di proprietà pubblica e ancora più capillari, ma funzionanti per 12 ore al giorno (anziché 24) e per 6 giorni alla settimana (anziché 7): secondo la Corte dei Conti questo non rispetterebbe però l’accordo col Ministero della Salute.
Altre 85 case di comunità, infine, risultano sprovviste di medici di base, mentre ben 112 non hanno pediatri: “Un dato peggiore rispetto al precedente controllo di luglio 2023, nonostante l’incremento di strutture aperte”, sottolinea la Corte dei Conti. Situazione migliore circa la presenza del personale infermieristico, socio-sanitario e amministrativo.
Stanziamenti dedicati alle case di comunità
La situazione, all’avvicinarsi della scadenza di fine 2026, preoccupa i magistrati contabili. Che riferiscono il punto di vista della Regione sul “grave ritardo nella realizzazione del programma”: per i vertici del Pirellone sarebbe riferibile alla “complessità della gestione amministrativa del Pnrr” e alla “difficoltà di reperire il personale medico”. La soluzione? “Stanziamenti pluriennali vincolati all’assunzione per il personale dedicato all’assistenza territoriale”. Insomma, reperire alla svelta medici (soprattutto) e il resto del personale, per non rischiare di non centrare gli obiettivi del Pnrr.
Infine, un’ultima ‘stoccata’ circa le spese anticipate finora dai vari enti sanitari: secondo la Corte dei Conti, finora la Regione non ne ha rimborsato nessuno, nonostante i fondi Pnrr siano impegnati nel bilancio regionale fin dal 2022, e le linee guida per la rendicontazione risalgano a luglio 2023.
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