Nel 2025 la Regione potrebbe ricorrere all’accensione di un mutuo da un miliardo di euro anche per garantire la prosecuzione e le opere del Piano Lombardia. La conferma è arrivata ieri nel corso della seduta della Commissione Ambiente del Consiglio regionale dedicata all’esame della manovra finanziaria 2025-2027. Sempre ieri ha fatto discutere il report di Bankitalia sull’economia lombarda, in particolare nella parte in cui si constata che la Lombardia non cresce più delle altre regioni italiane: la locomotiva è ferma? Con ordine, però.
Quanto al mutuo, è stata Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, a porre la questione chiedendone l’importo ad Ornella Borrometi, dirigente della Direzione Centrale Bilancio e Finanza, la quale ha così risposto: “Abbiamo ipotizzato un miliardo di euro per far fronte agli investimenti. A tutte le Direzioni è stato chiesto di verificare l’effettiva maturazione degli impegni di spesa e da questa verifica si è fatta la stima del mutuo da assumere”. Da qui il commento di Vallacchi: “La Regione potrebbe essere costretta ad accendere un mutuo pari ad un miliardo di euro per finanziare un Piano che non ha alcuna visione complessiva né alcuna visione strategica: si tratta di opere slegate tra loro, chieste dai Comuni che avranno qualche utilità in ambito strettamente locale ma non faranno fare alla regione nel suo complesso alcun passo in avanti. Al mutuo, qualorà sarà acceso, si arriverà, per i rilievi mossi alla Giunta dalla Corte dei Conti, che ha sconsigliato di proseguire sulla via di flussi di cassa ed eventuale creazione di disavanzo per opere che restano nel patrimonio dei Comuni”. Critico Nicola Di Marco, capogruppo del M5s: “Tra i circa 330 milioni di euro che Regione dovrà restituire allo Stato per l’errato calcolo dei Livelli Essenziali di Assistenza e gli interessi sui mutui per gli investimenti, ai lombardi toccherà pagare un conto salatissimo”.
Quindi il capitolo Banca d’Italia. Le righe che hanno innescato lo scontro sono le prime due del comunicato di Bankitalia: “Nel 2024 l’economia lombarda ha continuato a crescere, seppure in misura contenuta. Nostre stime indicano un aumento del prodotto dello 0,4% per il primo semestre, in linea con l’andamento nazionale”. Da qui la conclusione delle opposizioni: “La Lombardia non è più locomotiva del Paese. La nostra crescita è calata fino ad essere in linea con quella nazionale, una cosa che non era mai accaduta prima. Questo è il risultato di fattori esterni ma pure di mancate scelte politiche di una Giunta Fontana velleitaria e ideologica”. Il presidente della Regione però non ci sta: “Ci dicano chi è il nuovo motore trainante dell’Italia, in grado di garantire 56 miliardi di residuo fiscale all’anno al Paese :– rimarca Attilio Fontana –. La Lombardia è una delle regioni più competitive d’Europa, il territorio che attrae più investimenti dall’estero e che produce il 26% dell’export italiano ogni anno”.
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