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Nuove assunzioni: prorogata al 2027 la deduzione al 120% dei costi #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Il DDL di Bilancio 2025 presentato dal Governo il 23 ottobre 2024 è nel vivo dell’iter legislativo, tra proposte ed emendamenti in discussione che tengono col fiato sospeso addetti ai lavori, professionisti, imprese e lavoratori, in attesa dell’approvazione definitiva.

Uno dei temi attualmente oggetto di valutazione del parlamento è quello dell’aumento dei limiti di deducibilità dei costi per le nuove assunzioni. Nel disegno di legge di bilancio approvato dal Governo, infatti, un’intera sezione è dedicata al vastissimo campo della crescita economica, delle infrastrutture e degli investimenti.

Leggendo la proposta attualmente in discussione alle Camere, è possibile analizzare, ad esempio, quali siano le soluzioni individuate e i fondi stanziati per gli interventi in materia di premi di produttività e welfare aziendale, le agevolazioni fiscali sul lavoro notturno e straordinari nei giorni festivi, nonché la maggiorazione del costo ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni.

La misura che rientra nella Riforma fiscale

In questo articolo ci concentreremo su quest’ultima misura, che attualmente trova la sua disciplina nell’art. 4 D.Lgs. 216/2023. Tale provvedimento fa parte del più ampio novero di decreti legislativi di attuazione della riforma fiscale voluta dall’attuale Governo, le cui disposizioni finalizzate a realizzare la revisione del sistema di imposizione del reddito delle persone fisiche nonché la graduale riduzione della relativa imposta (IRPEF).

Nelle more della realizzazione di questo progetto di riforma, l’art. 4 del predetto decreto stabiliva che, per il periodo di imposta 2024, per i titolari di reddito d’impresa e per gli esercenti arti e professioni, il costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito, di un importo pari al 20 % del costo riferibile all’incremento occupazionale.

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Per poter beneficiare di tale misura, occorre aver esercitato l’attività imprenditoriale o professionale nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023 per almeno trecentosessantacinque giorni.

L’agevolazione non spetta alle società e agli enti in liquidazione ordinaria, assoggettati a liquidazione giudiziale o agli altri istituti liquidatori relativi alla crisi d’impresa.

La misura dell’incremento occupazionale

Come si misura l’incremento occupazionale? La norma stabilisce che il numero dei dipendenti a tempo indeterminato al termine del periodo d’imposta 2024 deve risultare superiore al numero dei dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupato del periodo d’imposta precedente. L’incremento occupazionale va considerato al netto delle diminuzioni occupazionali verificatesi in società controllate o collegate ai sensi dell’art. 2359 c.c. o facenti capo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto.

Il costo è determinato come il minor importo tra il costo effettivo relativo ai nuovi assunti e l’incremento complessivo del costo del personale risultante dal conto economico rispetto a quello relativo all’esercizio in corso al 31 dicembre 2023.

La Manovra 2025

Ma cosa prevede il disegno di legge di bilancio per il 2025? Innanzitutto, l’art. 70 del DDL proroga tale misura, disponendo che l’incentivo fiscale alle nuove assunzioni trovi applicazione anche per i tre periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2024, quindi fino al 2027.

La relazione illustrativa al disegno di legge spiega che l’incentivo dovrà essere calcolato su base “mobile” considerando l’incremento occupazionale realizzato in ciascuno dei periodi d’imposta agevolati rispetto al corrispondente periodo d’imposta precedente.

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L’attuazione

Con decreto 25 giugno 2024, adottato dal Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sono state altresì introdotte le disposizioni attuative riguardanti la determinazione dei coefficienti di maggiorazione relativi alle categorie di lavoratori svantaggiati in modo da garantire che la complessiva maggiorazione non ecceda il 10 per cento del costo del lavoro sostenuto per dette categorie.

Si tratta di una novità rilevante per tutte le imprese e i professionisti che potrebbero rientrare nel campo di applicazione della norma, incentivando la crescita occupazionale e la stabilità delle assunzioni, attraverso un risparmio significativo dei costi relativi alle imposte sui redditi; sarà quindi opportuno restare aggiornati in attesa della definitiva approvazione del testo di legge per verificare se la proposta del governo troverà effettiva realizzazione o se interverranno ulteriori modifiche.



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