L’atto di indirizzo varato giovedì dalla giunta comunale che apre la strada ad una variante al piano particolareggiato per le zone produttive e portuali di Rovigo, ovvero l’area Interporto, e a una modifica dell’articolo 23 trova l’appoggio della maggioranza ma divide l’opposizione tra chi è favorevole e chi, invece, è perplesso se non fortemente contrario.
Partendo dalla maggioranza, il capogruppo FdI Nello Piscopo commenta: “Ritengo che i tempi siano giusti per questa modifica. Siamo in una situazione in cui i limiti imposti dall’articolo 23 compromettono troppe possibilità di sviluppo. Oggi apriamo ai medi e piccoli insediamenti ma anche alle nuove destinazioni urbanistiche. Dunque ben venga la modifica ma con l’applicazione ferrea delle norme nazionali per la tutela dell’ambiente a cui tutti devono attenersi”. Soddisfazione esprime anche il capogruppo Lega Riccardo Ruggero: “Non possiamo che valutare positivamente l’atto di indirizzo della giunta. L’attuale formulazione dell’articolo 23 è eccessivamente restrittiva e ha disincentivato gli investimenti nell’area, questa modifica permetterà invece l’insediamento di nuove imprese garantendo sempre e comunque la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini in un’ottica di sviluppo sostenibile”.
Più frastagliato, invece, il fronte dell’opposizione. Perché se Ezio Conchi, capogruppo di Cambia Rovigo, accoglie positivamente la novità: “Aspetto di vedere la delibera ma in linea di massima anche noi eravamo favorevoli per una modifica – commenta – Ovviamente deve essere migliorativa”, la capogruppo della Civica per Rovigo Elena Biasin non fa tanti giri di parole: “Non ci aspettavamo una iniziativa così frettolosa della giunta che non coinvolge solo l’articolo 23. L’atto di indirizzo, infatti, riguarda la predisposizione di una variante all’intero piano particolareggiato dell’Interporto. Credo che un tema così delicato, tenuto conto della complessa pianificazione urbanistica approvata negli ultimi tempi, meritasse un approfondimento preventivo con tutto il consiglio o quantomeno una commissione dedicata”.
Ancora più duro il consigliere Andrea Borgato che parla di “vera e propria porta sbattuta in faccia ai cittadini della frazione di Borsea e dei Comuni limitrofi” e invita “il sindaco e la giunta (tutti insieme) a venire sul territorio e a confrontarsi con i cittadini prima di operare scelte che non siano chiare e condivise”. Una discussione in consiglio era quanto auspicavano anche il capogruppo Pd Diego Crivellari e Palmiro Franco Tosini della civica democratica inclusiva: “Ribadiamo la nostra contrarietà e la consideriamo una scelta profondamente sbagliata. Probabilmente si compie con questo semplice atto amministrativo un salto all’indietro di vent’anni, nascondendosi dietro cavilli e tecnicismi e sottovalutando largamente le implicazioni per la sicurezza dei cittadini e per l’ambiente e, in particolare, le problematiche di una realtà come Borsea. Riteniamo poi sbagliato collegare questa decisione ad una prospettiva strategica come quella della Zls. La discussione doveva essere allargata opportunamente al consiglio comunale, come era stato chiesto da più parti”.
Federico Frigato, capogruppo di Rovigo si ama, bolla il piano particolareggiato di Interporto ed altri strumenti urbanistici come “datati, obsoleti” perciò “devono necessariamente essere adeguati alle nuove norme ma, soprattutto, devono essere allineati alle nuove direttrici dello sviluppo, in primis la Zls, al fine di favorire ed incrementare l’insediamento di attività legate alla logistica, sfruttando davvero le nostre potenzialità in termini di intermodalità. E puntando in maniera decisa sul nostro Interporto, fermi i divieti di insediamenti inquinanti”. Mentre Matteo Masin, capogruppo del Forum dei cittadini che sull’articolo 23 ha condotto una forte battaglia, citando il principio di precauzione stabilito dalla giurisprudenza conclude: “Tutta la normativa europea e quella nazionale, in materia ambientale, è tesa alla tutela della salute pubblica ed al contenimento e riduzione dell’inquinamento. Qui, invece, modificando l’articolo 23, si vorrebbe fare esattamente il contrario. È una grossa responsabilità quella che si assume questa maggioranza”.
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