FABRIANO – Da quasi 20 anni non c’è pace nel comprensorio fabrianese: tra crisi industriali, carenza di servizi e terremoto, dormire sonni tranquilli è diventato un lusso. L’ultima vertenza esplosa, quella di Beko Europe, con un piano industriale che prevede quasi 400 esuberi tra operai (solo 66 nello storico stabilimento di Vittorio Merloni a Melano), impiegati e dirigenti (circa 300 tra ridimensionamento degli uffici regionali e chiusura del reparto Ricerca e Sviluppo) è solo l’ultima agonia.
L’angoscia
C’è, infatti, anche il caso delle Cartiere con la chiusura della società Giano e il conseguente licenziamento di 195 dipendenti tra Fabriano e Rocchetta oltre l’indotto. Arrivare alla fine del mese, quindi, diventa l’obiettivo di tante famiglie che, fino a poche settimane fa, vivevano tranquille. Nel sito produttivo di Melano-Marischio, dove negli anni d’oro, in questi giorni, si iniziava a pensare a come allestire la festa di Santa Lucia del 13 dicembre con un grande pranzo con i dipendenti e un cantante all’apice del successo che allietava la giornata, in pochissimi parlano. Da lunedì si è nuovamente in cassa integrazione e al momento regna l’incertezza. «Come verranno scelti i 66 in esubero?» si chiede un operaio della zona. Che aggiunge: «Diventerà una guerra tra poveri, tra chi potrà continuare a lavorare e chi dovrà cercare altro». Il problema è il futuro. «Io ho 50 anni – confida un altro operaio – chi mai mi assumerà, vista la mia età? Mio figlio è all’università. Abbiamo fatto tanti programmi, dopo che si è diplomato». L’ansia sale a dismisura perché ci sono dipendenti che hanno un mutuo sulle spalle, una moglie già in cassa integrazione o chi ha un familiare che lavora in Cartiera. «Per Fabriano era il massimo. Adesso ci è crollato il mondo addosso» sussurra un operaio che ancora crede in un miracolo. Tra i dipendenti, che per il momento preferiscono non esporsi ufficialmente con nome e cognome, c’è rabbia e indignazione. «Abbiamo diritto a lavorare e a vivere nella serenità. Noi abbiamo sempre fatto il nostro dovere e pretendiamo rispetto». Stefano Balestra, sindacalista e storico operaio di Melano-Marischio, era al lavoro anche ieri. Ha parlato con tanti colleghi perché l’obiettivo è non arrendersi. «Il piano industriale è irricevibile. Oltre agli esuberi resterebbe comunque il nodo della saturazione dello stabilimento che è ferma intorno al 40%».
Balestra ha trascorso una vita nel sito produttivo di Melano: «Ora rischia di sparire o di ridimensionarsi sensibilmente uno dei distretti che ha fatto la storia dell’elettrodomestico in Italia. Pensavamo di aver superato tutto dopo il 2013». L’obiettivo è resistere. «Quella che stiamo vivendo è una brutta pagina che se non sarà cambiata, cancella o quasi la storia scritta da Vittorio Merloni, prima con la Merloni Elettrodomestici e poi con la Indesit Company, a Fabriano, nelle Marche, in Europa e nel mondo». Venerdì prossimo manifestazione regionale a Fabriano organizzata da Cgil e Uil Marche. Il corteo partirà dal PalaGuerrieri alle 9,30, proseguirà in via Dante poi viale Zonghi e viale della Vittoria per concludersi in piazza del Comune.
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