Nel 2025 il Fisco segnalerà tutte le incongruenze riscontrate nelle verifiche direttamente alle persone fisiche interessate. Si tratta di comunicazioni preliminari che precedono la notifica di accertamento fiscale e che permettono quindi al destinatario di regolarizzare eventuali errori o omissioni
Sono circa 3 milioni i contribuenti che nel 2025 riceveranno una comunicazione dal Fisco. La convenzione tra Ministero dell’economia e delle finanze e l’Agenzia delle entrate prevede l’invio di lettere di compliance a tutte le persone fisiche per le quali siano state riscontrate omissioni o infedeltà nel corso delle verifiche, confrontando quanto dichiarato dai cittadini con i dati disponibili nelle banche dati del Fisco. Si tratta però di comunicazioni preliminari: in questo modo, chi riceve per posta o via Pec la lettera dell’Agenzia, può procedere alla regolarizzazione dell’errore o dell’omissione prima di ricevere la notifica di accertamento fiscale.
Mancate comunicazioni Iva, partite Iva e Isa
I casi più diffusi di omissioni o infedeltà nella comunicazione dei dati al Fisco riguardano le mancate comunicazioni Iva o le omesse dichiarazioni delle partite Iva. Comuni anche le anomalie nella dichiarazione Isa, ovvero gli Indici sintetici di affidabilità. Nel primo caso, ad esempio, la verifica avverrà ogni trimestre: il Fisco effettuerà controlli per capire se il contribuente abbia realizzato operazioni attive e, in caso di omessa presentazione delle comunicazioni, invierà una lettera.
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Come sanare l’omissione in caso di comunicazione
Le lettere, come anticipato, rappresentano comunicazioni preliminari e non si tratta di notifiche di accertamento fiscale. Chi le riceve, dunque, può correre ai ripari e correggere errori o omissioni. Per farlo bisogna ricorrere al ravvedimento operoso. Come spiega lo stesso sito dell’Agenzia delle Entrate, è necessario inviare una dichiarazione integrativa che segnali quanto contestato nella lettera di compliance, ovvero gli eventuali redditi o imponibili non dichiarati. Alla dichiarazione va poi accompagnato il pagamento dell’imposta dovuta con l’aggiunta degli eventuali interessi (calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente eseguito) e della sanzione in misura ridotta. Il versamento delle sanzioni avviene per mezzo di modello F24 e non può essere rateizzato.
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