Ma com’era l’Anfiteatro romano 2000 anni fa?
Secondo gli storici l’Anfiteatro romano fu voluto da Augusto come ringraziamento alla città per l’aiuto e l’ospitalità fornitegli.
La struttura poi, fu scoperta durante la costruzione del palazzo della Banca d’Italia nei primi del Novecento, per poi essere riportata alla luce dall’archeologo Cosimo De Giorgi.
Dichiarato “monumento nazionale” nel 1906, per effettuare gli scavi vennero abbattute numerose strutture del centro cittadino, cambiando dunque il volto di quella porzione di città.
La struttura, che in origine pare misurasse 102 per 83 metri all’esterno, poteva ospitare all’incirca venti mila spettatori. L’Anfiteatro è stato realizzato in opera quadrata e cementizia, ma anche scavata sfruttando il banco di pietra leccese di cui è ricca la città.
Il muro esterno dell’anfiteatro, originariamente imponente, era costituito da 68 arcate che formavano un perimetro continuo, conferendo solidità e monumentalità all’edificio. Di questa struttura, oggi sopravvivono 24 pilastri, sufficienti a suggerire l’aspetto originario e la grandezza del complesso.
La città dei due Anfiteatri e dei due Teatri
L’Anfiteatro di Lecce, con le sue imponenti dimensioni, era un centro di intrattenimento che attirava spettatori non solo dalla città, ma anche dalle aree circostanti. Era inoltre dotata di un Teatro romano voluto dallo stesso Augusto.
Non solo, perché nel Parco Archeologico di Rudiae vi è un altro Anfiteatro, seppur di dimensioni ridotte e strutturalmente differente a quello nel centro cittadino, e recentemente è stato scoperto un nuovo teatro romano.
Curiosità
Come si apprende dal sito della Direzione regionale Musei Puglia, sebbene inizialmente ci fosse entusiasmo in relazione alla “scoperta” di questo edificio monumentale, tanto da abbattere addirittura una chiesa e come già detto, numerosi edifici, per alcuni l’Anfiteatro poteva essere considerato un ostacolo al decoro cittadino in quanto luogo di in cui venivano gettati rifiuti.
Fu così che per un po’ di tempo la pulizia del monumento fu affidata ad un fioraio a cui fu consentito anche di esporre le proprie piante sugli spalti per la vendita.
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