La Legge di Bilancio 2025 solleva interrogativi su due temi caldi: la rottamazione delle cartelle esattoriali con regole agevolate e l’estensione del regime forfettario fino a 100.000 euro di ricavi. Nonostante il dibattito acceso e le proposte avanzate, entrambe le misure sembrano faticare a trovare spazio nella manovra, complici i vincoli di bilancio e la necessità di coperture economiche stabili. La rottamazione proposta prevede 120 rate spalmate su 10 anni, mentre l’incremento della soglia per la flat tax punta a favorire un numero maggiore di partite IVA. Analizziamo le prospettive di queste riforme e i possibili scenari per il 2025.
La pace fiscale e l’estensione del regime forfettario sono due delle questioni più dibattute nell’ambito della Legge di Bilancio 2025. Se da un lato si propone una nuova rottamazione delle cartelle con piani di pagamento più flessibili, dall’altro si punta ad ampliare la flat tax per includere redditi fino a 100.000 euro. Tuttavia, entrambe le misure devono fare i conti con risorse limitate e obiettivi di bilancio. In questo articolo analizziamo lo stato delle proposte e cosa potrebbe cambiare per contribuenti e partite IVA.
Pace fiscale: un’opportunità mancata?
Cosa prevede la proposta
L’emendamento presentato in Commissione Bilancio proponeva una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali per il periodo 2000-2023 con regole innovative:
- 120 rate mensili per il pagamento del debito.
- Niente sanzioni e interessi applicati.
- Possibilità di evitare la decadenza anche con il mancato pagamento di una singola rata (fino a 5 rate consecutive).
Perché è stata esclusa
Nonostante l’appello del deputato Gusmeroli, la proposta è stata dichiarata inammissibile per carenza di coperture finanziarie, lasciando senza risposta cittadini e piccoli imprenditori con arretrati importanti.
Chi avrebbe beneficiato della rottamazione
- Piccoli artigiani e commercianti con carichi fiscali pregressi.
- Liberi professionisti con debiti accumulati nel tempo.
- Famiglie alle prese con cartelle esattoriali difficili da saldare in tempi brevi.
Regime forfettario: il tetto a 100.000 euro è ancora lontano
La situazione attuale
Oggi il regime forfettario si applica alle partite IVA che:
- Non superano gli 85.000 euro di ricavi annui.
- Beneficiano di una flat tax al 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni per le nuove attività .
La proposta di estensione
L’obiettivo della Lega è portare il limite massimo di ricavi a 100.000 euro, ampliando così la platea di beneficiari. Tuttavia, il Ministro Giorgetti ha evidenziato che questa estensione potrebbe essere possibile solo in caso di un risultato molto positivo del concordato preventivo biennale.
Quali sono i vantaggi dell’incremento
- Maggiori opportunità per professionisti con fatturati medi.
- Incentivi per l’emersione di redditi aggiuntivi senza rischiare il regime ordinario.
- Riduzione della pressione fiscale per attività con ricavi più alti.
Le criticità : coperture e stabilità delle misure
Coperture economiche limitate
Le misure proposte richiedono risorse che al momento risultano insufficienti. Il concordato biennale potrebbe portare nuovi fondi, ma si tratta di introiti non stabili, difficili da usare per misure durature.
Impatti per i contribuenti
Senza una visione di lungo periodo, interventi temporanei come l’innalzamento della soglia per un solo anno rischiano di creare incertezza e difficoltà di pianificazione fiscale per le partite IVA.
Una riforma da rimandare
Le proposte di pace fiscale e l’estensione del regime forfettario rappresentano opportunità importanti per semplificare la gestione fiscale e supportare cittadini e imprese. Tuttavia, la mancanza di risorse adeguate rende queste misure difficili da realizzare nel breve termine. Per il momento, il 2025 sembra destinato a non vedere grandi cambiamenti su questi fronti, lasciando spazio a ulteriori discussioni nei prossimi mesi.
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