Al Disegno di Legge di Bilancio 2025 sono stati presentati molti emendamenti, tra cui l’estensione della platea di contribuenti che può accedere alla Flat tax e la stessa ipotesi di un tetto massimo fino a 50.000 euro per chi percepisce anche redditi da lavoro dipendente o da pensione.
L’obiettivo della proposta è quello di consentire agli autonomi di regolarizzare le seconde attività sommerse. Il tutto si inserisce nel più grande piano di arginare l’evasione fiscale, piaga atavica difficile da estirpare.
Come cambia la Flat tax nel 2025
Accanto all’introduzione del regime forfettario, nel 2015 è arrivata anche la Flat tax. Il regime agevolato ha registrato, nel corso degli anni, sempre più adesioni da parte delle Partite Iva.
Per accedervi, era importante non avere conseguito più di 65.000 euro di ricavi entro l’anno precedente, non avere compensi da lavoro dipendente superiori a 30.000 euro e spese superiori a 20.000 euro per lavoro accessorio o dipendente.
Il limite dei ricavi è stato innalzato a 85.000 euro con la Legge di Bilancio del 2023. Ciò ha permesso a molte più Partite IVA la possibilità di adesione al regime forfettario.
L’emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2025 presentato dalla Lega ha l’obiettivo di aumentare il limite di lavoro dipendente che permette l’accesso e la permanenza nel regime.
Il limite dovrebbe essere incrementato a 50.000 euro per i lavoratori autonomi che percepiscono anche redditi da lavoro dipendente o da pensione.
Questa mossa ha un duplice obiettivo: da una parte, punta ad allargare ulteriormente la categoria di lavoratori che possono accedere al regime. Al contempo, si spera di regolarizzare le seconde attività sommerse, arginando il fenomeno dell’evasione fiscale.
Tetto Flat tax fino a 50.000 euro
La proposta fatta dalla Lega di incrementare il tetto ai redditi da lavoro dipendente a 50.000 euro per beneficiare della Flat tax vuole supportare chi consegue redditi integrativi derivanti da altre forme di collaborazione. Incrementare il limite non è semplice: si devono trovare le risorse necessarie.
Ci sono, addirittura, altre due proposte in ballo, questa volta riguardanti il tetto massimo di ricavi. Attualmente, il limite è fissato a 85.000 euro. Due emendamenti prevedono per il prossimo anno, rispettivamente:
Nessuno degli emendamenti, però, prevede una modifica delle regole da seguire nel caso in cui, durante l’anno, si dovesse superare la soglia massima di ricavi.
Si tratta di emendamenti che provengono tutti dalla maggioranza parlamentare. Ciò potrebbe far supporre la volontà di fondo di modificare le regole attualmente in vigore per quanto riguarda la Flat tax.
Platea sempre più ampia
La Legge di Bilancio del 2023, più di tutte, ha ampliato la platea dei beneficiari della Flat tax. La manovra aveva spostato la soglia dei redditi soggetti a tassazione con l’imposta unica da 65.000 euro a 85.000 euro di ricavi annui. Chi può accedere a questo regime fiscale agevolato paga il 15% di tasse o, per i primi cinque anni di apertura di una nuova attività, solo il 5%.
I vantaggi sono diversi:
- Esonero dal pagamento IVA;
- Sconto del 35% sui contributi INPS per artigiani, fornitori di servizi e commercianti;
- Gestione più semplice e veloce della fatturazione elettronica.
Ovviamente, non possono mancare gli svantaggi. Chi opta per questo regime agevolato non ha la possibilità di scaricare i costi, rischiando di pagare più tasse, soprattutto quando si supera il tetto massimo previsto di 85.000 euro.
L’emendamento potrebbe permettere l’ingresso anche a chi percepisce redditi da lavoro dipendente superiori a 30.000 euro. Tuttavia, in questo caso i redditi da lavoro autonomo potrebbero non essere quelli prevalenti.
Per riassumere
La Lega ha presentato un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2025 per aumentare a 50.000 euro il limite di reddito da lavoro dipendente per accedere alla Flat tax, estendendo così la platea dei beneficiari. L’obiettivo è regolarizzare le attività sommerse e combattere l’evasione fiscale. Altri emendamenti prevedono l’aumento del limite di ricavi annuali a 90.000 o 100.000 euro per il regime forfettario.
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