ROMA – A rischio le agevolazioni tariffarie che tutelano i consumatori di energia elettrica a basso reddito. Sulla questione il Segretario Confederale della Cisl Savino Pezzotta ha scritto alla metà del mese una lettera all’on.le Tabacci presidente della Commissione Industria della Camera che, in merito al decreto-legge sulle “Misure urgenti in materia di servizi pubblici”, ha affidato all’Autorità per l’Energia il compito di definire le modalità di applicazione di queste tariffe. Una prassi impropria secondo Pezzotta perché da sempre la “tutela tariffaria delle utenze del servizio elettrico in disagiate condizioni economiche, costituisce un argomento di confronto tra Governo e Forze Sociali”. Sulla materia Pezzotta ha, sollecitato l’inserimento dell’argomento nel confronto con l’Esecutivo e il termine deciso dall’Autorità dell’energia elettrica per abolire queste agevolazioni è al momento slittata dal 1 gennaio al 31 dicembre del 2003.
Il problema riguarda soprattuto l’attuale sistema in vigore, divenuto ormai inadeguato, che prevede uno scaglionamento per aliquote che fa crescere il costo del consumo col crescere del consumo. La logica di fondo stabilita anni fa presupponeva che chi vive in condizione di povertà, probabilmente non possiede elettrodomestici e quindi sostiene consumi energetici molto bassi. Ma, come dimostra anche uno studio predisposto dalla Federazione di categoria Flaei, i tempi sono cambiati ed ad oggi quasi tutte le famiglie in “disagiate condizioni” (in Italia secondo l’Istat sono oltre 2.600.000 le persone che vivono in condizione di povertà) possiedono almeno frigorifero, lavatrice ed il televisore. Tra gli elettrodomestici che implicano il maggior consumo elettrico, infatti, il frigo e la tv secondo la Flaei sono le più diffuse presso le famiglie italiane (oltre il 90%), seguiti dalla lavatrice, scaldacqua elettrico e la cucina, quest’ultimi utilizzati soprattutto in alcune zone dove mancano fonti alternative di energia (il metano ad esempio). L’esigenza è dunque quella di applicare una agevolazione per chi è in difficoltà che tenga conto del reddito e non del livello del consumo: esasperando i dati, il costo dell’energia elettrica per una famiglia con 5 figli (il consumo aumenta con il crescere del numero dei membri del nucleo familiare), indigente, potrebbe risultare più alto rispetto a quello di un single con uno stipendio medio-alto.
Il Segretario generale della Flaei-Cisl Giovanni Guerisoli al riguardo ha sottolineato che “il mancato rinnovo delle tariffe elettriche agevolate avrebbe effetti negativi particolarmente sui redditi delle famiglie meno abbienti”.
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