Un’adesione del 75% secondo i sindacati autonomi, che ha provocato disagi soprattutto al centro nord per migliaia di passeggeri fermi alle stazioni. Sono stati oltre un centinaio i convogli cancellati, da Milano a Napoli, per lo sciopero di ventiquattro ore del personale del Gruppo Fs, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord, (a eccezione delle regioni Piemonte e Valle d’Aosta), che chiedono interventi a tutela della sicurezza di chi opera sui binari, riduzione dell’orario di lavoro, maggiori riposi e aumenti di stipendio.
Sciopero treni, cosa sta succedendo nelle stazioni
A Roma le corse dei treni cancellate, tra quelle in partenza e quelle in arrivo alla stazione Termini, sono state una trentina ed hanno riguardato soprattutto la fascia oraria della mattinata. Cifre simili anche alla stazione di Venezia-Santa Lucia mentre a Milano la mobilitazione ha coinvolto un buon numero di treni dell’alta velocità ma anche alcuni regionali e alcuni della Malpensa Express, che collegano la città all’aeroporto. Non essendo stata una giornata di grande traffico la maggior parte dei passeggeri ha potuto comunque trovare un treno garantito per arrivare a destinazione. Lunghe file, soprattutto di turisti, per chiedere informazioni alle biglietterie e agli sportelli dell’hub di Santa Maria Novella a Firenze per le numerose cancellazioni e punte di ritardo fino a 95 minuti per i convogli in arrivo a Bologna. A Napoli, sia sul fronte dei treni regionali che di quelli dell’alta velocità, sono stati cancellati diversi mezzi – uno su due – ma alla stazione di piazza Garibaldi, a differenza degli altri scioperi, il numero di passeggeri in attesa è stato più contenuto e molti hanno optato per la riprogrammazione del viaggio.
Lo sciopero «ha visto una grande adesione da parte di tutto il personale delle società coinvolte con una media del 75% tra i ferrovieri dell’esercizio e punte del 100%”, sostiene l’Usb che parla di «grande successo» e di «un segnale fortissimo che non può più essere ignorato dalle aziende».
«I lavoratori hanno dato ancora una volta un segnale chiaro e sempre più forte – sottolinea l’Unione sindacati di base – Oltre alla grande e oramai costante partecipazione del personale di macchina e di bordo, ottimi segnali arrivano anche dagli altri settori delle ferrovie come vendita e assistenza, manutenzione e capistazione, che in alcuni impianti hanno incrociato le braccia in blocco. Tutto questo – precisano – tenendo conto dell’illegittimo e strumentale intervento della commissione di garanzia, che con un atto inedito ha impedito a Usb di attuare la tabella ridotta prevista in questi casi. Altrimenti sarebbe stato facile immaginare numeri persino superiori».
Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Novembre 2024, 19:25
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