Come noi di Money.it avevamo anticipato da qualche settimana, per chi va in pensione nel 2025 le regole per il calcolo dell’assegno diventano più severe a causa della revisione dei coefficienti di trasformazione.
La legge Fornero continua a incidere sugli importi delle pensioni a partire da gennaio 2025, attraverso il meccanismo che adegua i criteri di calcolo ogni due anni in base alle aspettative di vita. Questo sistema, introdotto dalla legge Dini del 1996 e perfezionato dalla riforma Fornero, riduce progressivamente gli importi delle pensioni per chi accede al trattamento previdenziale nei bienni in cui la speranza di vita aumenta.
A partire dal 1° gennaio 2025, come confermato dai dati ufficiali, i coefficienti di trasformazione subiscono un nuovo ribasso, tornando in linea con la tendenza storica che li ha visti scendere dal 1996 a oggi, a eccezione del biennio 2023-2024.
Quest’ultima eccezione era stata causata dall’effetto pandemia, che aveva temporaneamente ridotto la speranza di vita, comportando un lieve aumento dei coefficienti.
Nuovi coefficienti di trasformazione 2025-2026
A seguito della riforma Fornero del 2011, a partire dal 2021 i cosiddetti coefficienti di trasformazione, utilizzati per il calcolo contributivo della pensione, vengono aggiornati ogni due anni, tenendo conto degli adeguamenti alle speranze di vita.
Così come l’età pensionabile, infatti, anche il coefficiente utilizzato per trasformare i contributi versati in pensione tiene conto delle aspettative di vita. Laddove queste dovessero aumentare sarebbe anche maggiore il periodo in cui si percepisce la pensione e per questo motivo, al fine di garantire sostenibilità al sistema previdenziale, viene riconosciuto a parità di contributi un assegno più basso.
Viceversa, nel caso in cui le aspettative di vita dovessero scendere, allora i coefficienti di trasformazione sarebbero più convenienti, rendendo maggiormente favorevole l’accesso alla pensione in quello specifico biennio.
Dalla riforma Fornero a oggi i coefficienti sono stati rivisti più volte (2013, 2016, 2019, 2021 e 2023) e in tutti i casi c’è stato un peggioramento visto il rialzo delle aspettative di vita. L’unica eccezione è stata rappresentata dall’ultimo biennio (2023-2024), dove sui coefficienti di trasformazione è stato registrato “l’effetto Covid”. A causa della pandemia, infatti, c’è stato un crollo nelle speranze di vita, il che per la prima volta ha comportato un rialzo nei coefficienti.
Chi quindi è andato in pensione nel biennio 2021-2022 ha visto la pensione calcolata con un sistema meno conveniente rispetto a quello utilizzato nel biennio successivo.
A tal proposito, in queste ore il ministero dell’Economia e delle Finanze ha ufficializzato la nuova tabella dei coefficienti di trasformazione che sarà valida nel biennio 2025-2026. Ecco i valori aggiornati, che mostrano un peggioramento rispetto al biennio precedente come avevamo modo di anticiparvi:
Età | Divisori | Valori |
---|---|---|
57 | 23,789 | 4,204% |
58 | 23,213 | 4,308% |
59 | 22,631 | 4,419% |
60 | 22,044 | 4,536% |
61 | 21,453 | 4,661% |
62 | 20,857 | 4,795% |
63 | 20,258 | 4,936% |
64 | 19,656 | 5,088% |
65 | 19,049 | 5,250% |
66 | 18,441 | 5,423% |
67 | 17,831 | 5,608% |
68 | 17,218 | 5,808% |
69 | 16,600 | 6,024% |
70 | 15,980 | 6,258% |
71 | 15,360 | 6,510% |
La colpa è dovuta alla variazione delle aspettative di vita. Svanito l’effetto Covid, quindi, la speranza di vita è tornata ad aumentare, tant’è che nel 2023 si è attestata a 83,10 anni, con un incremento di circa 6 mesi rispetto al 2022. In pochi anni è stata recuperata quasi del tutto la perdita dovuta alla pandemia: basti pensare, infatti, che nel 2019 la speranza di vita in Italia era di 83,2 anni.
Ad aumentare è anche l’aspettativa di vita dopo i 65 anni, aumentata a 10,6 anni rispetto ai 10 anni del 2022.
Tutte voci che da sole non sono state sufficienti per registrare un incremento dell’età pensionabile (rimandato al 2027) ma che invece basteranno ad abbassare i coefficienti di trasformazione rendendo meno conveniente l’accesso alla pensione a partire dal prossimo anno.
Chi subisce il taglio?
Le nuove regole si applicano solo a chi matura i requisiti per andare in pensione a partire dal 1° gennaio 2025. Per chi è già in pensione, invece, non sono previste riduzioni: al contrario, questi beneficiare di un incremento dell’assegno grazie alla rivalutazione legata all’inflazione.
Per i nuovi pensionati, però, il ribasso dei coefficienti comporta assegni meno favorevoli rispetto al biennio 2023-2024. Questo avviene perché la speranza di vita, dopo la parentesi Covid, è tornata a crescere: nel 2023 si è attestata a 83,10 anni, recuperando quasi del tutto la flessione registrata durante la pandemia.
Il consiglio per chi può andare in pensione nel 2024
Alla luce di questi dati, chi soddisfa i requisiti per andare in pensione entro il 31 dicembre 2024 farebbe bene a valutare l’uscita anticipata. I coefficienti attuali garantiscono una conversione più favorevole dei contributi in pensione, offrendo il miglior risultato possibile rispetto al biennio che si aprirà nel 2025.
A tal proposito, ecco una tabella che mette in confronto quanto si perde tra 2024 e 2025, considerando un montante contributivo di 400 mila euro.
Età | Coefficiente 2023-2024 | Importo pensione 2023-2024 | Coefficiente 2025 | Importo pensione 2025 | Differenza (2025/2026 – 2023/2024) |
---|---|---|---|---|---|
57 | 4,270% | 17.080 euro | 4,204% | 16.816 euro | -264 euro |
58 | 4,378% | 17.512 euro | 4,308% | 17.232 euro | -280 euro |
59 | 4,493% | 17.972 euro | 4,419% | 17.676 euro | -296 euro |
60 | 4,615% | 18.460 euro | 4,536% | 18.144 euro | -316 euro |
61 | 4,744% | 18.976 euro | 4,661% | 18.644 euro | -332 euro |
62 | 4,882% | 19.528 euro | 4,795% | 19.180 euro | -348 euro |
63 | 5,028% | 20.112 euro | 4,936% | 19.744 euro | -368 euro |
64 | 5,184% | 20.736 euro | 5,088% | 20.352 euro | -384 euro |
65 | 5,352% | 21.408 euro | 5,250% | 21.000 euro | -408 euro |
66 | 5,531% | 22.124 euro | 5,423% | 21.692 euro | -432 euro |
67 | 5,723% | 22.892 euro | 5,608% | 22.432 euro | -460 euro |
68 | 5,931% | 23.724 euro | 5,808% | 23.232 euro | -492 euro |
69 | 6,154% | 24.616 euro | 6,024% | 24.096 euro | -520 euro |
70 | 6,395% | 25.580 euro | 6,258% | 25.032 euro | -548 euro |
71 | 6,655% | 26.620 euro | 6,510% | 26.040 euro | -580 euro |
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