Aumentano gli stranieri che scelgono di studiare nelle università italiane. La domanda di appartamenti in affitto però ha dovuto fare i conti, soprattutto in alcune metropoli, con una carenza di offerta causata dalla preferenza per gli short rent. La necessità di posti letto per studenti sta portando a un aumento degli interventi di student housing, a cui numerosi investitori si stanno dedicando. Da Milano a Torino passando per Bologna, Roma e Firenze sono numerose le operazioni ultimate e ancora in essere, ma non ancora sufficienti a coprire l’importante domanda.
Dai dati riferiti dalle agenzie Tecnocasa e Tecnorete, Bologna primeggia con 30,4% di chi prende in affitto una casa per motivi di studio, a seguire Genova e Milano con il 16,7% e il 14,1%.
Le tipologie più locate dagli universitari sono i bilocali (36,9%) e i trilocali (23,9%). Rispetto a un anno fa si nota un aumento della percentuale di affitto di quattro locali. Questo risultato potrebbe essere dovuto alla netta preferenza per la camera singola, prevalentemente per una questione di privacy. La scelta della camera doppia avviene quasi sempre tra persone legate da parentela oppure tra amici. Succede spesso, infatti, che gruppi di amici si presentino nelle agenzie del Gruppo per trovare un appartamento da condividere. La casa con due camere e due bagni è una soluzione che incontra spesso il favore dei ragazzi.
Fondamentale la vicinanza alle facoltà universitarie (o all’ospedale per chi studia medicina), motivo per cui raramente i ragazzi si spostano nell’hinterland delle grandi città per trovare l’immobile adatto. A seguire, la tranquillità della zona, la presenza di attività commerciali e di mezzi di trasporto che consentono di raggiungere le zone universitarie quando distanti. Sempre più si cercano abitazioni in buono stato e arredate. È sempre più difficile affittare le soluzioni in cattivo stato di manutenzione, come spesso accadeva in passato; i potenziali inquilini sono diventati molto più esigenti. Il collegamento internet e wi-fi è apprezzato, ma non indispensabile. Anche la luminosità dell’appartamento gioca un ruolo importante nella scelta.
Con gli studenti si stipulano soprattutto contratti transitori annuali (64,4% dei contratti che interessano questa categoria di inquilini) e a canone libero (28,2%). Si chiede ai genitori di fornire garanzie con documentazione reddituale.
Capita spesso che, dopo un anno in cui si è in affitto, se i ragazzi confermano la loro scelta accademica, i genitori decidano di acquistare la casa, opzione ancora più probabile se i figli che studiano fuori sede sono più di uno.
L’analisi della disponibilità di spesa sempre condotta dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa nelle grandi città vede una maggiormente concentrazione nella fascia di spesa più bassa, quella fino a 119 mila € (25,1%). Il trend registrato a luglio 2024 non si discosta molto da quello registrato a gennaio. Le percentuali, inoltre, sono simili nelle due fasce di spesa immediatamente successive, rilevando quindi una distribuzione uniforme delle richieste nelle prime tre fasce.
Milano e Roma registrano una maggiore concentrazione nella fascia tra 250 e 349 mila € entrambe con il 24,9%, a motivo dei prezzi più elevati che interessano le prime due città più costose d’Italia: Milano e Roma. Da segnalare come a Milano ci sia stato un incremento dello 0,3% della concentrazione delle richieste nella fascia oltre i 629 mila €, confermando la vivacità della fascia alta di mercato e nella fascia tra 350 e 474 mila €.
Considerando la fascia di spesa più bassa, fino a 119 mila €, è Genova la città che raccoglie la percentuale più elevata con il 61,9%, seguita da Palermo con il 52,4%. In quest’ultima città, si nota un aumento significativo della concentrazione della disponibilità di spesa sulla fascia più bassa.
Nei capoluoghi di regione che non sono grandi città il 43,8% dei potenziali acquirenti dichiara di avere una disponibilità di spesa inferiore a 119 mila €. La percentuale però è in diminuzione rispetto a gennaio 2024, quando era pari al 45,6%. La percentuale più elevata di richieste nella fascia di spesa più bassa si registra a Perugia con 72,6% e Campobasso 73,7%.
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