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La tempesta perfetta. Crisi economica, guerre, eventuali dazi per l’esportazione: e il mercato dell’auto va giù in picchiata. Secondo l’analisi del Centro studi Fleet&Mobility, il costo medio netto delle auto immatricolate nel 2024 è arrivato a 28.800 euro rispetto ai 21.000 euro del 2019. Nel 2013 il costo medio era di circa diciottomila euro. E non va meglio se si vira verso altre scelte; anche il mercato delle auto usate è esploso nei costi, come confermano molti venditori d’auto. Ma è proprio l’usato, più o meno garantito, l’unico mercato che cresce e al quale la classe media riesce oggi ad accedere.

La Toscana non fa eccezione. Secondo i report pubblicati dall’Automobil Club d’Italia, nella nostra regione nel 2023 sono state immatricolate 173.298 nuove autovetture. Secondo i centri studi e ricerca, il costo medio di una auto nuova è lievitato del 38% in soli quattro anni, mentre le retribuzioni lorde, secondo l’Istat, hanno perso in 10 anni il 4,5% del potere di acquisto.

La vendita di auto nuove va giù dappertutto. Secondo i dati raccolti dall’Istituto di statistiche britannico Jato dynamics, in Europa a settembre scorso sono state immatricolate 1.119.320 auto nuove. Si tratta di circa 40.000 unità in meno rispetto a quanto registrato nel settembre 2023 evidenziando così un calo del 3 per cento. E sul fronte delle auto completamente elettriche si arranca. In realtà, in Italia il cosiddetto “full electric” non è mai decollato, registrando solo una fetta del 4% di nuove vendite sull’intero comparto dell’automotive. La Toscana, però, almeno ai dati pubblicati nel 2022 sul 2021 da parte dell’Aci, era venuta a trovarsi con 10.482 auto completamente elettriche circolanti, diventando una delle regioni a più forte attrazione per il mercato “full electric”; nel 2022 si era arrivati a 15.373 nuove auto elettriche vendute. Nel 2023 la cifra si è quasi dimezzata: secondo l’Automobil Club, sono state immatricolate nella regione 6.405 auto elettriche, mentre si sono vendute 58.870 auto ibride benzina-elettrico.

Il rapporto fra questi numeri evidenza la difficoltà dell’auto elettrica a conquistare la fiducia dei consumatori, al di là della direttiva europea per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal cosiddetto “Fit for 55” che comporta, a partire dal 2035, l’impossibilità di produrre e vendere auto o furgoni dotati di motori termici alimentati a diesel e benzina. Nel solo 2022, in Toscana sono state vendute 119.257 auto ibride benzina/elettrico e nell’anno appena trascorso, il 2023, si è arrivati quasi alla metà delle immatricolazioni. Per molti sotto accusa finisce il “Green Deal” e le regole imposte dall’Unione europea, e soprattutto l’incertezza dei consumatori nel capire cosa fare e come spendere il denaro, visto che il costo medio delle auto ha subito un’impennata esponenziale in pochi anni.

Ma ci sono anche buone notizie. Firenze, ad esempio, risulta prima classificata a livello nazionale per colonnine elettriche installate nel territorio comunale, ossia 14,7 ogni 10mila abitanti. Il “risiko” però promette poco. «È un periodo nero per la vendita di auto – spiega Marco Martini, da anni responsabile commerciale presso la concessionaria Checcacci di Prato – l’auto elettrica in Italia non è sostanzialmente mai decollata. Va meglio per l’ibrido elettrico, ma in generale nel 2024 la caduta delle vendite colpisce chiunque. Va decisamente meglio per l’usato, e ancora meglio per il noleggio di un’auto della durata di alcuni anni».

A motivare tutto questo ci sono diversi fattori: «Il primo che non si comprendono bene gli scenari futuri, poi il fatto che anche modelli nuovi di auto siano sostanzialmente veicoli “riciclati” con le stesse scocche di altri modelli di anni fa e la stessa motorizzazione. Sta scomparendo del tutto la produzione di auto diesel, sebbene ci sia richiesta. Sul versante auto elettriche, i costi restano alti e soprattutto, in alcuni casi, la rivendita dell’elettrico usato è oggi molto difficile e con una svalutazione molto importante. Non meno si fa presente che ogni auto elettrica, anche la più costosa, dopo sette o otto anni deve cambiare le batterie con altri costi quindi da accollarsi compreso quello dello smaltimento delle vecchie batterie. Insomma, stiamo vivendo uno dei periodi più bui per l’automotive».

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Per alcuni modelli di auto elettriche resiste ancora l’attrazione della novità e del mezzo di lusso. «Posso dire con certezza che alcuni modelli di auto elettrica, se messi sul mercato della vendita usata, non vengono ripresi dai rivenditori neppure a costo zero. Sono fattori su cui ripensare molte decisioni. Se continuiamo così si rischia di uccidere l’industria automobilistica», chiosa Martini. Insomma, l’auto elettrica resta al palo, anche in Toscana.



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