Natale di austerity in Veneto. I veneti quest’anno spenderanno meno per i regali e gli altri consumi di Natale.
Per la precisione 900 milioni di euro, il 10% in meno rispetto al miliardo investito nel 2023. È la stima della Cgia di Mestre, che spiega: “Le spese obbligate sostenute mensilmente dalle famiglie venete per cibo, casa, carburante e bollette hanno raggiunto i 1.231 euro, pari al 54,6% della spesa totale, attestata a 2.257 euro. Nonostante l’importo per le uscite obbligatorie superi appunto la metà dell’esborso mensile complessivo, resta tra i più contenuti del Paese: solo Umbria, Lombardia e Lazio spendono meno per questa voce principale. Per quanto concerne la spesa complessiva, invece, il dato vede il Veneto è all’ottavo posto in Italia. Tra le grandi regioni del Nord solo il Piemonte occupa una posizione peggiore. Prima della grande crisi economica degli anni 2008 e 2009, il Veneto era la regione con la spesa mensile media delle famiglie più alta”.
Ad aggravare ulteriormente la situazione è stata la pandemia da Sars-Cov2, che ha costretto molte famiglie a spendere solo per vivere e per andare o tornare nei luoghi di lavoro o studio.
“Scomponendo i 1.231 euro di spesa mensile obbligata, constatiamo che 519 euro si versano per cibo e bevande, 365 per la manutenzione della casa, le bollette e le spese condominiali e 347 per i trasporti — recita il dossier —. Alle uscite obbligate vanno sommati 1.025 euro di spesa complementare, destinata ad alcolici, vestiti e scarpe, mobili, servizi per la casa e sanitari, attività ricreative, cura della persona, ristorazione, che fanno salire la spesa complessiva media regionale a famiglia a 2.257 euro”.
La ricaduta non è solo sul bilancio familiare ma anche su una fetta dell’economia locale, perché “gli artigiani e i piccoli commercianti vivono prevalentemente dei consumi delle famiglie e se gli acquisti diminuiscono, i loro fatturati ne risentono negativamente”.
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