In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, i movimenti transfemministi radicali tornano a darsi cinque minuti di visibilità con insulti choc contro il governo Meloni, guidati da un’estremismo ideologico che su un tema così delicato, risulta davvero paradossale: combattere la violenza con altrettanto odio e violenza.
Lungi dal cercare terreno comune per una battaglia che riguarda l’intera società, questi gruppi scelgono di colpevolizzare categorie intere – dagli uomini in quanto tali, fino alle donne israeliane – e di attaccare persino le forze dell’ordine, protagoniste di un lavoro essenziale nella protezione delle vittime di violenza.
Il blitz di Torino: offese alle forze dell’ordine
Durante la premiazione della corsa podistica ‘’Werunforwomen’’ organizzata a Torino dalla Polizia di Stato e dal Consiglio regionale del Piemonte per sostenere il progetto SOS – Sostegno Orfani Speciali, volto ad aiutare i figli di donne uccise da femminicidio, alcune militanti di ‘’Non una di meno’’ hanno inscenato un blitz, esponendo uno striscione con la scritta ‘’La Polizia picchia. La Polizia uccide’’ sul monumento della Fontana Angelica in piazza Solferino.
Le attiviste, poco più che ventenni, sono state identificate sul posto dalle forze dell’ordine. Un gesto inaccettabile che colpisce chi, ogni giorno, rischia la vita per difendere le donne vittime di violenza. Un accusa brutale a donne e uomini in divisa, durante un evento solidale, in nome di un odio ideologico ingiustificato, vergognoso e fuori luogo.
Roma: “Meloni e Valditara stupratori”, l’odio rosso colpisce ancora
Anche a Roma, il corteo femminista promosso dalle attiviste di ‘’Non una di meno’’, tocca il punto più basso.
Tra slogan di incitamento all’odio e gesti provocatori, dal rogo simbolico dell’immagine del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ai cori e alle proteste contro gli esponenti del Governo: esposte due foto della presidente del consiglio Giorgia Meloni e il ministro per la famiglia Eugenia Roccella ricoperte di sangue.
A peggiorare la situazione, le urla delle manifestanti contro le istituzioni: “Meloni e Valditara stupratori”. Un insulto che offende non solo il governo ma anche le vittime della violenza contro le donne, strumentalizzando questa giornata per scopi politici.
Non mancano poi i cori pro-Palestina, nonostante il paradosso di sostenere regimi che calpestano i diritti delle donne, sia palese.
A mandare in onda le immagini è stata Quarta Repubblica. Tra gli slogan figurano: “Disarmiamo il patriarcato”, (il termine patriarcato ormai sta sempre bene su tutto); “Questo è senza dubbio un governo patriarcale, non basta avere una donna presidente, bisogna guardare alle politiche”; “C’è il terrore dell’islamico, ma noi abbiamo forme di fondamentalismo che sono altrettanto devastanti per la vita delle donne: l’uomo etero bianco è patriarcale nella sua forma mentis.’’
A replicare, stigmatizzando il comportamento dei movimenti femministi radicali, è il ministro per le Pari opportunità e della Famiglia, Eugenia Roccella. ‘’Manifestare contro la violenza sulle donne, parlare di educazione al rispetto, di libertà, per poi esibirsi negli atti e negli slogan che abbiamo visto andare andare in scena prima e durante le manifestazioni di oggi, è una contraddizione stridente, ed è qualcosa che intristisce chiunque abbia davvero a cuore questi temi. E colpiscono anche i silenzi di chi non ha ritenuto di prendere le distanze da ingiurie, immagini bruciate, sedi di associazioni prese di mira con frasi minacciose.’’
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