Sei persone indagate, a vario titolo, per trasferimento fraudolento di valori, aggravato dal fine di agevolare la mafia, associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, detenzione illecita di armi ed estorsione. Sono soltanto alcuni dei dettagli sull’operazione Gigante, condotta dalla direzione investigativa antimafia di Genova in collaborazione con i centri operativi di Palermo, Milano e Torino. L’indagine nasce dagli approfondimenti nei confronti di alcune società impegnate nella logistica, dai quali sarebbe emerso il rischio di infiltrazione mafiosa attraverso alcuni esponenti del mandamento Tommaso Natale di Palermo.
Oggi sono stati eseguiti i provvedimenti restrittivi che hanno riguardato un imprenditore della logistica portuale (Gabriele Silvano), il dipendente di una ditta di spedizioni Enrico Bomarzio, e tre cittadini sudamericani (John Harold Ordonez Garcia, Boris Jiampier Maruri Moreira e Victor Manuel Maruri Moreira). Con loro anche il 66enne Salvatore Maria Lo Piccolo, considerato esponente di spicco della cosca mafiosa facente capo alla famiglia Lo Piccolo di Palermo, residente a Serra Riccò, in Liguria. Sotto la lente degli investigatori è finita la compravendita di un terreno a Palermo, che l’imprenditore ligure, in concorso con Lo Piccolo, aveva intestato fittiziamente ad una sua società, affinché non fosse sottoposto al sequestro nell’ambito di una misura di prevenzione patrimoniale che aveva colpito in precedenza il 66enne palermitano, già condannato due volte per mafia.
Per ottenere lo scopo, i due, davanti ad un notaio di Massa Carrara, poi sanzionato dalla Dia per la violazione alla normativa antiriciclaggio, per aver omesso di svolgere l’adeguata verifica e di effettuare la segnalazione di operazione finanziaria sospetta, avevano simulato il trasferimento attraverso una vendita fittizia del terreno per una somma dichiarata di 30mila euro, valore di molto inferiore al reale. Il cespite, ubicato nel quartiere Tommaso Natale-Cardillo a Palermo, zona di influenza dell’omonima cosca di mafia, era di importanza strategica per la famiglia mafiosa che avrebbe voluto trasformarne la destinazione d’uso da agrumeto a zona edificabile, così da ottenere ingenti guadagni. Il terreno di 5.000 metri quadrati è stato sottoposto a sequestro preventivo. Contestualmente, le indagini hanno portato alla scoperta di quattro pistole ed oltre 500 proiettili, occultati in un container, in uso alla società logistica e nella disponibilità dell’imprenditore.
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