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Catania: operazione streaming illegale, Procuratore ‘oscurati 22 milioni utenti in Europa’ – Catania – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Su disposizione della Procura distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato – con la compartecipazione degli organi giudiziari e di Polizia di molti paesi europei ed il coordinamento di Eurojust ed Europol – ha eseguito provvedimenti di perquisizione e sequestro su obbiettivi e soggetti presenti in quasi tutta Europa.
Si tratta della più vasta operazione contro la pirateria audiovisiva mai condotta in ambito italiano ed internazionale.

 

Oltre 270 operatori della Polizia Postale, con la collaborazione delle forze di polizia straniere, hanno effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane, 14 perquisizioni nel Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia e Cina, nei confronti di 102 persone.

Nel medesimo contesto, la polizia croata ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati. Con l’operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, è stata smantellata la più vasta organizzazione criminale transnazionale dedita alla pirateria audiovisiva che si avvaleva di una complessa infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali.

Nell’ambito dell’operazione sullo streaming illegale, coordinata dalla Procura di Catania, sono stati oscurati “22 milioni di utenti in Europa”. “Se consideriamo che in Europa ci sono circa 500 milioni di abitanti, considerate che percentuale elevata di soggetti che si sono trovati oscurati, giustamente, i loro collegamenti illegali. Ora rischiano una sanzione amministrativa”. Sono le parole del Procuratore di Catania, Francesco Curcio, parlando con i giornalisti dell’operazione ‘Taken down’ della polizia contro lo streaming illegale.

 

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Sono durate oltre due anni le indagini che hanno fatto luce su un vasto giro di streaming illegale in tutta Europa, coordinate dalla Procura di Catania. L’inchiesta, come si apprende, ha fatto luce su un sodalizio “con strutture operative ben delineate”, e “una rete informatica distribuita su più paesi ed una organizzazione capillare finalizzata alla rivendita dei segnali attraverso molteplici punti”. A farne parte persone residenti e domiciliati in Italia e all’Estero, un “sodalizio”, come dicono gli inquirenti, “ben strutturato secondo un modello organizzativo di tipo verticistico, caratterizzato dalla presenza di sodali che rivestivano ruoli distinti e ben precisi”.

Gli approfondimenti investigativi svolti dalla Polizia Postale hanno consentito di individuare le sedi estere, in Romania e ad Hong Kong dove sono stati rintracciati 9 server attraverso i quali veniva diffuso in tutta Europa il segnale audiovisivo piratato, che il personale della Polizia Postale, con la collaborazione delle omologhe forze di polizia estere, ha provveduto a spegnere.

 

Si aggirava sui 250 milioni di euro al mese il giro d’affari dello streaming illegale scoperto dalla Procura di Catania nell’operazione ‘Taken down’. Sono stati sequestrati oltre 2.500 canali illegali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa, con i quali i presunti frodatori hanno realizzato il vasto giro illegale di affari. L’operazione, pianificata dalle autorità giudiziarie nell’ambito degli organismi internazionali di Eurojust ed Europol, ha visto il coordinamento operativo del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, ed il supporto della rete operativa @ON (operation network), finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione investigativa antimafia. Alla base dell’operazione le investigazioni dirette dalla Procura Distrettuale di Catania e condotte dal locale Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale con il diretto coordinamento del Servizio Centrale di Roma.

 

Per eludere le investigazioni, gli indagati avrebbero fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi, utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server. E’ quanto emerge dall’operazione contro la pirateria informatica scoperta dalla Polizia postale di Catania nella indagine coordinata dalla Procura.

“Il monitoraggio operato dalla Polizia Postale con straordinaria professionalità ha consentito, inoltre, di rilevare la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita di flussi, pannelli ed abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi, fruibili anche attraverso numerosi siti illegali di “live streaming” – dicono gli investigatori – Di seguito si riportano le città italiane ed i paesi coinvolti: Catania, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Lecce, Taranto, Foggia, Brindisi, Frosinone, Roma, Latina, Cosenza, Salerno, Avellino, Caserta, Matera, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Brescia, Torino, Alessandria, Firenze, Massa Carrara, Siena, Livorno, Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Rimini, Sud-Sardegna, Treviso, Genova, Chieti, Perugia, Macerata”.

 

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Nell’ambito dell’operazione contro lo streaming illegale coordinata dalla Procura di Catania ci sono indagati all’estero. Si tratta di indagati che vivono nel Regno Unito, Svizzera, Svezia, Olanda, Germania e server posizionati in Olanda, Romania e Cina. Lo spiegano i pm.



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