Parte la terza edizione del Fondo nuove competenze (Fnc), grazie alla pubblicazione del decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, del 10 ottobre 2024. Dotato di uno stanziamento di 730 milioni di euro, il Fondo è finalizzato ad accompagnare i processi di transizione digitale ed ecologica dei datori di lavoro e favorire nuova occupazione tramite la formazione continua.
“La formazione continua sarà il motore per il mondo del lavoro del futuro – ha affermato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone -; il sostegno a lavoratori e imprese, in un progetto complessivo di promozione della buona occupazione, non può che valorizzare gli investimenti in competenze per accompagnare le grandi transizioni in corso”.
Formazione continua: al via il Fondo nuove competenze
Lo stanziamento di 730 milioni di euro è possibile grazie al Programma Nazionale “Giovani, donne e lavoro”, cofinanziato dal Fse+, a cui potranno essere aggiunte risorse del Programma operativo complementare “Sistemi di politiche attive per l’occupazione”, dei programmi operativi nazionali e regionali di Fse+ oltre che, per finalità specifiche, del fondo per la formazione e il sostegno al reddito previsto dalla legge Biagi (Dlgs n. 276/2003).
Queste somme finanziano in parte il costo orario dei lavoratori impegnati in percorsi formativi e novità di questa edizione del Fnc, dei disoccupati già preselezionati dall’azienda per la successiva assunzione.
Il ministero del Lavoro ha indicato che procederà presto alla pubblicazione dell’avviso che disciplina la procedura per presentare le domande.
Riqualificarsi per le transizioni digitale e green
Il Fondo Nuove Competenze nasce nel 2020, ma con questa terza edizione si rinnova e amplia la sua missione, finanziando progetti di formazione e riqualificazione delle competenze, ha scritto su LinkedIn Vincenzo Caridi, Capo Dipartimento per le politiche del lavoro, previdenziali, assicurative e per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. La novità principale risiede nella finalità specifica di accompagnare i processi di innovazione, mirando a coinvolgere non solo i lavoratori già attivi, ma anche i giovani neoassunti e i disoccupati preselezionati per nuove opportunità di impiego.
“È fondamentale allineare le competenze alle nuove sfide che il mercato ci pone”, afferma Caridi. “La transizione digitale ed ecologica non è più un’opzione, ma una necessità per le nostre aziende, che devono essere pronte a innovare per competere. E per farlo, occorrono competenze aggiornate, capaci di rispondere alla domanda di innovazione tecnologica, di sostenibilità ambientale, di efficientamento energetico e di nuovi modelli organizzativi”.
Voucher formativi per l’innovazione
Questa edizione del Fondo prevede interventi pensati per rispondere alle esigenze di grandi sistemi formativi, filiere produttive, e singoli datori di lavoro. Ogni progetto formativo sarà supportato con contributi variabili, da 2 fino a un massimo di 12 milioni di euro, per garantire un impatto significativo anche su filiere e distretti produttivi meno coinvolti nelle precedenti edizioni.
Un elemento chiave è l’estensione dell’intervento anche ai disoccupati e ai lavoratori stagionali, con una particolare attenzione alla formazione in ingresso. Questo approccio non solo mira a incrementare l’occupazione, ma anche a garantire che i nuovi assunti abbiano già le competenze necessarie per inserirsi in modo efficace nelle aziende, con un obbligo di inserimento minimo che vuole rappresentare una risposta concreta alle necessità occupazionali.
Quanto alla modalità di erogazione della formazione, per la prima volta si introducono i “voucher formativi per l’innovazione”, annuncia Caridi, “particolarmente utili per le piccole imprese che necessitano di flessibilità e rapidità nell’attivazione dei percorsi formativi. L’impatto che ci aspettiamo è profondo e duraturo: puntiamo a migliorare la capacità del sistema economico italiano di raggiungere più alti livelli di apprendimento continuo, coinvolgendo un numero crescente di lavoratori e imprese. L’obiettivo è quello di colmare il gap con la media europea, rafforzando la capacità delle nostre imprese di innovare e migliorando il benessere organizzativo e la produttività”.
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