Addio a Gamestop, la catena di negozi di videogiochi che, come Blockbuster in passato, era diventata simbolo di un’epoca e che, proprio come il colosso delle videoteche, è stata messa in ginocchio dal progresso di quella stessa tecnologia che era stata alla base della sua fortuna.
La buona notizia, per i dipendenti, è che non si tratta di una chiusura. Gamestop infatti non è fallito ma ha deciso di lasciare l’Italia, cedendo tutti i punti vendita a Cidiverte spa, azienda lombarda che detiene l’esclusiva, per l’Italia, della distribuzione dei videogiochi di Take Two Interactive, cioè di marchi del calibro di Rockstar Games e 2K Games, sviluppatori di giochi del calibro di GTA – Grand Theft Auto, Red Dead Redemption e di una lunga serie di titoli sportivi. Non solo: Cidiverte è anche proprietaria della catena di negozi Gamelife, che al momento conta dieci punti vendita in tutta Italia, di cui uno a Nichelino, nel centro commerciale Mondo Juve.
Ed è proprio sotto l’insegna di Gamelife che sono destinati a “rinascere” i negozi Gamestop. L’accordo infatti, secondo le indiscrezioni che sono trapelate, prevederebbe che per circa 6 mesi nulla cambierà, poi i negozi Gamestop perderanno per sempre la loro “storica” insegna per fare spazio a quella di Gamelife. Si parla di decine e decine di punti vendita sparsi in tutta Italia, soprattutto nei centri commerciali. A Torino e in provincia sono 8 e si trovano nelle gallerie commerciali dell’Ipercoop al Parco Dora, al centro commerciale Lingotto (ex 8 Gallery) di via Nizza, alle Gru di Grugliasco, alle Fornaci di Beinasco, al Panorama di San Mauro, alla Certosa di Collegno, al Due Valli di Pinerolo e al Caselle Center di Caselle.
Al momento, non si hanno notizie sui progetti di Cidiverte. Non c’è quindi motivo di pensare a una chiusura di alcuni dei negozi, anche se comprensibilmente tra i dipendenti – come sempre in questi casi – serpeggia la preoccupazione. La memoria non può che correre a un’altra catena iconica, simbolo della generazione precedente: quella di Blockbuster. Le videoteche gialle e blu partirono dagli Stati Uniti per invadere il mondo, proprio come Gamestop. Poi, velocemente come si erano diffuse, sparirono.
Il Blockbuster di via San Donato a Torino, chiuso ormai molti anni fa
A tradirle fu il progresso tecnologico: la nascita dei servizi di streaming ha definitivamente affossato l’epoca in cui si usciva di casa per scegliere un film e magari lo si accompagnava a un pacchetto di patatine e a una bibita. Esattamente come, in questo periodo, la possibilità di acquistare i videogiochi online sta affossando quelli “fisici”, tanto che ormai alcune console vengono prodotte senza lettore del disco. Riuscire a sopravvivere anche a questo è la vera scommessa di Cidiverte e Gamelife.
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