Bolzano, Roma e Trento sono le prime tre città più care d’Italia secondo la classifica stilata dall’Unione Nazionale Consumatori sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione di ottobre. Il rincaro annuo per famiglia media è di 579 euro per il capoluogo dell’omonima provincia autonoma del Trentino-Alto Adige, di 388 euro per la Capitale e di 383 euro per il capoluogo della provincia autonoma di Trento. Ma vediamo meglio cosa raccontano i dati.
La classifica delle città più care d’Italia stilata dall’Unione Nazionale Consumatori vede in testa, come detto, Bolzano. Qui, come spiegato da una nota dell’Unc, l’inflazione tendenziale pari a +2, la più alta d’Italia, si traduce anche nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 579 euro per una famiglia media.
Al secondo posto della classifica c’è Roma, che registra “appena” la quarta inflazione più elevata del Paese (+1,5%), ma ha il secondo maggiore incremento di spesa annuo, pari a 388 euro a famiglia.
Al terzo posto segue Trento, dove un’inflazione tendenziale pari a +1,3% genera una spesa supplementare pari a 383 euro annui per una famiglia tipo.
Seguono al quarto posto Siracusa (+1,7%, +364 euro), al quinto posto Padova (+1,4%, +360 euro), al sesto posto Parma, Ferrara e Rimini (+1,3% e +353 euro), poi Ravenna (+1,2%, +326 euro) e infine Macerata (+1,6%, +322 euro).
L’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori ha però mostrato anche quali sono le città più virtuose. E qui ai primi posti si trovano Aosta, dove la deflazione (-0,2%) genera un risparmio annuo di 52 euro; Forlì Cesena, in deflazione con -0,1% e -27 euro; Potenza, che ha una variazione nulla.
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