ALTERAZIONE PSICO-FISICA – “Lucido sì o lucido no, io ti ritiro la patente e tu fino a tre anni non la rivedi più”: parola del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini che, presentando la riforma del Codice della Strada, ha riassunto in questo modo quella che è diventata la regola più discussa. Nello specifico si tratta della modifica all’articolo 187 del CdS, intitolato fino a oggi “Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti”: con la modifica recentemente approvata in via definitiva dal Senato, che entrerà in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, vengono tolte le parole “in stato di alterazione psicofisica”. In questo modo un consumatore di stupefacenti che si mette al volante sarebbe punito con la sospensione della patente e successiva revoca di fronte a un semplice test anti-droga positivo, anche se l’assunzione è avvenuta molto tempo prima e il guidatore, al momento del controllo, è perfettamente in grado di guidare.
NON È COMPITO DEL CDS – In pratica, una stretta contro la droga a 360 gradi e non solo contro la droga alla guida: proprio per questo – secondo alcuni giuristi – la norma potrebbe risultare anticostituzionale. Così com’è scritta, infatti, punirebbe un comportamento che non ha nulla a che vedere con la sicurezza stradale, introducendo un divieto generalizzato all’utilizzo di sostanze stupefacenti. Ma per fare ciò si dovrebbe modificare il relativo testo unico, non il Codice della Strada. Bisogna infatti ricordare che nel nostro Paese l’assunzione di droghe ad uso personale non è un reato, ma un semplice illecito amministrativo: con la nuova normativa diventerebbe reato anche se oggettivamente non rappresenta un pericolo per la sicurezza stradale.
E CHI PRENDE FARMACI? – Si creerebbe anche un problema per chi assume farmaci sotto controllo medico che possono lasciare tracce nell’organismo, come quelli a base di cannabinoidi a fini terapuetici o benzodiazepine (presenti in farmaci piuttosto comuni come Xanax, Lexotan, Valium, Tavor). Anche questi i guidatori sarebbero puniti? Una serie di emendamenti proposti in Parlamento durante la discussione della nuova legge sono diventati “raccomandazioni” per il governo per correggere la legge in questo senso, togliendo la punibilità nei casi in cui il principio attivo sia riconducibile all’assunzione di farmaci prescritti da un medico. Tuttavia, come fa notare l’avvocato Angelo Greco in un suo video su YouTube (qui sopra), i tempi per tali modifiche potrebbero essere lunghi e non è nemmeno scontato che l’esecutivo accolga la raccomandazione.
PREVENIRE O SANZIONARE UN RISCHIO – Se il presidente della Repubblica firmasse la legge senza riscontrare principi anticostituzionali nella riforma, la palla passerà quindi alla Corte Costituzionale, a cui verrà presumibilmente fatto ricorso già in seguito ai primi accertamenti positivi. Già in passato la Corte era intervenuta su alcune regole del Codice della Strada, per esempio dichiarando incostituzionale il ritiro della patente per chi fosse sorpreso a circolare con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo. I giudici avevano infatti ritenuto la misura adottata sproporzionata rispetto alla gravità del comportamento, affermando che ogni misura punitiva debba servire per prevenire o sanzionare un rischio. Secondo l’avvocato Greco ciò potrebbe avvenire anche nel caso della norma sulle sostanze stupefacenti.
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