A pochi chilometri di distanza, le vicende dei militari Scoppetta e Pappalardo (indagati anche per reati contro le donne) e quelle degli amministratori locali del comune lombardo già «capitale della scarpa»: fotografia di un declino
Stupisce per forza, la lontananza temporale: gli illeciti del duo di carabinieri infedeli, oltraggio all’anima e alla storia dell’Arma, ovvero Antonio Scoppetta e Maurizio Pappalardo (nel mentre andato in congedo), di anni 50 e 61, trafficoni in un’alleanza con informazioni riservate in seno ai fascicoli dei magistrati scambiate per farmaci contro la disfunzione erettile, e di aggiornamenti sulle indagini in corso scambiate anche per divani, tappeti e (davvero) fuochi d’artificio in dono, risalgono al 2015. Dunque addirittura a nove anni fa: possibile che nessuno si sia accorto prima?
Nove anni laddove l’arresto di entrambi è datato fine dello scorso mese nell’ennesima inchiesta della Procura di Pavia sulla corruzione anche aprendo capitoli interni: del resto Scoppetta era ufficiale di polizia giudiziaria proprio in Procura. Dalle indagini non emerge un «sistema» criminale nella misura di una struttura organica e univoca, ma contando i presunti malaffari della recentissima storia ambientata a Vigevano, con i domiciliari dell’altroieri per il sindaco leghista Andrea Ceffa subito difeso, senza se e senza ma, dall’amato segretario Matteo Salvini il quale si prepara al non scontato Congresso lombardo di dicembre, ecco, per la verità quanto succede in tutta la provincia appare ormai una sorta di ineluttabile diffusa attitudine alla degenerazione. Convinti dell’impunità.
Al proposito, a maggior ragione sulla base degli stessi frequenti fatti criminosi contro le donne e insieme del doveroso dibattito pubblico e delle doverose manifestazioni di intenti, si evidenzia agghiacciante l’esecuzione del piano di stalking da parte di quei due là, sempre loro, Scoppetta e Pappalardo: poiché quest’ultimo aveva registrato la fine della relazione con la giovane fidanzata per sacrosanto volere di lei, ecco appostamenti, pedinamenti, gomme bucate, lettere anonime, un progressivo clima di odio e terrore a danno della ragazza con la partecipazione di due colleghi di Scoppetta, il quale viveva agganciato a Pappalardo per la costante ricezione di denaro contante, miracoloso tampone alle spese da ludopatico, nonché di vacanze pagate in montagna dove si allenava la Lazio squadra di calcio del cuore, e di escort, di motel pure quelli a costo zero, di una villa con piscina comprata a un prezzo inferiore del 78% rispetto alla media degli immobili confinanti…
In questo scenario si configurerebbe quale sorta di dominus Pappalardo, che faceva e disfava, che procurava, rispondeva, accontentava: è stato a lungo alla guida dello strategico Nucleo informativo dei carabinieri di Pavia accumulando conoscenze ovunque. E segreti di chiunque.
Le indagini proseguono, condotte dai finanzieri cui la Procura retta da Fabio Napoleone molto si sta appoggiando ottenendo evidenti risultati pur dentro l’ormai notorio esasperato riserbo che complica i resoconti della stampa. Compito invece dei carabinieri, che operano al proprio interno in cerca della massima pulizia di ulteriori eventuali infedeli non per forza associati a Scoppetta-Pappalardo, l’operazione di Vigevano, con l’impianto accusatorio che è basato su ipotetici tentativi di Ceffa, 51 anni, di corrompere consiglieri comunali così da conservare il potere, lui appena minacciato da una raffica di annunci di dimissioni dei colleghi.
A sua volta un altro leghista, il noto per via delle presenze televisive ex europarlamentare Angelo Ciocca, indagato, 49 anni, avrebbe cercato, promettendo soldi, di spingere la capogruppo di Fratelli d’Italia contro Ceffa. Lei è Mara Stepan, quella che nel 2022, per il giorno della Memoria aveva parlato del nonno, austriaco e soldato della Wehrmacht, che fu vicino alla fucilazione da parte dei partigiani: «Sento la necessità di ricordare l’episodio perché si provi ad immedesimarsi in quel giovane soldato austriaco al quale, per un attimo, l’ira funesta dei tanto amati briganti della Resistenza stava per sottrarre la vita». Le polemiche abbondarono.
Figura centrale nelle indagini, Stepan aveva rifiutato la proposta illecita di Ciocca. Il cui reale obiettivo, così ricostruiscono gli esperti di politica, non era il sindaco bensì il potente suo vice, nell’ambito di uno scontro tutto leghista tra fazioni, antipatie personali e forse anche il futuro del partito, se comandato ancora da Salvini oppure no.
Troppi elementi? Sicuro, ma questa è l’odierna Pavia. In uno scenario ancora assai parziale. L’attesa non è per eventuali prossimi indagati bensì per quando saranno iscritti nel registro, se prima o dopo Natale, se per dire un imminente domani oppure magari anche prima.
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