Minori con background migratorio e scuola: studenti stranieri stabili destinati ad aumentare nel panorama scolastico polesano. E’ quanto emerso dall’analisi dei dati mostrati durante il convegno del Festival delle migrazioni che ieri ha fatto tappa a Rovigo, nella cornice del dipartimento di giurisprudenza dell’università di Ferrara con sede a Palazzo Angeli. Il convegno, promosso dall’ateneo ferrarese e da fondazione Cariparo, si inserisce nella nona edizione del festival che, quest’anno affronta il tema, “Europa-Africa andata e ritorno: i cammini e le storie che rigenerano l’Italia”.
A Rovigo, l’appuntamento con gli esperti del settore, si è incentrato sul tema “Scuola: laboratorio di convivenza e nuova cittadinanza”: un argomento vasto che chiama in causa direttamente anche il Polesine. Dopo i saluti istituzionali, Valeria Vettorato, Ufficio V ambito territoriale di Padova e Rovigo, ha delineato la situazione dei minori con background migratorio in Polesine. Al 2024, su un totale complessivo di 25.637 alunni, 4.137 sono stranieri, pari al 16,1%. Tra le scuole, di ogni ordine e grado, gli alunni stranieri agli istituti per l’infanzia – sia statale che paritaria – costituiscono il 19,6% del totale, vale a dire 730 (596 nati in Italia) su 3.717. Alla scuola primaria, di 7.797 totali, 1.539 (994 nati in Italia), alla secondaria il numero rimane stabile: su 5.503, 1.035 (689 nati in Italia) sono stranieri, infine, alle superiori, 833 alunni di altre nazionalità (513 nati in Italia) su 8.620 complessivi.
Tra gli istituti comprensivi della provincia, i dati rilevano un trend stabile, con segnali di aumento: la percentuale più alta di alunni stranieri che li frequentano è stata registrata negli istituti di Rovigo 1 (36,3%), Castelmassa (34,2%), Badia Trecenta (32,6%), per passare poi a Lendinara (29,8%) e infine ad Adria 1 (24,1%).
Mentre, per quanto riguarda gli istituti di secondo grado, il primo posto spetta all’Iis “De Amicis” del capoluogo, seguito dal “Cipriani” di Adria, dal “Munari” di Castelmassa e il “Levi” di Badia. Tra le scelte principali, le scuole di formazione professionale Assistedil Rovigo, in particolare per i settori dell’edilizia e dell’impiantistica termo idraulica, riscontrano un aumento degli iscritti stranieri. Da un totale di 23 l’anno corso, si è passati a un 44 nell’anno scolastico corrente. Tra i paesi di provenienza più presenti, l’Africa è al primo posto, con il Benin, il Gambia, l’Egitto, il Marocco e la Tunisia, mentre Albania, Croazia e Moldavia rimangono stabili.
Tra le scuole professionali, all’Enaip Rovigo gli studenti stranieri sono passati da 52 a 119, con una provenienza principalmente dai paesi dell’Est, Albania, Grecia, Moldavia, Romania, Russia e dell’Asia, Cina, Filippine, India e Pakistan. All’Enaip di Porto Viro si registra un aumento di iscritti stranieri, da 9 a 32, con una percentuale maggiore di studenti da Brasile, Ecuador , Venezuela, per l’America e Bangladesh, Cina e Turchia, per l’Asia.
Francesco Lazzarini, dell’Iis “Viola Marchesini” di Rovigo, ha evidenziato, viste le percentuali, le possibilità ma anche le difficoltà: “I vari sistemi scolastici dei Paesi non si parlano. L’unione Europea dà delle direttive ma la legislazione scolastica è patrimonio esclusivo delle singole nazioni. Questo non rende semplice le procedure e nemmeno i riconoscimenti delle carriere pregresse degli studenti, preferendo, in alcuni casi, non assegnarli alle classi per età, cosa che invece andrebbe incentivata per inserire il determinato studente con compagni alla pari”.
Grazie agli interventi successivi di Mohamed Salah Znidi, scuola edile Rovigo, Laura Fogagnolo, Veneto Lavoro, Alessia Riberto, Ulss 5, Anna Agatea, cooperativa Titoli minori, Chiara Boldrin, comune di Rovigo, Laura Bertin e David Fernandez, fondazione Cariparo, hanno evidenziato lo stato di fatto del dato migratorio e dei minori non accompagnati all’interno della scuola, cercando di capirne le trasformazioni, in modo da costruire percorsi di cittadinanza attiva e di crescita di un senso civico comune attento a queste tematiche cruciali per la scuola e la cittadinanza del domani. “Affermare la multiculturalità della scuola – ha sottolineato Damiana Stocco, Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza – non esenta, tuttavia, dal negare il percorso ricco di complessità reali che gli studenti immigrati, di prima o seconda generazione, vivono”.
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