Olbia. La liturgia, il rito, la preghiera interiore. La sacralità del luogo e delle icone, la centralità dei propri cari defunti. La ricchezza architettonica e l’importanza della luce. Ma anche l’umanità e la partecipazione delle persone, la spontaneità e l’importanza del ruolo dei bambini, la condivisione del cibo. Negli scatti di Cristian Csinko, diciottenne di Olbia nato da genitori romeni, c’è tutto questo. Protagonisti di una mostra al piano terra dell’Istituto Deffenu dove è studente, i suoi scatti fanno parte del festival di fotografia popolare “Storie di un attimo”, realizzato dall’associazione Argonauti. L’esposizione, insieme a quella di Luca Altera, “Attraversando l’Uzbekistan” e di Tiziana Fusiello, “Marocco”, è visitabile fino all’8 dicembre.
Protagonisti. Oggetto dell’opera fotografica di Csinko è la chiesa ortodossa di Olbia, dedicata a San Giovanni Battista e Sant’Efisio, insieme a tutta la comunità che la frequenta: «Ho voluto rappresentarla perché ancora in molti non la conoscono. Per la comunità ortodossa sarda è molto importante. Ci sono venuti anche da Sassari e Cagliari – spiega Cristian – e devo ringraziare il professor Marco Navone, che mi ha spinto a provare e mi ha insegnato a usare la macchina fotografica». Realizzata in un anno e mezzo, con legno di abete e rovere proveniente dalla Romania, la chiesa è guidata da padre Marian, che ogni domenica celebra lì la messa. Ed è proprio su quest’ultima che si è soffermato l’obbiettivo sensibile del fotografo, che ha rivelato tradizioni e pratiche di fede.
Fede. Tutto è reso alla perfezione. L’ambiente accogliente, festoso e sacro allo stesso tempo. Grande protagonista la luce gialla, calda, che pervade tutto: «La luce è molto importante – spiega Cristian – perché rappresenta Dio. Il rito più importante che la riguarda è la Pasqua, quando il Fuoco Santo viene letteralmente preso da Gerusalemme e, dopo una tappa in Romania, portato qui a Olbia, dove viene accolto nelle case di tutti i fedeli». Sulle pareti, le icone sacre dei santi, della Madonna e di Gesù. Le stesse che, in foto, un bambino stringe tra le braccia, quasi a voler dimostrare quanto ci tiene e che vengono trasportate da tanti altri bambini intorno alla chiesa. Un altro scatto immortala ancora un altro bambino, mentre è intento a fare la comunione: «La fede ortodossa – continua a spiegare Cristian – prevede che l’eucarestia si faccia con pane fatto in casa benedetto, imbevuto di vino, che rappresenta il sangue di Cristo. Si può fare fin da piccolissimi». Una sensibilità, questa di Csinko verso le tradizioni ortodosse, e l’appena nata passione per la fotografia che, in futuro, potrebbero portarlo a raccontare le realtà delle chiese ortodosse direttamente in Romania.
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