Secondo la più comune delle dicerie, che sono alimentate da altrettante leggende ma anche da qualche riferimento a fatti realmente accaduti, chi passa davanti alla celebre “casa dei tre tocchi” o delle “tre sorelle” a Siracusa farebbe meglio, per evitare guai, a farsi sentire, “salutando”, con riverenza, i fantasmi che la abitano. O ancora, per essere sicuri, suonare il clacson per tre volte. Ma cosa si cela dietro questa superstiziosa tradizione?
La villa abbandonata “attende” i passanti nella strada provinciale per Cassibile
Sono diverse ed in alcuni casi “preoccupanti” le leggende diffuse a Siracusa sulla “casa dei tre tocchi” dell’Arenella. Un luogo antico e storicamente famoso per essere stato sede dei negoziati che, nel 1943, portarono all’armistizio di Cassibile. La tenuta, che secondo qualcuno ancora oggi sarebbe “infestata dai fantasmi”, nel secolo scorso è appartenuta alla famiglia nobiliare dei Giaracà. Per una lunga serie di eventi e dicerie (non proprio rassicuranti), è rimasta abbandonata, nonostante la sua posizione privilegiata tra la città ed il mare.
Caratterizzata da una ampia residenza, da alcune stalle e da un giardino murato, al di là del crollo dei tetti, delle crepe sui muri e degli ambienti ormai decadenti, la tenuta ancora oggi appare dall’esterno in tutto il suo fascino antico. La struttura è ben visibile al passaggio dalla strada che collega Siracusa a Cassibile, in direzione della località balneare di Fontane bianche. In molti si domandano quale sia la sua storia, osservandola.
Le leggende più diffuse sulla “casa dei tre tocchi”
Tante, almeno 3, sono le leggende che la avvolgono nel mistero la “casa dei tre tocchi”, alcune delle quali incutono anche un certo timore. La prima, più lontana nel tempo, racconta dell’uccisione dei baroni e della loro figlia ad opera di due ladri. Si racconta che gli assassini gettarono la testa della malcapitata nel pozzo della tenuta. È per questo motivo che, durante le notti di luna piena, si vedrebbe ancora il volto piangente della ragazzina riflesso nel pozzo.
Un’altra storia, evidentemente legata alla venerazione dei passanti, riferisce che, intorno al 1800, l’unica figlia dei proprietari della casa s’innamorò di un militare contro il loro volere. I due ragazzi, non è chiaro in quali circostanze, morirono. A questo evento risalirebbe la maledizione lanciata dal padre della ragazza a chi, passando accanto alla tenuta, non onorasse con il suo saluto la memoria della figlia.
La terza leggenda, quella che appare più verosimile, ha come protagoniste tre sorelle. Uno dei discendenti dei Giaracà, tra la fine del 700 e l’inizio dell’800, ebbe infatti tre figlie femmine, di cui però realmente non si ebbero più notizie. Si narra che abitassero la tenuta e che, non riuscendo a trovare marito a causa del loro aspetto, morirono in solitudine, con relativa maledizione nei confronti di coloro che passavano da quella zona. Coloro che non avrebbero bussato alla porta tre volte in segno di rispetto, infatti, avrebbe finito i loro giorni per morte violenta.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui