CREMONA – Un record, che di positivo ha ben poco. Per la prima volta, almeno in anni recenti, tutte e quattro le linee ferroviarie che attraversano il territorio cremonese, nel settembre scorso hanno registrato disservizi tali da beneficiare dell’indennizzo previsto dalla Regione, a parziale rimborso di quanto subito dai pendolari e dai viaggiatori occasionali. Nel complesso sono state ben 24 su 40, le tratte regionali interessate da una scadente puntualità. Gli utenti possono dunque ottenere uno sconto pari al 30% del valore dell’abbonamento ferroviario mensile. Una magra soddisfazione.
«Il servizio di Trenord sta peggiorando sensibilmente ovunque in Lombardia – sottolinea Matteo Casoni, referente del comitato dei pendolari cremonesi InOrario –: ci saranno pure cause ‘esterne’ ma il fatto è che stiamo ricevendo un servizio non da ‘locomotiva d’Europa’ come si vuol definire la Lombardia».
«Nelle ultime settimane – prosegue Casoni – si stanno ripetendo numerosi problemi al materiale rotabile, soprattutto al mattino». Casoni è preoccupato dall’ormai prossima entrata in vigore dell’orario invernale. «Tra 15 giorni sarà operativo – conclude – ma, ad oggi non è stato convocato nessun tavolo di confronto coi comitati pendolari. Perché questi passaggi pubblici non vengono più rispettati?».
Molto critico anche Matteo Piloni, consigliere regionale di minoranza. «Tutte le quattro linee cremonesi risultano bocciate – commenta l’esponente del Pd –: la Cremona-Treviglio con il 17,12%, la Brescia-Piadena-Parma con il 12,54%, la Brescia-Cremona con il 10,31% e la Mantova-Cremona-Lodi-Milano con il 12,71% di treni con ritardo superiore ai 15 minuti o soppressi. Nel settembre dello scorso anno, solo una linea era stata bocciata, la Brescia-Piadena-Parma. Nonostante i molti treni nuovi, per paradosso, la puntualità negli anni è diminuita dall’84,2% del 2017 all’82% del 2023 – attacca il consigliere dem -. Significa che diciotto treni su cento, e sono soprattutto quelli nelle ore di punta, arrivano tardi. Il 2024 non è certo andato meglio e i dati di settembre lo dimostrano. Non è bastato cambiare il sistema di monitoraggio per nascondere le criticità. Anche se la puntualità non viene più misurata entro i cinque minuti di ritardo, ma entro il quarto d’ora, le linee soggette a indennizzo non fanno che aumentare».
Al momento, l’assessore Lucente ha preferito non replicare.
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