L’agricoltura, spina dorsale della civiltà umana per millenni, si trova oggi a un bivio cruciale. La crescente popolazione mondiale, che secondo stime Fao raggiungerà i 10 miliardi di individui entro pochi decenni, richiede un aumento di prodotti alimentari. Allo stesso tempo, il nostro pianeta, con le sue risorse finite, è sottoposto a una pressione senza precedenti: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento e la degradazione del suolo minacciano la sicurezza alimentare globale.
La Fao calcola che entro il 2050 la produzione agricola dovrà crescere di circa il 60 per cento rispetto ai livelli del 2005-2007, per sostenere la popolazione in espansione. Tuttavia, un aumento della produzione basato sull’attuale modello sarebbe insostenibile sotto diversi aspetti e aggraverebbe ulteriormente la crisi ambientale. Basti pensare che circa il 40 per cento di tutto il territorio abitabile del pianeta è utilizzato a scopo agricolo (dati della Banca mondiale), ma gran parte di questa produzione è destinata a mangimi e foraggio per gli animali da allevamento, anziché al consumo umano diretto. Per questo motivo è fondamentale ripensare l’agricoltura, l’alimentazione e l’uso della terra, adottando un approccio olistico che integri sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare e salute umana.
I pilastri della transizione
Diverse ricerche e organizzazioni internazionali, tra cui la Fao, concordano sulla necessità di una profonda trasformazione del settore agroalimentare che dovrebbe basarsi su alcuni pilastri:
Ottimizzazione dell’uso del suolo – Studi recenti (Columbia University, Virginia University, Politecnico di Milano) hanno dimostrato che un aumento della produzione di cibo è possibile senza necessariamente compromettere la tutela dell’ambiente. La soluzione proposta consiste in una vasta riorganizzazione della destinazione d’uso dei suoli su scala globale, tenendo conto dei cambiamenti climatici e sfruttando al meglio le terre disponibili.
Transizione verso diete più sostenibili – Ridurre il consumo di carne e di prodotti animali è fondamentale per mitigare l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente. Le proteine vegetali rappresentano un’alternativa più sostenibile e salutare e il loro ruolo dovrebbe crescere nel futuro. La Fao, pur riconoscendo l’importanza degli alimenti di origine animale per una dieta equilibrata, sottolinea la necessità di un consumo moderato e responsabile.
Agricoltura di precisione e rigenerativa – L’agricoltura di precisione, grazie a tecnologie come Gps, droni e sensori, consente di monitorare le colture e ottimizzare l’uso di risorse come acqua, fertilizzanti e fitofarmaci. L’agricoltura rigenerativa, invece, si concentra sulla rigenerazione del suolo adottando pratiche che ne aumentino la fertilità e ne limitino l’erosione (rotazione delle colture, riduzione delle lavorazioni del terreno, cover crops, eccetera). L’adozione di queste tecniche può contribuire a ridurre l’impatto dell’agricoltura sull’ecosistema e aumentare la resilienza dei sistemi produttivi.
Riduzione degli sprechi alimentari – Attualmente, una parte significativa del cibo prodotto viene sprecata lungo la catena di approvvigionamento. Ridurre gli sprechi e le perdite è un passo indispensabile per aumentare l’efficienza del sistema alimentare e garantire che il cibo disponibile raggiunga chi ne ha bisogno.
Investimenti in ricerca e innovazione – Lo sviluppo di nuove tecnologie e pratiche agricole è sostanziale per incrementare la produttività e la sostenibilità del settore. La ricerca dovrebbe concentrarsi su soluzioni innovative per migliorare l’efficienza dell’uso delle risorse, ridurre l’impatto ambientale e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici. In questo quadro la scoperta del “genome editing”, motivo del premio Nobel 2020 a Emmanuelle Charpentier e a Jennifer Doudna, è una notevole opportunità. A queste tecniche mirate e rapide di miglioramento genetico è stato dato il nome di Ngt, New Genomic Techniques, in Italia sono state denominate Tea: Tecnologie di evoluzione assistita.
Politiche e incentivi adeguati – I governi hanno poi un ruolo chiave nel promuovere la transizione verso sistemi alimentari sostenibili, adottando politiche e incentivi mirati.
Questa transizione verso un’agricoltura sostenibile rappresenta una sfida complessa ma necessaria e richiede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, dagli agricoltori ai consumatori, dai governi alle aziende. La posta in gioco è alta: la salute del nostro pianeta e la capacità di nutrire le generazioni future dipendono dalle scelte che faremo oggi.
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