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FONDO NUOVE COMPETENZE/ L’opportunità per lavoratori, imprese e sindacati #finsubito prestito immediato


Finalmente è stato pubblicato il terzo decreto che rilancia il Fondo nuove competenze 2024/2025, augurandoci che ne venga fatta ampia diffusione poiché rappresenta una grande opportunità per il mercato del lavoro. Infatti, il decreto prevede risorse eloquenti per un totale di 730 milioni per le aziende che hanno un fabbisogno formativo posto a base della domanda che deve essere riferita a processi di innovazione organizzativa, di processo e di prodotto in materia di: sistemi tecnologici e digitali; sviluppo dell’intelligenza artificiale; sostenibilità e impatto ambientale; economia circolare; transizione ecologica; efficientamento energetico.



Per il 2024 i datori di lavoro che decidono di destinare parte dell’orario di lavoro assegnato ai propri dipendenti ad attività di formazione possono accedere alla terza edizione del Fondo nuove competenze. Il Fondo rimborsa il costo delle ore di lavoro destinate alla frequenza della formazione utile a mantenere competenze aggiornate in un mercato di lavoro fortemente mutevole e dove sappiamo mancano figure professionali in ambito digitale. Le risorse in dotazione al Fondo sono destinate per il 25% ai sistemi formativi (gruppi di imprese con a capofila grandi datori di lavoro), per il 25% alle filiere formative (gruppi di datori di lavoro di piccole e medie dimensioni) e per il 50% ai singoli datori di lavoro.



Il datore di lavoro privato che abbia sottoscritto un accordo collettivo di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzato a percorsi formativi di accrescimento delle competenze dei lavoratori può presentare una sola istanza di contributo scegliendo tra le linee di intervento previste. Per l’approvazione delle istanze, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali richiede prima alle Regioni e Province autonome la manifestazione di un parere sul progetto formativo. Decorsi 10 giorni dalla data della richiesta il parere si intende acquisito positivamente in applicazione del silenzio assenso.


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Il progetto formativo deve essere adeguato agli standard di qualificazione di cui all’art. 3 del decreto n. 175/2024 del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e dunque prevedere anche la certificazione delle competenze rispetto a un numero di ore compreso tra 30 e 150 ore per ciascun lavoratore. Il contributo riconosciuto dal Fondo nuove competenze è pari al: 60% della retribuzione oraria (inteso come lordo imponibile contributivo per 12 mensilità suddiviso per .1720 ore), al netto dei contributi previdenziali e assistenziali delle ore destinate alla formazione; 100% degli oneri previdenziali e assistenziali, compresa la quota a carico del lavoratore, al netto di eventuali sgravi contributivi.

Novità interessante è la possibilità di ottenere contributi anche per formare persone non ancora assunte e la quota di retribuzione oraria netta viene finanziata al 100% nel caso di interventi a disoccupati da almeno 12 mesi, assunti successivamente alla data di pubblicazione del Decreto e prima dell’avvio della formazione. La quota di retribuzione rimborsabile è pari al 100% anche nel caso di assunzione con contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca.

È una forte opportunità per le rappresentanze sindacali: stipulare per i loro lavoratori e lavoratrici un nuovo accordo collettivo con l’azienda attraverso la contrattazione dei processi per i quali è necessario l’aggiornamento delle professionalità richiesto dalla nuova stagione dell’innovazione della transizione. Sappiamo bene che nella produzione e commercializzazione di beni e servizi si richiedono un aggiornamento delle competenze digitali, innovazioni aziendali per l’efficientamento energetico e l’uso di fonti sostenibili, per la promozione dell’economia circolare, la riduzione degli sprechi e il corretto trattamento di scarti e rifiuti (incluso il trattamento acque), facendo attenzione che per i casi in cui i datori di lavoro abbiano sottoscritto accordi di sviluppo per progetti di investimento strategico o fatto ricorso al Fondo per il sostegno alla transizione industriale, dovrà essere specificato il fabbisogno di adeguamento strutturale delle competenze dei lavoratori e lavoratrici insieme al coinvolgimento degli enti bilaterali e delle regioni.

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