Esiste un bonus che spetterebbe a molti ma che in troppi pochi conoscono e che riconosce un contributo fino a 12.000 euro. Si tratta di un bonus affitto che spetta qualora l’inquilino abbia un reddito basso e si trovi in determinate condizioni sociali ed è riconosciuto non solo per pagare l’affitto, eventualmente, arretrato, ma anche per eventuali nuove mensilità.
Il bonus è finanziato dal Fondo morosità incolpevole e spetta a coloro che non riescono a pagare il canone di affitto mensile per la casa in cui vivono a casa della perdita di reddito a causa di un licenziamento, per esempio, o per l’insorgere di una grave malattia.
Anche se il “Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione” nelle ultime Legge di Bilancio non è stato rifinanziato, le Regioni possono destinare a esso una parte delle proprie risorse, come ha fatto la Lombardia nel 2024.
Il bonus che in pochi conoscono
Il bonus affitto finanziato dal Fondo morosità incolpevole non è molto conosciuto, anche se permette di beneficiare di un contributo che può arrivare fino a 12.000 euro da utilizzare per pagare l’affitto (arretrato e futuro).
Proprio in virtù del suo nome, appare chiaro che il contributo è destinato a coloro che risultano morosi nel pagamento dell’affitto di casa. Il Fondo, infatti, aiuta tutti gli inquilini che sono stati colpiti da una procedura di sfratto per motivi che esulano dalla loro volontà.
Per capire quella che può essere la platea di aventi diritto al bonus, basti pensare che in Italia, nel 2020, le procedure di sfratto attivate sono state 42.000 circa. Nel 2023, invece, a fronte di quasi 74.000 procedure attivate, gli sfratti effettivamente eseguiti sono stati oltre 21.000. I numeri in questione mostrano un andamento preoccupante e appare chiaro, quindi, che si tratta di un bonus che in molti casi potrebbe aiutare gli inquilini che si trovano in una situazione di disagio economico.
Cos’è la morosità incolpevole?
Il Fondo morosità incolpevole è stato istituito dal Decreto Legge 102 del 31 agosto 2013 a livello nazionale, negli ultimi due anni non è stato rifinanziato dalla Legge di Bilancio, ma le Regioni hanno provveduto a finanziarlo con le proprie risorse.
Iniziamo con il dire che la morosità incolpevole è una condizione nella quale l’inquilino, non per sua scelta o per sua causa, non riesce a pagare l’affitto mensile. Si tratta di una condizione fuori dal controllo personale (una sopraggiunta perdita del lavoro o l’arrivo di una patologia invalidante potrebbero essere esempi pratici).
La situazione di morosità incolpevole è dimostrabile con:
- perdita del lavoro per licenziamento;
- riduzione dell’orario di lavoro;
- cassa integrazione;
- mancato rinnovo del contratto a termine;
- cessazione dell’attività di lavoro autonomo o professionale;
- malattia grave;
- infortunio;
- decesso di un componente del nucleo familiare;
- necessità di utilizzare parte consistente del reddito per fronteggiare spese mediche.
I requisiti per avere diritto al bonus
Non essendoci più una normativa nazionale che regolamenta il fondo per morosità incolpevole, i requisiti sono stabiliti, di volta in volta, dall’ente locale che finanzia il contributo.
In linea generale è necessario che l’inquilino sia colpito da procedure di sfratto e che:
- abbia un Isee al di sotto di quello limite fissato dalla norma locale;
- sia titolare di un contratto di locazione per il quale sia intervenuta una procedura di sfratto;
- abbia residenza nell’immobile interessato dalla procedura di sfratto.
La concessione del contributo potrebbe avere criteri preferenziali per i nuclei familiari che abbiano almeno un componente che si trovi in una delle seguenti situazioni:
- con 70 anni compiuti;
- minore;
- con invalidità almeno al 74%;
- in carico ai servizi
- sociale per un progetto di assistenza individuale.
Come si presenta domanda?
Come abbiamo detto, ormai, il contributo per l’affitto in questione è delegato alle Regioni e alle risorse che hanno messo a disposizione. Un bando, ad esempio, è stato attivato dal Comune di Milano, da quello di Genova, dalla Regione Lazio e dall’Umbria. Per comprendere come inviare la domanda, quindi, bisogna per prima cosa consultare i bandi pubblicati dalla propria Regione (o Comune) di residenza per verificare quali sono i requisiti richiesti.
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