Per anni, Gertrude Stricks è stata considerata una delle troppe vittime innocenti dei campi di concentramento nazisti. Figlia di Isidor Stricks, un ebreo polacco catturato vicino a Roma e deportato ad Auschwitz, il destino di Gertrude sembrava segnato. Tuttavia, contro ogni previsione, la sua vita ha seguito un percorso diverso, fatto di coraggio, solidarietà e speranza.
La scoperta della verità
Grazie al progetto “Il civico giusto”, diretto da Paolo Masini, e alla determinazione di Maria Grazia Lancellotti, preside del liceo classico e linguistico Orazio di Roma, è stato possibile ricostruire il destino di Gertrude. “Trudy”, come la chiamano affettuosamente, non è mai arrivata ad Auschwitz. Oggi ha 86 anni, vive negli Stati Uniti, è sposata e ha tre figli.
Lancellotti si è imbattuta nella storia di Trudy durante una ricerca sulla fuga di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat dal carcere romano di Regina Coeli. Nei racconti di Marcella Ficca, moglie di Alfredo Monaco, il medico che ideò la fuga, è emersa la figura di un uomo, Isidor Stricks, che affidò la sua bambina di 5-6 anni a Marcella poco prima di essere deportato.
La salvezza grazie a un gesto di coraggio
Marcella ospitò Trudy in casa sua per alcuni mesi, fino a quando la madre, Fanny, riuscì a rintracciarla e a portarla con sé. Da quel momento iniziò una serie di fughe e nascondigli, prima in due conventi di Roma e poi sulla nave Herry Gibbons, che nel luglio 1944 salpò da Napoli con mille profughi verso Oswego, negli Stati Uniti.
Il ritrovamento di Trudy e il gesto d’amore dei Monaco
Dopo la guerra, le tracce di Trudy sembravano perdute. La madre si risposò, cambiando cognome, e lo stesso fece Trudy anni dopo. Tuttavia, Lancellotti non si arrese e scrisse a un museo negli Stati Uniti, ottenendo una risposta da Brian, figlio di Gertrude. Fu lui a raccontarle la vita della madre, confermando la sua incredibile storia di sopravvivenza.
In un incontro commovente, Brian è venuto in Italia la scorsa estate, dove ha potuto conoscere i figli di Alfredo e Marcella Monaco. Purtroppo, i due eroi sono morti senza sapere se la bambina che avevano salvato fosse sopravvissuta, ma il loro gesto d’amore non è stato dimenticato. Le pratiche per il riconoscimento del titolo di “Giusti fra le Nazioni”presso lo Yad Vashem sono ora in corso.
Un progetto per ricordare e tramandare
Per Maria Grazia Lancellotti, questa scoperta è stata un viaggio complesso e intenso. “Sono entrata a gamba tesa nella vita di tante persone e ho riallacciato fili spezzati nel tempo. Ma è proprio questo il bello del nostro progetto: far vivere la storia con empatia e condividerla con le nuove generazioni”.
La vicenda di Trudy non finisce qui. Lancellotti ha annunciato l’intenzione di trasformare questa storia in un libro, affinché il gesto dei Monaco e il destino di Gertrude rimangano impressi nella memoria collettiva.
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