La sua sedia è rimasta lì, al solito angolo della palestra, nonostante il Maestro della Pugilistica Rodigina, Silvano Modena, non possa più fisicamente occuparla, essendo scomparso nel 2016. Anche il ring è ancora quello, mentre sulle pareti alle foto dei vecchi campioni sono state aggiunte quelle dei ragazzi più promettenti. Qui a fine anni Novanta veniva Alessandro Baricco perché voleva respirare l’atmosfera di una palestra storica e vedere da vicino le sfumature di un maestro old school, che sarebbe diventato più tardi un personaggio di City, romanzo uscito nel 1999, venticinque anni fa. Lo scrittore torinese aveva già pubblicato Castelli di rabbia, Oceano Mare e Seta. Anche La Scuola Holden era già stata fondata. Ma quando entrò nella palestra di Viale Trieste a Rovigo, pochi lo conoscevano, sicuramente non il maestro Silvano Modena, che lo trattò con il suo caratteristico cocktail tra il dolce e l’aspro. In quegli anni passavano in palestra anche campioni internazionali di rugby, ma per lui tutti erano uguali e se c’era un esercizio svolto malamente le parole e il tono che dedicava erano gli stessi per tutti.
Il Maestro protagonista del libro di Baricco si chiama Mondini, nome che sembra uscito da un libro di John Fante; eppure prende ispirazione anche per assonanza proprio da Modena. In City Mondini è un ex pugile che è riuscito ad aprire una palestra tutta sua, lasciando l’attività di lattoniere, grazie alla moglie che all’ultimo match della carriera, invece di puntare tutto sul marito, rischia la borsa non ancora guadagnata sull’avversario e fa un all-in che per l’economia domestica è una piccola svolta. Da quel momento Mondini scandisce la propria giornata con l’orologio della palestra che accende tutti i giorni alle tre del pomeriggio, quando varca quella porta, ovviamente tarando il marchingegno sui tre minuti di un round e sul minuto di riposo tra una ripresa e l’altra. Questa cosa Baricco l’aveva vista a Rovigo dal Maestro Modena. A Mondini piacciono i pugili di periferia, quelli che hanno fame, invece un pomeriggio gli arriva in palestra Larry, un ragazzo di buoni studi che vuol cimentarsi con la boxe. Mondini è un burbero dal cuore d’oro che con il suo pugile si saluta a fine giornata con un reciproco vaffanculo, uno che dedica la sua vita alla crescita degli atleti, odiando allo stesso tempo i manager con gli occhiali scuri e i denti rifatti. Insomma, Mondini è un puro. Sotto le sue cure, pian piano il ragazzo pugilisticamente migliora, vince match dopo match ma ad un passo dal titolo mondiale Mondini durante un incontro complicato getta la spugna sul ring per evitare, come fanno in questi casi i bravi allenatori all’angolo, una dura punizione per il ragazzo, gesto che in questo sport può significare anche salvaguardare la vita di una persona. Ma per Larry tutto ciò significa alto tradimento. Per esempio Nino Benvenuti, nella realtà, non ha mai perdonato del tutto Amaduzzi per aver posto fine al match con Monzon. E così le due carriere, di Mondini e Larry, correranno nella fiction separate, pur se legate da quel filo invisibile che unisce per sempre il pugile con il proprio Maestro.
Impossibile non riconoscere in questo personaggio Silvano Modena. Il rodigino era stato da giovane un buon dilettante che aveva combattuto e perso anche con il predestinato Benvenuti in un match che a detta dello sconfitto, e chissà quanto corrisponda al vero, era stato molto equilibrato. Mai passato professionista, Modena, di mattina lavorava come inserviente all’ospedale di Rovigo, dopo pranzo era già in palestra a costruire pugili. Se nell’epoca precedente alla sua i campioni avevano i nomi di Enzo Correggioli e Guido Ferracin (addirittura campione europeo nel secondo dopoguerra), nella fase due della Pugilistica Rodigina, che era nata nel lontano 1935 in epoca fascista, i protagonisti sul ring con Modena all’angolo sono i fratelli Brancalion e i fratelli Castellacci. Proprio Cristiano Castellacci gestisce oggi la palestra, qui si allenano oltre 150 iscritti tra professionisti, dilettanti e amatori di tutte le età. Le attività svolte sono tante: con i bambini delle elementari, gli studenti delle superiori, con le carceri, con le cooperative che si occupano di sostenere i migranti.
Cristiano è stato un buon dilettante, ha indossato per 36 volte la maglia azzurra, sia ai mondiali che agli europei, mancando solo l’appuntamento olimpico. “Silvano Modena – racconta Castellacci a ilfattoquotidiano.it, – è stato il mio Maestro, ed è rimasto con noi fino all’ultimo. Oggi abbiamo tenuto la sua sedia, dove nessuno si può sedere. Sono rimaste qui anche la sua giacca della tuta e i guantoni. Non c’è più fisicamente, ma da lì vigila sull’attività dei ragazzi e di noi allenatori che proviamo a portare avanti quello che lui ci ha insegnato”. Castellacci frequenta questo luogo da quando ha cinque anni. Perché qui ci venivano prima di lui il nonno, lo zio e il fratello maggiore Alberto. Sente la palestra alla stregua di casa sua. “Il maestro Silvano Modena era molto rigido, non uno da mille abbracci, ma si legava in maniera forte con i suoi pugili. Quando avevi bisogno, lui c’era. Ha aiutato tanti di noi a diventare adulti, per me è stato un secondo padre, per altri in pratica un primo. Durante gli anni in Nazionale, mi è capitato di stare lontano da Rovigo per mesi, quando sono tornato in palestra, ho avuto un brutto comportamento, perché a quell’età è facile montarsi la testa. Mi vergogno ancora adesso a raccontarlo. Vado direttamente in spogliatoio a cambiarmi senza salutare nessuno. Lui prima viene a parlarmi, sedendosi accanto, poi siccome continuavo ad essere arrogante, prese la borsa e me la gettò fuori dalla porta. Sono tornato con umiltà, chiedendo scusa a tutti: quella lezione non l’ho più dimenticata”. Castellacci non può nemmeno scordare il suo maestro all’angolo durante i match. “Se durante il round non avevi fatto quello che ti aveva richiesto, erano sessanta secondi di parole. Portava con sé una spugna che poteva contenere un litro d’acqua e se non gli stava bene come avevi lavorato sul quadrato te la lanciava addosso. Non avresti mai voluto tornare a sederti su quello sgabello“.
Castellacci passa professionista, senza riuscire ad arrivare ad una cintura. E così diventa tecnico. “Fu allora che mi consigliò di non innamorarmi troppo degli allievi perché i pugili molto spesso tradiscono e il tradimento di un pugile è più duro da sopportare del tradimento di una donna. Tu dai tutto e non capisci certi loro comportamenti, ma è la vita”. Anche qui Modena ricorda il Mondini di Baricco. Come era sotto il profilo dell’insegnamento della tecnica? “Preparato e maniacale, ti metteva davanti ad uno specchio a provare il diretto sinistro finché il colpo non era pulito, corretto da ogni imperfezione. Anche il modo in cui saltavi la corda doveva essere preciso. Oggi è tutto diverso, al terzo allenamento ti chiedono di spiegargli il gancio visto su You Tube“. L’attività della Pugilistica Rodigina nel frattempo si è diversificata, i tempi sono cambiati. Si cerca anche di portare il pugilato fuori dalla palestra. Però lo spirito dei vecchi tempi, quello che aveva catturato la curiosità di Baricco, non sembra andato perduto. “Da noi non ci sono armadietti – conclude Castellacci – ma un tavolo dove vengono appoggiati zaini, borse e vestiti e non è mai sparito nulla. Se qualcuno non sta alle regole va via, e se ne va da solo, senza bisogno di accompagnarlo alla porta”.
Sul ring nel frattempo è iniziato uno sparring bello intenso tra i due professionisti di casa. Hanno una storia simile, sono amici e colleghi di lavoro (entrambi elettricisti nella stessa azienda locale), ma a fare i guanti non si risparmiano. Beh Alassane Traore, detto Arnold, è un mediomassimo che sta scendendo di categoria per essere più incisivo e arrivare l’anno prossimo al titolo nazionale. Ha un’ottima tecnica e alle spalle già un bel po’ di incontri, match vinti e match persi senza paura di sporcare il record con sconfitte fuori casa. Osamwonyi Efe è un superwelter che in questo momento pesa come un medio. Ha meno esperienza da pro, ma una cattiveria agonistica superiore all’amico. Un solo match (vittoria su un mestierante), anche per lui l’obiettivo tra un paio d’anni è quello di tentare la strada del titolo italiano. Con indosso i caschetti e i guanti che fanno meno male, come si usa in allenamento, se le danno di santa ragione. Vederli combattere così sarebbe piaciuto a Luciano Modena. Arnold e Efe sono arrivati in Italia, fuggendo da situazioni complicate nei loro Paesi d’origine, Costa D’Avorio e Nigeria. La pericolosa traversata, lasciando la famiglia, è di quelle che ti rimangono dentro per sempre. A Rovigo hanno trovato casa, un lavoro e una passione. La Pugilistica Rodigina vorrebbe regalare ad Arnold un sogno ulteriore. Organizzargli un incontro in Costa D’Avorio con in palio una cintura, anche minore. In modo che possa essere visto da familiari e amici rimasti lì. Magari Baricco, in queste settimane impegnato a teatro, costruisce venticinque anni dopo un altro racconto sulla boxe, il più letterario degli sport.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui