Si tratta di due rumeni e sono fortemente indiziati per il penultimo raid di una serie infinita, venerdì alla Fullove di Ponticino
Ci sono due arresti per i colpi alle aziende orafe, 24 nel corso dell’anno, che hanno portato a livelli d’allarme la rabbia e l’esasperazione degli oltre 1500 imprenditori del distretto dei gioielli più importante d’Europa, quello di Arezzo. Si tratta di due rumeni e sono fortemente indiziati per il penultimo raid di una serie infinita, venerdì alla “Fullove” di Ponticino, il paese di Pupo, nel comune di Laterina-Pergine.
I loro arresti, che risalgono alle ore immediatamente successive al blitz ma che erano stati tenuti nel massimo riserbo dagli inquirenti, sono già stati convalidati dal Gip del tribunale di Arezzo. Ci sarebbero elementi inequivocabili, dicono gli inquirenti, che li collegano non soltanto al colpo alla “Fullove” ma anche a quello della “New Chains” di Tegoleto, avvenuto qualche settimana prima.
E’ un primo successo per le forze dell’ordine, che finora, in quasi due anni di furti, a volte milionari, molti dei quali spettacolari, non erano mai riusciti a individuare nessuno di questi fantasmi della notte, che si materializzavano davanti alle ditte orafe, le assalivano, talvolta le sventravano come nell’ultimo raid di ieri alla “Croma Catene” di Subbiano, e poi sparivano indisturbati, spesso con modalità da film, con strade bloccate e caterpillar o furgoni usati come arieti. Non venerdì, quando carabinieri, polizia e investigatori dello Sco, il servizio centrale operativo della polizia, hanno afferrato il filo giusto.
E’ stato uno dei due rumeni a tradirsi: i militari dell’Arma di Laterina lo hanno sorpreso all’alba in un bar mentre tentava di telefonare. Aveva ancora le scarpe sporche del fango della notte, particolare labile ma che è bastato per identificarlo. Nelle stesse ore, i carabinieri della stazione di Pergine fermavano l’altro rumeno, sorpreso alla guida di una Lancia Y su una strada sterrata che pareva quella adoperata dai banditi per fuggire.
Da lì sono cominciati una serie di serrati controlli che in tre giorni hanno condotto gli inquirenti fino a un covo di Quarrata, in provincia di Pistoia.
Lì non c’era il bottino dei colpi, ma sono stati ritrovati almeno gli attrezzi adoperati per i colpi, compreso quello alla “New Chains”, di cui, secondo gli investigatori, i due sarebbero stati fra i protagonisti. Le indagini proseguono per identificare gli altri del commando. (Salvatore Mannino)
03 dicembre 2024
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