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Aveva promesso di non interferire nei processi del figlio ed escluso eventuali provvedimenti di clemenza.
Invece Joe Biden, 50 giorni prima della fine del suo mandato, ha firmato la grazia ‘piena e incondizionata’ per Hunter con una mossa a sorpresa destinata a far discutere. Una decisione presa nel weekend trascorso con tutta la famiglia a Nantucket per Thanksgiving e annunciata poco prima di partire per uno storico viaggio in Angola che lo terrà lontano dalle polemiche di casa per qualche giorno.
La grazia, accettata al volo dal figlio, riguarda entrambi i processi istruiti da un procuratore speciale (nominato dal dipartimento di giustizia dell’amministrazione Biden) e di cui in dicembre erano attese le sentenze, col rischio del carcere: il 12 in Delaware per aver acquistato illegalmente una pistola omettendo di dichiarare la sua dipendenza dagli stupefacenti, e il 16 in California per aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019, soldi che sono stati spesi in “droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale”. Imputazioni, le ultime, per le quali Hunter aveva ammesso la propria colpevolezza confidando in una pena ridotta. A spiegare la decisione è stato lo stesso Biden in una lunga nota diffusa dalla Casa Bianca, nella quale in sostanza sostiene che il figlio è stato perseguito in modo “selettivo e ingiusto”, su pressioni degli avversari politici, per colpire lui. Insomma, una persecuzione politica, lo stesso argomento usato da Donald Trump per i suoi casi.
© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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