Dimissioni Tavares, le reazioni del governo italiano | FP – News #finsubito prestito immediato

Arrivano le prime reazioni del governo italiano alle dimissioni di Carlos Tavares da CEO di Stellantis. A partire da quella di Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, che più che di dimissioni in sè ha parlato della possibile buonuscita da 100 milioni di euro in favore del manager portoghese e di un altro grande tema caro al leader della Lega, quello dell’italianità dell’azienda: “Il problema, più che Tavares e le sue esorbitanti richieste, è la proprietà. E’ una proprietà che di italiano ha ben poco ormai, che ha preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche all’estero”.

Dimissioni Tavares: le reazioni del governo

E subito il pensiero di Salvini va ai dipendenti che lavorano nelle fabbriche italiane del gruppo: “Bisogna convocare i sindacati. Stellantis è il peggior esempio di come si fa impresa con il denaro pubblico. Il mio pensiero da ministro è vicino agli operai e alle loro famiglie, faremo di tutto per salvaguardarli“. Quanto alla richiesta di Elkann di riferire in parlamento, il leader della Lega ha aggiunto: “Elkann avrebbe già dovuto venire in Parlamento e con un assegno non a parole, con un assegno che ricordi quanti miliardi di euro negli anni questa azienda di denaro pubblico ha incassato, ci sono ancora prestiti garantiti dallo Stato per miliardi di euro, a fronte di quali risultati economici, di quali chiusure, di quali licenziamenti e cassa integrazione. Quando c’è qualcosa da guadagnare, Stellantis incassa e scappa, mentre quando c’è qualcosa da chiedere lo chiede ai suoi operai”.

Da Salvini a Tajani

Alle parole di Salvini sono seguire quelle di Antonio Tajani, ministro degli esteri e come il leader della Lega anche vicepremier. “Credo che dopo tutto il sostegno che ha avuto Stellantis dallo Stato, abbia il dovere morale di continuare a operare nel nostro Paese, tenendo conto anche dei cambiamenti che ci sono – le sue dichiarazioni riprese da Ansa – Anche l’Europa dovrà fare la sua parte, bisogna cambiare alcune regole, penso al blocco della produzione di auto non elettriche a partire dal 2035, quindi c’è un percorso da fare”.

Anche Meloni dice la sua

Immancabile, infine, il commento di Giorgia Meloni. “Ho parlato con Elkann che mi ha comunicato le dimissioni di Tavares – ha detto la premier intervistata a Quarta Repubblica – La trattativa con il governo è neutrale, vogliamo fare del nostro meglio per difendere l’occupazione e l’indotto. Abbiamo un altro tavolo convocato a dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo“. Una posizione non troppo schierata dunque quella della leader di Fratelli d’Italia, o sicuramente meno schierata dei suoi alleati di governo. La politica è anche questo.