Nessuno sconto di pena per Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia del Governo Berlusconi. E’ quanto stabilito dalla terza sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Giuseppe Meccariello, con a latere Anna Sofia Sellitto e Raffaele Ferraro, che si è pronunciata sull’incidente di esecuzione proposto dal legale di Cosentino, in merito ad un contrasto tra sentenze in ordine al reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.
Al vaglio dei giudici, due verdetti che riguardano una la condanna a 9 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici nell’ambito dell’inchiesta che ha riguardato la società dei rifiuti Eco4, con cui avrebbe messo in piedi un sistema di consenso elettorale fondato sull’appoggio dei clan. L’altra, la formula assolutoria nel processo ‘Il Principe e la scheda ballerina’, in cui l’ex coordinatore di Forza Italia era accusato del reato di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa in relazione alla costruzione di un centro commerciale, Il Principe, a Casal di Principe voluto dai Casalesi, ma mai edificato. L’assoluzione arrivò in Cassazione che confermò il verdetto della Corte di Appello di Napoli che aveva ribaltato la pronuncia dei giudici del tribunale sammaritano che avevano condannato il politico a 5 anni e 6 mesi di reclusione.
Un contrasto tra giudicati in merito al medesimo reato che ha portato il legale del politico a chiedere una riduzione della pena complessiva di 9 anni, di un anno. Il sostituto procuratore Gionata Fiore ha ritenuto l’incidente di esecuzione inammissibile. Dello stesso avviso i giudici sammaritani che hanno confermato l’inammissibilità. Permane la pena finale inflitta per Nicola Cosentino a 9 anni di reclusione.
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