Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è il documento strategico che il Governo italiano ha predisposto per accedere ai fondi del programma Next generation EU (NGEU).
Il 30 aprile 2021 l’Italia ha presentato alla Commissione Europea il PNRR. Il Piano, approvato il 13 luglio 2021, intende in sintesi: rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, stimolando una transizione ecologica e digitale; favorire un cambiamento strutturale dell’economia, a partire dal contrasto alle diseguaglianze di genere, territoriali e generazionali.
L’obiettivo principale del PNRR è quello di rilanciare la struttura economico-sociale del Paese. Per farlo si punta, in particolare, sulle leve della digitalizzazione, della transizione ecologica e dell’inclusione sociale.
In questa guida digitale sul PNRR, con l’aiuto della ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, illustreremo che cosa è il PNRR e cosa prevede. Approfondiremo, inoltre, quali sono le sei Missioni del PNRR e i principali interventi previsti negli ambiti economici, sociali e tecnologici interessati.
Il PNRR, approvato definitivamente il 13 luglio 2021, prevede una serie di investimenti e riforme in risposta alla crisi pandemica.
Questo piano è previsto per l’arco temporale 2021-2026 e si inserisce in un quadro più ampio di fonti di finanziamento.
Questi includono il Next Generation EU (investimenti e riforme UE a favore dell’innovazione ecologica e digitale, della formazione dei lavoratori e dell’equità), ma non solo.
Vi sono anche finanziamenti della politica di coesione europea per il periodo 2021-2027, risorse ordinarie statali e risorse aggiuntive dedicate agli interventi complementari al PNRR.
Foto: Shutterstock
Il PNRR prevede 134 investimenti (235 se si conteggiano i sub-investimenti) e 63 riforme. Inizialmente il totale dei fondi della Next Generation EU erano pari a 191 miliardi di euro; a seguito di un aggiornamento del PNRR i fondi complessivi sono stati stanziati più di 220 miliardi di euro.
Il Governo ha iniziato a mettere in atto il PNRR nella seconda metà del 2021 e dovrà completarlo e rendicontarlo entro la fine del 2026. Per supervisionare l’attuazione del PNRR il Governo in carica nel 2021 ha previsto un sistema di coordinamento che fa capo al Ministero dell’Economia, con strutture di valutazione e controllo create appositamente.
Inoltre, si prevedono task force locali per aiutare le amministrazioni locali a migliorare le capacità di investimento e a semplificare le procedure.
Secondo l’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, il 2022, per il PNRR, è stato l’anno cruciale per impostare al meglio le tante iniziative previste, pena la perdita di finanziamenti preziosissimi da parte della Commissione Europea.
Per concretizzare tutto il potenziale di trasformazione digitale associato al PNRR è, quindi, necessario “unire i puntini”, cioè, raccordare visioni, risorse e sforzi che, se non ben allineati, rischiano di far perdere tempo ed energie veramente cruciali in questa fase.
Il PNRR nel Next Generation EU (NGEU)
Per parlare di come si è arrivati alla nascita del PNRR, bisogna fare una premessa. Innanzitutto, la pandemia ha colpito l’Italia corroborando una crisi economica, sociale e ambientale già in atto. Ormai da prima del Covid-19, il nostro Paese arrancava rispetto alle altre nazioni europee avanzate. Il nostro Paese, infatti, si confrontava con problemi di produttività, un tessuto produttivo frammentato e una scarsa propensione all’adozione di nuove tecnologie. Tutto ciò sia nel settore privato che nella Pubblica Amministrazione.
Questo, però, non significa che l’Italia, senza il PNRR, sia condannata al declino: è qui che entra in gioco il Next Generation EU (NGEU), meglio noto in Italia con il nome di “Recovery Fund”.
Tale programma dell’Unione Europea prevede una serie di fondi per risollevare le sorti degli Stati membri in seguito alla crisi provocata dalla pandemia.
Per accedere ai fondi l’Italia, così come ciascun Stato membro, ha dovuto presentare il suo pacchetto di investimenti e riforme, vale a dire il PNRR, oggetto di questa guida.
Quanti sono gli obiettivi del PNRR e la sua struttura
La proposta del PNRR si concentra su tre obiettivi, detti anche assi di intervento, condivisi a livello europeo. Questi obiettivi sono:
- digitalizzazione e innovazione;
- transizione ecologica;
- inclusione sociale.
Il PNRR intende, infatti, affrontare le conseguenze immediate della crisi pandemica, ma non solo. Con il Piano, il Governo italiano mira a risolvere e sbrogliare i diversi nodi strutturali che hanno rallentato lo sviluppo economico e sociale del Paese negli ultimi trent’anni.
In primis la scarsa dinamica degli investimenti e la debole capacità amministrativa del settore pubblico. In seconda battuta, anche a una serie di fattori strutturali quali disparità di reddito, di genere, generazionali e territoriali.
Stando alle stime contenute nello stesso PNRR, il Governo prevede entro il 2026 un aumento del PIL di 3,6 punti percentuali e un aumento dell’occupazione di 3,2 punti percentuali ottenuti grazie al Piano. Il Piano si struttura in quattro aree:
- Obiettivi generali
- Riforme e Missioni
- Attuazione e monitoraggio
- Valutazione dell’impatto macroeconomico
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato pensato per scandire gli investimenti per un arco di cinque anni. Il Governo italiano, infatti, ha iniziato a mettere in atto il PNRR nella seconda metà del 2021. Il Piano, poi, dovrà essere portato a compimento e rendicontato entro la fine del 2026.
Quali fondi rientrano nel PNRR
Ai fini della realizzazione delle Missioni e Riforme previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia è chiamata a gestire un ammontare di 223,91 miliardi di euro. Le Risorse derivano dai due fondi di Next Generation EU (NGEU) maggiori:
- RRF (acronimo di Recovery and Resilience Facility), per 210,91 miliardi;
- REACT-EU (acronimo di Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe, in italiano Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa), per 14,4 miliardi.
- FNC (acronimo di Fondo nazionale per gli investimenti complementari), per 30,6 miliardi.
Quali sono le sei missioni del PNRR
Andando più nel dettaglio, il PNRR si sviluppa lungo 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Tali componenti sono raggruppate in sei Missioni fondamentali.
Per ogni Missione del PNRR sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione degli interventi. Sono 63 riforme in tutto, che possiamo suddividere nelle seguenti tipologie:
- Riforme orizzontali (o di contesto), innovazioni strutturali dell’ordinamento volte a migliorare l’equità, l’efficienza, la competitività e il quadro economico del Paese;
- Riforme abilitanti, funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati;
- Riforme settoriali (contenute nelle singole Missioni), innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali;
- Riforme concorrenti, cioè misure non comprese direttamente nel Piano, ma necessarie alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR (come, ad esempio, la riforma fiscale o il potenziamento del sistema di ammortizzatori sociali).
Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
L’obiettivo è quello di promuovere la transizione digitale nella PA, nelle infrastrutture di comunicazione e nel sistema produttivo, migliorare la competitività delle filiere industriali e rilanciare il turismo e la cultura.
Rivoluzione verde e transizione ecologica
L’obiettivo è quello di Incentivare la sostenibilità sociale ed economica, con interventi che coinvolgono aree come l’agricoltura, la gestione dei rifiuti, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e la biodiversità del territorio.
Infrastrutture per una mobilità sostenibile
L’obiettivo è quello di Modernizzare e potenziare la rete ferroviaria (soprattutto nel Sud), ottimizzare e digitalizzare il trasporto aereo, garantire l’interoperabilità della piattaforma logistica nazionale per la rete dei porti.
Istruzione e ricerca
L’obiettivo è quello di Colmare le carenze nel sistema dell’istruzione lungo tutte le fasi del ciclo formativo, dall’asilo nido fino all’università, rafforzando i sistemi di ricerca e offrendo nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.
Inclusione e coesione
L’obiettivo è quello di Investire nelle infrastrutture sociali, rafforzare le politiche attive del lavoro, sostenere l’alternanza scuola-lavoro e l’imprenditoria femminile, con attenzione alla protezione di individui fragili, famiglie e genitori.
Salute
L’obiettivo è quello di Rafforzare prevenzione e assistenza tramite l’integrazione tra servizi sanitari e sociali e la digitalizzazione del SSN, potenziare il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e la Telemedicina, promuovere la formazione del personale sanitario e la ricerca scientifica.
Quali settori beneficiano del PNRR
Il PNRR definisce obiettivi e interventi trasversali ai vari ambiti della sfera economica e sociale italiana. Dal Turismo alla Cultura, dall’Agricoltura alla Logistica, dall’Istruzione al Lavoro, dalla Sanità alla Pubblica Amministrazione. Minimo comun denominatore, all’interno delle Riforme e Missioni definite all’interno del Piano, è l’Innovazione Digitale.
Diamo qualche dato preciso su PNRR e Innovazione Digitale, attraverso i dati di ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale:
Il 26% del totale dei fondi europei NGEU è dedicato alla Trasformazione Digitale. In linea con la media europea, l’Italia ha destinato il 25% delle risorse del PNRR all’attuazione della propria Trasformazione Digitale. Si tratta di 48 miliardi di euro, di cui 40,7 previsti per gli interventi della Missione 1 e i restanti suddivisi nelle altre cinque Missioni di cui si compone il Piano.
Una parte importante di questi fondi (circa il 32%) è destinata all’eGovernment, con interventi chiave come la digitalizzazione dei servizi pubblici offerti dalle PA locali e centrali, l’innovazione dei processi interni della PA e del sistema giudiziario; un’altra area di spesa importante (27% dei fondi per il digitale) è quella destinata alla digitalizzazione delle imprese, con crediti di imposta messi a disposizione per gli investimenti in beni strumentali, innovazione aziendale e formazione del personale, superando lo strumento dell’iper-ammortamento del piano Industria 4.0.
Dunque, le tecnologie digitali sono centrali nella visione del PNRR e il loro sviluppo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di produttività e occupazione stimati in precedenza.
In questo contesto è, quindi, interessante capire quale possa essere la reale spinta innovativa del PNRR, sia a livello tecnologico che a livello economico-sociale.
Con l’aiuto dei team di Ricerca degli Osservatori Digital Innovation abbiamo perciò sviscerato le singole Componenti e Riforme distribuite all’interno delle Missioni, così da fornire un focus per ogni ambito tecnologico ed economico impattato dal Piano.
Quali sono i progetti finanziati dal PNRR
Il PNRR è un ambizioso programma strategico per l’Italia che affronta molteplici sfide e opportunità nei diversi settori dell’economia. La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è un punto centrale, con investimenti mirati alla migrazione al Cloud e al potenziamento delle competenze digitali.
La Sanità, i Beni Culturali, il Turismo, il Settore Primario, il Lavoro, l’identità digitale, la Space Economy, la Supply Chain Finance, la Logistica, gli Smart Building e le Smart City sono tutti settori coinvolti, con obiettivi di innovazione, sostenibilità e sviluppo tecnologico. Il PNRR rappresenta una preziosa occasione per la crescita e il progresso del Paese.
PNRR e Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la Pubblica Amministrazione riveste un ruolo di primo piano nella sua attuazione. Il 60% delle risorse associate al Piano sono destinate a:
- PA centrali (ad esempio INPS);
- PA locali (ad esempio Comuni);
- Imprese pubbliche (es. Trenitalia).
Tutte le risorse del PNRR, infatti, sono gestite da Ministeri o Dipartimenti della Presidenza del Consiglio, ergo PA.
Un’altra cosa però è molto più evidente di tutte: il PNRR dedica alla PA un’intera componente della Missione 1, quella appunto intitolata alla Transizione digitale delle PA.
In questo ambito sono previste diverse riforme e investimenti volte a portare a compimento molte iniziative già avviate con il Piano Triennale e ad accelerare su alcuni fronti storicamente carenti (migrazione Cloud dei servizi pubblici, competenze digitali e semplificazione dei processi amministrativi e giudiziari).
PNRR e Cloud per le PA italiane
Il Governo italiano, nel PNRR, ha definito per il 2026 che il 75% delle PA abbia i propri dati in Cloud. Si tratta di un obiettivo certamente ambizioso, ma il PNRR ha accelerato diversi fattori che avrebbero richiesto anni e che, invece, sono stati attuati in pochi mesi.
La migrazione in Cloud prevista dal PNRR per migliaia di PA, rappresenta ben due dei 134 investimenti previsti dal PNRR. Il primo è dedicato alla creazione del PSN e alla migrazione al Cloud di PA centrali e aziende sanitarie. Il secondo è dedicato alla migrazione al Cloud delle PA locali. Tuttavia, ci sono anche altre risorse del PNRR connesse al Cloud, riguardanti ad esempio il tema dei dati, dell’interoperabilità e della cybersecurity.
Cosa prevede il PNRR per la sanità
La Missione 6 del PNRR dedica al tema della Salute e Sanità un ampio capitolo di riforme e investimenti volti in particolare, per rafforzare e sviluppare le reti e i presidi territoriali, ma non solo. Punta anche a rafforzare le competenze digitali nel rapporto medico-paziente e il ricorso a strumenti quali il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina.
Questi progetti del PNRR sono un unicum nella storia degli investimenti e del cambiamento della Sanità Italiana. Un’opportunità da non perdere e sfruttare al meglio per innovare il Sistema Sanitario Nazionale.
PNRR e Beni Culturali
Nella Missione 1 del PNRR parte dei fondi è dedicata ai Beni Culturali, grazie ai quali è possibile investire nel settore in progetti di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio.
Fondamentale, però, nel PNRR è l’impostazione di una strategia di innovazione e l’adozione di una visione sistemica di tali progetti. Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura la capacità di fare innovazione delle istituzioni, in particolare musei e teatri, si concentra su trasformazione digitale, accessibilità e sostenibilità.
Cosa prevede il PNRR per il turismo
Tra i numerosi settori economici coinvolti dal PNRR, il turismo costituisce una delle principali aree di intervento, con investimenti volti a migliorare le strutture, i servizi e l’offerta.
La Missione 1, incentrata sul tema della transizione digitale del sistema produttivo italiano, mira a rilanciare il turismo e la cultura tramite l’assegnazione di 2,4 miliardi di euro. Digitalizzazione, competitività e transizione verde: questi i principali obiettivi perseguiti dal PNRR.
Cosa prevede il PNRR per l’agricoltura
Tra i provvedimenti del PNRR, nella Missione 2 è incluso lo stanziamento di 5,2 miliardi di euro per il comparto agricolo a sostegno dell’innovazione tecnologica.
In primo luogo, il PNRR prevede un ammodernamento nel comparto della meccanica agricola, trainante per il mercato dell’Agricoltura 4.0. A questo si aggiungono provvedimenti per l’innovazione tecnologica del comparto, una trasformazione che potrebbe fare la differenza per tutti gli attori coinvolti nella filiera agroalimentare.
PNRR e Lavoro
Sono diversi gli interventi del PNRR che incidono in modo energico sul mercato del lavoro e impattano direttamente o indirettamente la gestione delle risorse umane.
Tre in particolare gli aspetti che saranno maggiormente impattati dal PNRR:
- i processi di selezione e formazione dei dipendenti nella Pubblica Amministrazione;
- lo sviluppo di competenze digitali necessarie per sostenere la transizione verde e digitale;
- la riforma delle politiche attive del lavoro e della formazione professionale.
PNRR e Identità Digitale
Nella Missione 1 dedicata a transizione digitale e competitività, il PNRR prevede un’offerta integrata di servizi digitali mirati. Questi serviranno per ottimizzare i processi e ridurre i tempi della Pubblica Amministrazione e semplificare la vita di cittadini, imprese ed enti.
In relazione all’identità digitale il PNRR esplicita la volontà di rafforzare il sistema partendo da piattaforme esistenti (SPID e CIE), per poi convergere verso una nuova soluzione con una migliore user experience e che offra una maggiore accessibilità ai servizi digitali.
PNRR e Startup
Anche l’ecosistema delle startup è coinvolto dal piano PNRR, seppur in maniera limitata. Nel PNRR vi sono diverse Missioni e Investimenti in riferimento alle startup, ma sono presenti anche altri interventi che, seppure non esplicitamente, potrebbero permettergli di beneficiare di ulteriori fondi.
Tuttavia, nemmeno la metà è a conoscenza degli interventi del PNRR a loro diretti. È un importante segnale d’allarme per le istituzioni, sia perché potrebbe essere necessaria una maggiore trasparenza nella comunicazione, sia perché potrebbe significare che le attuali misure del PNRR non siano impattanti per l’ecosistema del settore.
PNRR e Space Economy
All’interno delle Missione 1 del PNRR sono stati destinati 1,49 miliardi di euro dedicati alla Space Economy, il nuovo fenomeno di frontiera in cui si combinano le tecnologie spaziali e digitali per sviluppare opportunità tecnologie e di business.
L’economia dello spazio abbraccia in realtà diverse missioni del PNRR. Ad esempio, le tecnologie spaziali possono contribuire significativamente alla Rivoluzione verde e transizione ecologica auspicata nella Missione 2 e, inoltre, possono trovare risorse anche all’interno della Missione 4, dedicata all’Istruzione e alla Ricerca.
PNRR e Supply Chain Finance
Scandagliando le missioni 1, 2 e 3 del PNRR troviamo interessanti opportunità per il mercato del Supply Chain Finance, l’insieme delle soluzioni innovative che consentono a un’impresa di finanziare il proprio Capitale Circolante.
A beneficiare dei provvedimenti del PNRR, in particolare, tre soluzioni: Equipment Finance, Cessione Crediti Fiscali e Deep Tier Finance. Per far sì che questo accada, però, occorre che una serie di riforme previste dal Piano siano effettivamente implementate come da programma.
PNRR e Contract Logistics
Il PNRR offre un’opportunità di sviluppo anche per la Contract Logistics in ottica sostenibile e digitale. Tuttavia, non esiste una singola Missione o un Ministero che racchiuda i fondi dedicati a questo settore.
Una parte, riguardante però il trasporto di persone, è stata affidata al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità; altri fondi per la Logistica sono stati affidati al Ministero della Transizione Ecologica Sostenibile, al Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale e, infine, al Ministero dello Sviluppo Economico.
PNRR e Smart Building
Per essere al passo con il resto dell’Europa, il PNRR prevede di equipaggiare sempre più infrastrutture, in ambito pubblico e privato, con alti livelli di connettività, sfruttando le funzionalità di altre applicazioni tecnologiche, tra cui i sistemi basati sull’IoT, l’Internet of Things.
Non solo sensoristica avanzata applicata ai processi produttivi, alla mobilità o alla logistica, ma interi ecosistemi connessi all’interno di abitazioni private e edifici pubblici. Trasformare queste strutture in veri e propri Smart Building (scuole, cinema, teatri) è l’obiettivo del PNRR attraverso i fondi della Missione 1.
PNRR e Smart City
Il PNRR anche per la Smart City. Dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, dalla sicurezza alla riqualificazione degli spazi urbani, fino alla digitalizzazione degli enti locali alla Smart Mobility: di pari passo con lo Smart Building, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza permea in maniera trasversale anche il tema Smart City.
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Gli ambiti applicativi del Piano che rientrano nella sfera di influenza delle città intelligenti sono tanti e il potenziale degli interventi è alto. Elementi di Smart City sono presenti in almeno tre delle sei Missioni previste del PNRR, in particolar modo nella Missione 5, in cui si parla di Piani Urbani Integrati, ma non solo.
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