Le accuse vanno dall’associazione per delinquere alla turbativa d’asta, dal finanziamento illecito ai partiti al traffico di influenze illecite, dalla truffa all’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, fino a corruzione, induzione indebita e rivelazione di segreti d’ufficio. Gli imprenditori coinvolti, tra cui René Benko, si sarebbero resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di alcuni amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni
Una maxi operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento ha portato a nove arresti domiciliari e a cento perquisizioni, tra cui una anche negli uffici del municipio di Bolzano. Il provvedimento è scaturito da un’attività investigativa di polizia giudiziaria e tributaria, svolta da carabinieri e Guardia di finanza, nella tutela della legalità e dell’integrità della pubblica amministrazione. Le indagini hanno ipotizzato l’esistenza di una sorta di gruppo affaristico in grado di influenzare e controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia nella regione.
Tra gli arrestati ci sono la sindaca leghista di Riva del Garda, Cristina Santi, gli imprenditori René Benko (per il quale è stato chiesto un mandato di arresto essendo residente in Austria), Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, quattro professionisti e un dirigente comunale.
In giornata i carabinieri del Ros e i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria hanno effettuato cento perquisizioni nei confronti di altre persone sottoposte ad indagine, società ed enti pubblici territoriali nelle province di Trento, Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona nonché all’estero.
L’indagine
Gli imprenditori coinvolti si sarebbero resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di alcuni amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per iniziative immobiliari. Le accuse contestate vanno dall’associazione per delinquere alla turbativa d’asta, dal finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, dalla truffa all’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
L’inchiesta coinvolge anche 77 persone fisiche, tra cui undici amministratori pubblici, venti dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori. Nell’ordinanza, il gip ha condiviso la contestazione dell’utilizzo del metodo mafioso per il reato di associazione per delinquere ipotizzato dalla procura della Repubblica.
Reazioni
«Heinz Peter Hager ha offerto piena collaborazione agli inquirenti ed esprime grande fiducia nel sistema giudiziario», si legge in una nota della società che cura la comunicazione dell’imprenditore. In qualità di rappresentante legale di alcune aziende, tra cui Waltherpark, Hager è stato posto agli arresti domiciliari, una misura a cui i suoi difensori hanno fatto opposizione.
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