L’accusa è gravissima: hanno fatto parte, con ruoli e modalità diverse, di un gruppo affaristico in grado di influenzare e controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in Trentino Alto Adige. Per questo motivo la Procura distrettuale di Trento ha emesso un mandato d’arresto per il magnate austriaco René Benko, fondatore del gruppo Signa (finito poco meno di un anno fa sulla stampa internazionale per un mega crac) e per altre otto persone (tutte ai domiciliari), tra cui il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi (esponente della Lega) e l’ex senatore Vittorio Fravezzi (eletto con Unione per il Trentino). Le indagini sono state coordinate dalla Dda della Procura di Trento con Carabinieri del Ros e i Finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Trento. Al centro dell’indagine l’area ex Cattoi di Riva del Garda.
Gli arresti – Sono 8, come detto, le persone destinatarie di un ordine di custodia ai domiciliari. Oltre a Benko, Hager, Fravezzi e Santi, ci sono anche l’imprenditore roveretano Paolo Signoretti, gli architetti Fabio Rossa e Andrea Saccani, il giornalista Lorenzo Barzon e la dirigente del Comune di Bolzano nell’ufficio gestione del territorio Daniela Eisenstecken. Dopo essersi presentato alla polizia di Innsbruck, dove è stato ascoltato dagli inquirenti, Benko è stato rilasciato. La polizia sta attualmente esaminando se i reati di cui è accusato in Italia siano punibili anche in Austria e se possano essere avviati procedimenti corrispondenti. Al momento non si presume che il mandato d’arresto debba essere eseguito. L’indagine, nata nel 2019, è partita dopo un accesso abusivo al sistema informatico di una dipendente comunale di Bolzano. Secondo gli inquirenti, gli imprenditori coinvolti avrebbero concesso favori, regali e denaro anche a funzionari e amministratori pubblici in cambio di appalti.
Indagati anche assessori provinciali – Le indagini coinvolgono 77 persone fisiche, tra cui 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori. Tra gli indagati anche l’attuale assessore provinciale al turismo Luis Walcher (ex vicesindaco di Bolzano), il sindaco di Laives Giovanni Seppi e l’ex assessore provinciale e segretario particolare Werner Frick, tutti esponenti della Svp. Inoltre, numerose persone giuridiche sono state segnalate per responsabilità amministrativa. Il Gip ha condiviso la contestazione dell’utilizzo del metodo mafioso per il reato di associazione per delinquere ipotizzato dalla Procura.
Indagato consigliere comunale Fdi – Sotto inchiesta anche Andrea Merler, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Trento e vicepresidente di Patrimonio del Trentino spa. Già candidato sindaco per la coalizione di centrodestra, a Merler si contestano diversi episodi, tra cui – nel suo ruolo di presidente della società immobiliare della Provincia di Trento – di aver agevolato la vendita di un terreno di proprietà della società pubblica a favore di una società privata in cambio di un presunto riconoscimento economico di circa 10.000 euro, che sarebbe poi stato versato allo studio legale di cui è socio. Merler – sempre secondo le contestazioni – si è anche adoperato per far ottenere ad una società di marketing vari affidamenti diretti, per cui ha ricevuto 21.595 euro. Merler risulta inoltre indagato per essersi proposto come facilitatore degli accordi tra il Comune di Riva del Garda e la Patrimonio del Trentino nell’ambito della gara relativa alla costruzione di un nuovo polo congressuale. Fra i vari reati contestati anche finanziamenti illeciti per la campagna elettorale per le elezioni comunali di Trento, l’utilizzo fraudolento dei servizi Aci per il recupero della sua auto in panne e l’aver esercitato indebite pressioni per gli accertamenti anagrafici in un’abitazione dove – secondo la Procura – risiedeva fittiziamente.
“Finanziamento illecito a due del Pd” – Secondo la Procura gli scambi tra imprenditori e gli esponenti politici in Trentino riguarderebbero anche alcuni finanziamenti illeciti per le campagne politiche in vista delle elezioni nazionali e provinciali del 2022. In particolare, nell’inchiesta sono citati anche l’attuale sindaco di Arco, Alessandro Betta, e l’ex assessore provinciale e assessore alla salute, Luca Zeni, entrambi esponenti del Partito democratico del Trentino. All’imprenditore Signoretti si contesta di aver sostenuto “segretamente le spese relative alla campagna di comunicazione politica, anche a mezzo social, dei due esponenti politici”. Lo stanziamento non sarebbe poi stato deliberato dal cda della società di cui Signoretti era presidente e non comparirebbe tra i costi a bilancio. Inoltre, vi è stata – sempre secondo le accuse – anche una variazione delle causali per dissimularne la riconducibilità agli esponenti politici. Per la procura Betta e Zeni, che all’epoca dei fatti avrebbero dovuto candidarsi rispettivamente per le elezioni provinciali e per il rinnovo del Parlamento, non hanno poi dichiarato l’importo alla Presidenza della Camera dei deputati, come previsto per legge.
Le accuse – Le accuse contestate includono: associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. I militari hanno eseguito oltre 100 perquisizioni nei confronti di altre persone sottoposte ad indagine, società ed enti pubblici territoriali nelle province di Trento, Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona nonché all’estero attraverso i canali di cooperazione giudiziaria internazionale. Per l’accusa, gli imprenditori coinvolti si sono resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per iniziative immobiliari.
Benko era il capo – Il ruolo del magnate austriaco René Benko è stato ben delineato dagli inquirenti: “Grazie al suo potere economico è uno dei promotori dell’associazione per delinquere, rappresentato in Italia e strettamente coordinato e collegato con Peter Heinz Hager, indicando a quest’ultimo come ottenere le autorizzazioni sulle speculazioni da realizzare, impartendo ordini sull’esecuzione dello stato dei lavori conseguenti alle autorizzazioni, aggiornato da Hager sull’evolvere dei rapporti con il mondo istituzionale”. È quanto contesta la Dda della procura di Trento all’imprenditore austriaco, destinatario di un mandato di arresto per rogatoria internazionale in quanto considerato a capo della presunta associazione per delinquere. René Benko, nel frattempo, nel primo pomeriggio si è presentato alla Polizeidirektion di Innsbruck, dove è stato sentito dagli inquirenti. Il magnante austriaco resta comunque a piede libero, come scritto dal quotidiano Der Standard.
Perquisizioni – A corredo dell’inchiesta sulle operazioni immobiliari nel capoluogo altoatesino, gli inquirenti stanno effettuando tutta una serie di perquisizioni a Bolzano, non solo in Municipio. La Guardia di finanza si è recata negli uffici del noto commercialista Heinz Peter Hager, mentre i Carabinieri nell’ufficio della Signa Holding, ex società del magnate austriaco Renè Benko che sta realizzando in centro città il mega-centro commerciale Waltherpark. Le operazioni riguardano in prima linea computer, telefoni e altri supporti elettronici. Le forze dell’ordine si sono presentate anche in diversi uffici della Provincia autonoma di Bolzano: secondo quanto comunicato dalle forze dell’ordine, non sono però stati acquisiti materiale informatico o documenti. La commissione parlamentare antimafia ha già chiesto l’accesso agli atti dell’inchiesta.
“Piena collaborazione” – “Nessun mandato d’arresto europeo sarà eseguito contro il signor Benko che continuerà come prima a cooperare pienamente con tutte le autorità nazionali e internazionali ed è fiducioso che qualsiasi accusa contro di lui sarà errata“, ha detto l’avvocato Norbert Wess, legale dell’imprenditore. Secondo il difensore l’imprenditore austriaco si è presentato alla direzione della polizia di Innsbruck a seguito dell’ordine di arresto spiccato dalla Dda di Trento. Il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, tra i destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari, ha “offerto piena collaborazione agli inquirenti ed esprime grande fiducia nel sistema giudiziario”. Lo ha comunicato il suo ufficio stampa. “Nell’ambito di un’ampia indagine della Procura della Repubblica di Trento relativa a diversi progetti immobiliari nel Nord Italia, sono in corso accertamenti anche in Alto Adige. Le indagini riguardano progetti relativi agli anni dal 2018 al 2022″, si legge nella nota. “In totale sono 77 le persone interessate dalle indagini, tra cui alcuni imprenditori altoatesini. In qualità di rappresentante legale di alcune aziende, anche Heinz Peter Hager è coinvolto in queste indagini; è stato posto agli arresti domiciliari dalle autorità inquirenti. Gli avvocati della difesa sono stati incaricati di presentare opposizione a questa misura”, ha informato l’ufficio stampa.
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