Il covo dei predatori di oro e di argento era in un tranquillo bed and breakfast a Quarrata di Pistoia. Da tempo i ladri facevano la spola con Arezzo. Nelle stanze perquisite dagli inquirenti c’erano scarpe uguali a quelle usate dai malviventi nei furti, un sacco di tela identico a quello ripreso dalle telecamere mentre trafugano il metallo prezioso in ditta, ed altri elementi che schiacciano i primi due arrestati.
Uno ha 24 anni, l’altro 40, sono della Romania, entrambi senza fissa dimora, parlano poco e male l’Italiano. Sono in carcere accusati per il furto del 28 novembre alla Fullove di Laterina (160 mila euro) ma anche per quello tentato il 22 novembre alla New Chains di Tegoleto. Pendolari del crimine, potrebbero aver partecipato anche ad altre razzie tra le 24 di quest’anno. La loro banda era molto attiva ma ora ha subito un durissimo colpo: forse i reduci non si faranno più vivi da queste parti. Un gruppo criminale diverso da quella che con stile militare -strade bloccate e ruspa come ariete – ha saccheggiato la Croma Catene di Subbiano (100 chili) e in precedenza altre aziende, forse la Scatragli srl di Borghetto. Su questo versante indagini in corso.
Intanto, dopo i primi due arresti – per l’esattezza si tratta di fermi di polizia giudiziaria – potrebbero scattare alte catture. Tremano i complici dei due rumeni finiti nelle maglie di carabinieri e polizia alle 8.15 del 29 novembre a Laterina. Era la mattina dopo l’assalto alla Fullove, avvenuto 12 ore prima. Uno, vestito di nero, sporco di fango, è entrato al bar del paese chiedendo di poter telefonare. Un autogol. La gente si è insospettita subito e un attimo dopo il comandante della stazione dei carabinieri di Laterina Pergine Valdarno era lì. E la squadra mobile idem sul posto, con l’altro rumeno stoppato: è sbucato da una strada sterrata alla guida di una Lancia Y e forse cercava l’altro che si erano dato ai campi dopo il furto.
Tutti e due senza documenti, sprovvisti di cellulare (quando si va per furti non si usano per sfuggire alle celle telefoniche) e tipi più che sospetti. Poco alla volta sono venuti fuori gli elementi a loro carico srotolando la matassa investigativa e i movimenti della targa dell’auto. I varchi hanno infatti rilevato che il veicolo noleggiato da un altro rumeno in Abruzzo, prima e dopo i colpi a Tegoleto e Laterina era proprio in quelle zone. Un giorno furono anche fermati da una pattuglia e a bordo c’erano altri connazionali. Gli investigatori poi sono arrivati al B&B pistoiese dove i ladri avevano il quartier generale. Da lì venivano ad Arezzo per studiare i colpi e metterli a segno, poi tornavano nel cuore della notte, sentiti anche dai vicini come accaduto alle 2 dopo la razzia a Laterina. Il bottino non è stato ritrovato.
All’interno della Lancia Y c’erano una felpa e dei cappellini usati nei furti, c’era lo scontrino per l’acquisto di tre mazze usate per sfondare porte e finestre, e c’era lo scontrino per l’acquisto delle scarpe nere trovate nel covo. Il pm Julia Maggiore ha raccolto tutto il materiale investigativo chiedendo il carcere per i due rumeni e il gip Claudio Lara ha rilevato il pericolo di fuga dei fermati, a fronte di reati seri (furto pluriaggravato in concorso) che prevedono pene da 2 anni in su. Non ladri improvvisati, scrive nell’ordinanza, ma membri di una organizzazione composita e organizzata: “Non si ha a che fare con una batteria di sprovveduti, alla prima esperienza nel reato, ma con soggetti stabilmente inseriti nel contesto criminale”. Persone che vivono di delitti e che quindi, se liberi, “possono reiterare altri furti”. Da qui la misura severa del carcere “per scongiurare il pericolo di fuga e che possano reiterare altri furti”.
A Tegoleto il 22 novembre agirono alle 22.26, quando le telecamere li riprendono in azione, ma la razzia alla New Chains, già assaltata nei mesi precedenti, non riuscì. Per gli inquirenti i due quella notte c’erano, ben riconoscibili dalle immagini e per gli elementi raccolti. E usarono le mazze comprate ad hoc. Ma l’allarme li mise in fuga. Nei campi fu trovata anche una scarpa persa nella fuga da uno, identica a quella trovata nel bed and breakfast, comprata al Decathlon di Prato.
Sul colpo di Laterina, prima delle 21 del 28 novembre, la banda si è incastrata da sola. I due rumeni, incensurati, sono difesi di fiducia dall’avvocato Alessandra Panduri. Nell’udienza hanno detto pochissime parole, negando ogni collegamento con i furti. La battaglia in atto nel distretto dei preziosi segna un punto a favore dei tutori della legge. Ma non è tempo di applausi e trionfalismi. Le forze dell’ordine lo sanno e sono sul pezzo: smezzata una banda, c’è l’altra, quella che ha svaligiato Croma Catene, che va contrastata e bloccata. In fuga con 100 mila euro circa di argento (l’azienda non conferma) potrebbe replicare. E altre falangi di predatori dei preziosi sono in agguato. Occhi aperti.
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