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“Il sale in zucca” che personalmente ritengo ogni tanto manchi. Pena cianciare a vanvera.
Questa non è affatto una “narrazione vergognosa“, ma è la legge. La stessa che imponeva ai militi di procedere all’inseguimento e all’ identificazione, altrimenti sarebbero incorsi loro stessi nel reati di omissione di atti di ufficio.
Sulla questione dello sgombero forzoso avvenuto a Caivano, colpisce il contrasto tra le immagini degli sgomberati che si mostrano avvolti nella bandiera rossa e quelle degli interni delle loro abitazioni, caratterizzati da dettagli lussuosi come sanitari dorati, stucchi elaborati e tende in broccato.
Sebbene il gusto nell’arredo sia altamente soggettivo, l’aspetto della casa non sembrerebbe riflettere una condizione di disagio tale da giustificare un’ “okkupazione“. Analogamente, episodi come l’occupazione a Padova di un appartamento adibito a bed & breakfast ad opera di 30 rom, o quella avvenuta al liceo Virgilio di Roma da una minoranza, sollevano interrogativi sull’equilibrio tra diritti presunti e rispetto delle regole reali.
Veri e propri atti di “resistenza” (a chi e a che cosa?) o reati belli e buoni?
a cura di Stefano Sforzellini
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