Famiglia sinti affitta l’appartamento per una vacanza ma non se ne va più. Il ministro dell’Interno: «Situazione alla nostra attenzione». Il proprietario: «Hanno minacciato di morte me, la mia famiglia e la mia collaboratrice»
«La situazione è alla nostra attenzione, affronteremo il problema con le autorità». Parola del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ieri (lunedì 2 dicembre) a Venezia e Verona per una visita con al centro le questioni più stringenti della sicurezza nei territori. E la vicenda della locazione turistica di Pontevigodarzere, nel Padovano, occupata da una famiglia di origini sinti è entrata prepotentemente nell’elenco dei problemi da risolvere. «È una situazione di occupazione abusiva — sottolinea — quindi sicuramente interverremo». Fuori di metafora, l’appartamento «sarà prima o poi sgomberato».
Il pm dovrà decidere se sgomberare o meno
Nell’attesa dell’intervento, il proprietario dell’immobile ha presentato denuncia ai carabinieri per insolvenza fraudolenta, invasione di edificio e furto di energia elettrica a carico della coppia con almeno due figli che aveva chiesto di passare qualche notte nell’alloggio appena ristrutturato ma, poi, non ha più voluto andarsene. La vicenda, passata ora nelle mani del pubblico ministero padovano Benedetto Roberti che deciderà nei prossimi giorni se sgomberare o meno l’immobile, è iniziata il 16 ottobre quando una coppia ha fatto richiesta, sulla piattaforma online «Airbnb», di poter alloggiare per qualche giorno nell’appartamento, spiegando di essere in arrivo da Trento e di voler rimanere brevemente a Padova per una vacanza.
«È stata la nostra collaboratrice a riceverli e tutto sembrava nella norma — ha spiegato L.S. il proprietario — dopo qualche giorno la situazione è precipitata: quando abbiamo fatto presente che il periodo di permanenza concordato era trascorso, gli inquilini temporanei hanno versato i soldi salvo però poi dirci che volevano rimanere di più e che avevano bisogno di un’altra settimana. Non abbiamo accettato, e a quel punto loro hanno quindi cominciato ad alzare i toni. Hanno minacciato di morte me, la mia famiglia e anche la mia collaboratrice. Per paura abbiamo deciso di prolungare la loro permanenza di qualche giorno, un soggiorno aggiuntivo che però non ci è mai stato pagato, motivo per cui abbiamo denunciato».
Sfondato il portone di ingresso
Qualche giorno dopo la signora che si occupa delle pulizie aveva trovato l’appartamento vuoto e così i proprietari avevano pensato che il problema si fosse risolto. «Abbiamo deciso di mettere le loro cose nel vano scale e di cambiare la serratura — continua il proprietario — Quella stessa sera, tuttavia, sono rientrati e hanno rotto il portone di ingresso. Noi abbiamo chiamato i carabinieri che, dopo essere stati tre ore davanti alla casa non hanno potuto far altro che andarsene. Loro hanno aspettato e hanno distrutto anche la porta dell’appartamento. Sono entrati, si sono attaccati alle utenze dell’elettricità dei condomini dopo che qualche giorno prima gli era stata staccata. Nel corso del primo incontro con i carabinieri gli occupanti hanno sostenuto di avere un contratto e hanno aggiunto che noi lavoriamo in nero. Noi ovviamente abbiamo dimostrato il contrario».
Stress e paura per i vicini
Ad assistere al momento dell’entrata e a convivere con gli occupanti tutti i giorni sono però i vicini di casa, che hanno vissuto momenti di grande stress. «Ero nel mio appartamento quando ho sentito i colpi della porta che veniva distrutta — ha spiegato uno dei condomini— Li ho sentiti prima gridare contro i carabinieri e poi salire e scendere per le scale fino a sera tardi. Prima hanno fatto irruzione in casa e poi hanno cominciato subito a trapanare nel muro per avere l’elettricità. I primi arrivati erano una coppia con almeno due figli piccoli, poi le persone si sono aggiunte nel corso dei giorni e nei weekend, quando si ritrovano in famiglie, arrivano ad essere quasi una trentina. So che nel palazzo c’è chi ha paura».
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