Rigenerazione urbana e affari. Zone industriali dismesse, in degrado, trasformate in grandiose occasioni di investimento e di trasformazioni urbanistiche a suon di centinaia di milioni di euro. E’ questo lo scenario sul quale si abbatte l’inchiesta giudiziaria che parte dal Trentino Alto Adige e arriva fino nella nostra città dove due sono le grandi operazioni interessate, la prima il Central Park ancora di là da venire, la seconda per riflesso è l’ex Manifattura Tabacchi che va avanti lentamente ma ora potrebbe rischiare di fermarsi. Tutto parte dall’indagine della direzione Distrettuale Antimafia di Trento che ha messo nel mirino le società del Berlusconi austriaco René Benko di cui la Cronaca di Verona aveva già scritto per le disavventure economiche e giudiziarie. Benko è stato il fondatore del gruppo Signa che a Verona significa riqualificazione del Central Park, ovvero l’immenso scalo ferroviario di Ferrovie tra Santa Lucia e la città, 450 mila metri quadrati da bonificare e far rinascere con mille funzioni, da uffici a verde pubblico. Signa si aggiudicò il bando nel 2021 durante l’amministrazione del sindaco Sboarina che aveva fatto di questo progetto un punto d’orgoglio anche se si sono visti soltanto i rendering e non si è mai entrati nel vivo dell’intervento che avrebbe richiesto molti anni di preparazione e poi di realizzazione. Assessore all’urbanistica di quella Giunta era l’ingegnere Ilaria Segala che risulta tra i 77 indagati di questa operazione giudiziaria per le modalità di assegnazione della gara. L’ipotesi è di aver “turbato il regolare svolgimento della gara” indetta il 22 gennaio 2021, e di aver consegnato il 29 dicembre 2020 “a Signoretti informazioni sull’andamento della procedura e indicazioni sulle altre società partecipanti all’appalto”. L’ipotesi a carico dell’ex assessore infatti è di aver agito in concorso con lo stesso Benko e con Heinz Hager e Paolo Signoretti (rappresentanti della Supernova Management Spa) e Umberto Lebruto (ad di FS sistemi urbani). La stessa Segala ha annunciato una dichiarazione per chiarire la vicenda che la riguarda. Renè Benko, il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, l’imprenditore roveretano Paolo Signoretti, l’ex sindaco di Dro e senatore Vittorio Fravezzi, la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, gli architetti Fabio Rossa e Andrea Saccani, il giornalista Lorenzo Barzon e la dirigente del Comune di Bolzano nell’ufficio gestione del territorio Daniela Eisenstecken sono stati tutti raggiunti dal provvedimento di richiesta di misura cautelare nella forma degli arresti domiciliari. Precisiamo che Benko è già stato rilasciato perché in Austria non sono previsti gli arresti domiciliari. In base a questo scambio di informazioni, secondo gli investigatori trentini, Signoretti e Hager informarono Benko per cui alla fine Signa Group e Supernova “predisponevano un’offerta che superava le varie fasi di gara”. E l’8 ottobre 2021 si aggiudicarono l’opera.
Il Central Park sognato da Sboarina. L’ex sindaco nel 2022 aveva confermato la partenza di un tavolo con la Regione
Ma per quanto riguarda Verona, la questione Central Park che figura nell’inchiesta potrebbe avere connessioni indirette anche con il grande cantiere per il recupero dell’ex Manifattura Tabacchi, a fianco della Fiera. Qui infatti opera la società Supernova, creata proprio da Hager e Signoretti, in affari come abbiamo visto con Benko (che su Manifattura Tabacchi non c’entra). I provvedimenti restrittivi emessi a carico di Hager e Signoretti potrebbero in qualche modo rendere ancora più problematica l’evoluzione del cantiere di Manifattura Tabacchi che già procede a rilento tra problemi di costi, ritrovamenti di reperti, rapporti con la Soprintendenza e demolizioni. A Benko, Hager e Signoretti, e agli altri 6 per i quali sono stati chiesti gli arresti domiciliari, gli investigatori contestano di aver utilizzato “la forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo” per influenzare le iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore dell’edilizia. Erano disposti, per la Procura, a finanziare campagne elettorali di amministratori pubblici, agivano in alcuni casi con pochi scrupoli: di fronte al rifiuto di un sindaco minacciarono di intentare una causa milionaria pur di ottenere le autorizzazioni. Le accuse contestate includono associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa e viene contestato anche l’utilizzo del “metodo mafioso”. Va ricordato poi, tanto per comprendere il ruolo di questi personaggi d’affari su Verona, che Supernova, nuova realtà nata da Heliopolis e Musuem e fondata nel 2019 da Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, ha presentato nel 2022 a Verona Fiere il progetto dell’l’Ex Manifattura Tabacchi firmato dallo studio internazionale Snøhetta. Un progetto caldeggiato dall’amministrazione Sboarina per riqualificare un asse strategico per la città. Se da un lato troviamo coinvolta in questa maxi inchiesta l’ex assessore Ilaria Segala (Giunta Sboarina) per la quale è stato emesso decreto di perquisizione personale, locale e informatica come per un altro centinaio di persone, dall’altro sulla questione Central Park, Signa Group e Benko troviamo gli interventi del 2022 dell’allora consigliere comunale di opposizione Michele Bertucco, oggi assessore al Bilancio della Giunta Tommasi. E’ interessante rileggere ora gli articoli apparsi nel 2021 e 2022 con feroci polemiche sui numeri del Central Park e Signa Group difesi a spada tratta da Sboarina e Segala. L’Amministrazione Sboarina nel 2022 aveva confermato la partenza di un tavolo tecnico per il Central Park coordinato dalla Regione attorno al quale dovevano sedersi Comune, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Provincia e Signa Group, sviluppatore immobiliare tra i più importanti d’Europa, che si era aggiudicato la gara indetta lo scorso gennaio da Ferrovie dello Stato per la trasformazione dell’area di 45 ettari. Il passaggio successivo doveva essere la redazione da parte di Signa Group della variante urbanistica con le diverse funzioni dell’area. Un iter di qualche mese che si concluderà con l’approvazione del documento da parte della Regione e che darà il via alla vendita delle aree e alla contestuale apertura dei cantieri.
Bertucco parlava di “oggetti misteriosi”. Sboarina sosteneva invece che il Central Park, da idea, era diventato realtà…
“Cinque anni fa il Central Park era solo un’idea, oggi possiamo dire che è realtà – diceva nel 2022 il sindaco Sboarina-. Tanto che anche chi, qualche mese fa, lo dava come una fake news, ora ne parla come qualcosa di concreto su cui realizzare contenuti, certificando il complesso percorso che ci ha portati fino a qui. Parlo al plurale perché questo è senza dubbio il risultato di un gioco di squadra tra diversi attori, accomunato dalla bontà del progetto e dai valori alla sua base. Ora si entra nel vivo di ciò concretamente diventerà il grande parco urbano tra il centro e Verona sud”. Diverso l’approccio di Bertucco: “A pochi giorni dal voto continua la campagna elettorale sulle opere non realizzate dall’amministrazione Sboarina, oggi è toccato all’ex scalo merci. Praticamente non c’è nulla di nuovo se non uno spot per l’attuale sindaco – diceva l’esponente di Sinistra in Comune, ora assessore -. Come si sapeva già Signa Group dovrà realizzare il progetto partendo dal concept che era stato presentato ancora lo scorso anno. Nessuna parola sulle bonifiche da fare sull’area dell’ex scalo merci”. “Esaminando il materiale ufficiale del concept del nuovo Central park risulta infatti che l’area destinata a parco sarà di 225 mila mq, che non è il 100% dell’area (valutata 450 mila mq) su cui Sboarina aveva spudoratamente giurato in campagna elettorale nel 2017 di fronte al Comitato di Verona Sud (promessa poi ribadita anche da Sindaco per almeno 3 anni). E non è nemmeno il 64% annunciato nell’ultima presentazione ufficiale con i dirigenti delle Ferrovie e prima ancora si era parlato dell’86%. Parliamo invece del 50,2% dell’intera superficie, esattamente quanto prevede il PAQE regionale (Piano d’Area Quadrante Europa) fin dal 2005. Sotto non potevano andare, trattandosi di un valore vincolante. Ecco dunque perché Sboarina ha sempre respinto i nostri solleciti a chiedere alla Regione una modifica al PAQE per ampliare l’area da destinare a parco: stava soltanto prendendo in giro i veronesi!”, dice il consigliere. Nel concept di Signa Group erano state indicate le seguenti destinazioni: 90 mila mq di edificazioni; 30 mila mq per la stazione ferroviaria dell’Alta Velocità; 20 mila mq di strade, sia perimetrali che interne al parco compreso il sottopasso; 20 mila mq di parcheggi (di cui metà parcheggio mimetizzato dal “tetto verde”); 225 mila mq di parco, pari al 50,2%; 64 mila mq di Fondaco Bertucco diceva: “Il Fondaco è un oggetto misterioso: Signa Group dice che verrà “messo a disposizione” del Comune per liberare le mura dalle opere incongrue. Ma a che titolo? L’unica opera che deve consegnare al Comune è il parco. Si dice anche che il Fondaco potrebbe essere usato per collocarvi attrezzature sportive”. “Carta straccia anche la promessa di costruire ‘poco’, su 90 mila mq “soltanto”. Quello che ci è stato descritto, con una certa licenza poetica, come un “piccolo brano di città” è in realtà una massa di cemento da 335 mila metri cubi disposta su 3-5 piani che ripete funzioni già ridondanti, come gli gli alberghi (già presenti agli ex Tabacchi, all’ex Safem e alle Fedrigoni…)”.
Segala: «Dimostrerò la mia estraneità». Per la difesa dell’ex assessora, non ha dato notizie riservate per fare favori nella gara
In particolare troviamo: 120 mila mc di residenziale, pari a 500 case (dato dichiarato dal progettista); 60 mila mc di commerciale, pari a circa 200-250 negozi; 50 mila mc di direzionale, pari a circa 150-200 uffici; 35 mila mc di albergo a quattro stelle, pari grossomodo a 250-300 stanze; 35 mila mc di albergo per studenti (altre 250-300 stanze circa); 35 mila mc di residenza per anziani (o come si dice oggi, “senior living”). E poi i tempi: il concept prevedeva il completamento dell’intervento nel 2030, dando per certo che già dal 2022 fosse possibile rimuovere i binari. “Pura fantascienza. Il concept non dedica nemmeno una riga alla bonifica che sarà necessariamente di due tipi: bellica e da metalli pesanti”, concludeva l’allora il consigliere. Replica dell’allora assessore Segala: “Solo un numero su tutti fa capire come il consigliere Bertucco non sia attendibile” diceva la responsabile dell’urbanistica nella Giunta Sboarina: “I presunti 225 mila mq che lui dice siano il parco sono solo una parte, ed è quella contenuta dentro l’anello della pista ciclabile. Ma appunto sono solo una parte perché il parco è anche tutto attorno all’anello”. “Questo è l’esempio principale di come Bertucco faccia confusione con i numeri con la smania della campagna elettorale, che gli fa persino rinnegare i principi tipici della sinistra: la lotta allo smog e la difesa del verde. I suoi calcoli sono totalmente fuorvianti ed è incomprensibile che, proprio lui che per anni ha anche presieduto Legambiente, si opponga all’unica amministrazione che realizza a Verona il più grande parco urbano mai visto”. Su questo punto Segala aveva ragione: mai visto. Per quanto riguarda i passaggi giudiziari, c’è da registrare una nota dell’avvocato Giacomo Forlani, difensore di Ilaria Segala. «Si premette – dice l’avvocato – che l’indagine di cui agli articoli odierni è in una fase embrionale, e quindi c’è piena serenità che venga chiarita nel corso del proseguo delle indagini l’estraneità a tutte le accuse. E’ opportuno tuttavia chiarire sin d’ora alcune circostanze legate alla contestazione in essere». «In data 29 dicembre 2020 – prosegue – veniva firmato l’addendum tra Regione Veneto, Comune di Verona e vari enti delle Ferrovie dello Stato in relazione alla pianificazione dello scalo merci di Verona; veniva indetta contestualmente la conferenza stampa e fornita la notizia ai giornalisti». «L’addendum – sottolinea l’avvocato – dichiarava che Ferrovie dello Stato si impegnava a individuare, entro il termine di 120 giorni dal 29 dicembre 2020, mediante apposita procedura competitiva, un operatore economico con il quale sviluppare il processo di valorizzazione urbanistica dell’area dello scalo». «Queste stesse notizie fornite ai giornalisti in conferenza stampa il 29 dicembre 2020 dall’ing. Ilaria Segala – precisa – sono le medesime che sono state riferite ad un dirigente di Supernova e non, come emerge dalle indagini, una anticipazione di documenti riservati utili per il successivo bando di gara. Ciò premesso nessuna agevolazione è stata fornita ad alcuna azienda per avvantaggiarla per l’aggiudicazione del bando». «La mia assistita – conclude – resterà a disposizione della procura di Trento certa che verrà fatta chiarezza in ordine al suo operato e dell’estraneità a qualsiasi disegno criminoso». In buona sostanza, sostiene di aver detto ai vertici di Supernova cose pubbliche, e non di aver dato notizie riservate per favorirli nella gara.
MB
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