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Terremoto sul Garda, un’inchiesta che scuote il sistema politico dell’Alto Garda sta portando a gravissimi sviluppi.
Le forze dell’ordine, tra cui la Guardia di Finanza, stanno eseguendo perquisizioni e sequestri di documenti, in particolare presso il Comune di Riva del Garda, con l’intento di raccogliere prove.
Attualmente ci sono 9 arrestati e 77 indagati, accusati di reati gravi tra cui associazione per delinquere, turbativa d’asta, corruzione, truffa, e finanziamento illecito ai partiti.
Tra gli indagati anche alcuni trentini: 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori. Inoltre, numerose persone giuridiche sono state segnalate per responsabilità amministrativa.
Tra gli arrestati c’è la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, insieme a professionisti, imprenditori e un dirigente comunale, tutti posti agli arresti domiciliari.
L’inchiesta coinvolge diverse province italiane e anche un’indagine internazionale, con 100 perquisizioni in enti pubblici e società.
Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Trento, è stato richiesto dalla procura distrettuale antimafia e antiterrorismo, e l’indagine è condotta da carabinieri e Guardia di Finanza.
La vicenda è legata a figure come Benko (per il quale è stata richiesta un’ordinanza di arresto in Austria) e ad altri soggetti tra cui l’ex senatore Vittorio Fravezzi. Fra gli indagati anche gli avvocati trentini Andrea Merler e Nicola Giuliano. Agli arresti domiciliari anche Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti.
Le indagini hanno portato a ipotizzare l’esistenza di un gruppo affaristico in grado di influenzare o controllare le principali attività della pubblica amministrazione, in particolare nel settore della speculazione edilizia in Trentino-Alto Adige/Sud Tirol.
Gli imprenditori coinvolti avrebbero finanziato le campagne elettorali di amministratori pubblici, ottenendo in cambio agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per progetti immobiliari.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha confermato l’accusa di utilizzo del metodo mafioso per l’associazione per delinquere, come ipotizzato dalla Procura, in base all’articolo 416 bis.1 del Codice penale.
Considerata la rilevanza sociale, economica e finanziaria delle indagini, sono state ritenute giustificate specifiche ragioni di interesse pubblico per la diffusione del comunicato stampa, in conformità al D. Lgs. n. 188/2021.
Tuttavia, è stato ribadito che, in base al principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone indagate sarà accertata solo con una sentenza irrevocabile di condanna, poiché il procedimento è ancora nelle fasi preliminari.
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