Sedici sentenze riformate, una conferma e un’assoluzione. Questo il verdetto pronunciato dalla Corte d’Appello di Napoli nel processo a carico di 18 persone coinvolte a vario titolo nella maxi inchiesta sugli affari del clan Moccia di Afragola.
La quinta sezione della Corte d’Appello di Napoli ha 16 pene: 7 anni e 4 mesi a Santo Silvestro, 43enne di Caserta; 19 anni e 9 mesi per Michele Puzio, 61enne di Napoli; 6 anni e 8 mesi per Nicola Avverso, 41enne di Acerra; 5 anni e 6 mesi per Anna Ceriello, 48enne di Napoli (che è tornata libera); 21 anni e 4 mesi per Domenico Cimini, 52enne di Casoria; 6 anni e 8 mesi per Amilcare Iazzetta, 47enne di Napoli; 6 anni e 8 mesi per Raffaele Castaldo, 46enne di Napoli; 6 anni e 8 mesi per Antonio Puzio, 40enne di Acerra; 7 anni e 7 mesi per Antonio Donatore, 46enne di Napoli; 6 anni e 8 mesi per Giovanni Forte, 47enne di Napoli; 7 anni e 4 mesi per Pasquale Carrese, 45enne di Casoria; 8 anni e 4 mesi per Antonio Amabile, 60enne di Afragola; 6 anni e 8 mesi per Vincenzo Caputo, 34enne di Napoli; 7 anni e 8 mesi per Tommaso Paribello, 60enne di Afragola; 17 anni e 2 mesi per Anselmo Vitucci, 61enne di Afragola. Confermata la sentenza di primo grado per Pietro Iodice, 58enne di Napoli, il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile per intervenuta rinuncia ai motivi di appello. Assolto l’imprenditore Enrico Petrillo, 59enne di Afragola, che è tornato libero e per il quale è stata revocata la confisca dei beni oggetto di sequestro, che sono stati restituiti.
Tutti gli imputati, coinvolti nella maxi inchiesta “Morfeo” sul clan Moccia che aveva portato a una cinquantina di arresti nel 2022, erano stati giudicati con rito abbreviato, con la sentenza pronunciata dal Tribunale di Napoli l’8 giugno 2023. Gli inquirenti della Dda contestavano, a vario titolo, l’associazione mafiosa, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione, favoreggiamento, reati aggravati dalla finalità di agevolare il clan Moccia.
In particolare, secondo l’accusa, il clan Moccia di Afragola per reinvestire gli imponenti capitali frutto delle sue attività illecite avrebbe allungato i tentacoli su varie attività , dallo smaltimento degli olii esausti e degli scarti di macellazione fino ai grandi appalti ferroviari e dell’alta velocità .Â
Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Nello Sgambato, Giuseppe Stellato, Nicola Marino, Michele Caiafa, Dario Carmine Procentese, Salvatore d’Antonio, Isidoro Spezia, Giovanni Battista Vignola, Claudio Davino, Antonio Girfoglio, Alfredo Durante, Stefania Seri e Giovanni Bianco.Â
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